Sulla via dell’ascolto
Girato a Bari e presentato in anteprima alla ventunesima edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce, il cortometraggio diretto da Leonardo Dell’Olio e prodotto dal regista insieme a Gianluca Perrino, adotta un linguaggio poetico per raccontare la dimensione interiore di un ragazzo alle prese con le conseguenze di un lutto
Come si supera una perdita straziante? Come si può ritrovare se stessi e fare chiarezza all’interno di uno spazio interiore caotico e soffocante?
Sono queste le domande a cui il cortometraggio di Dell’Olio vuole rispondere.
Mario (Michele Carella) è un adolescente che naviga in un disagio interiore che non riesce ad esprimere e da cui tenta di fuggire. Privato di riferimenti fondamentali, si trova bloccato in una forma in incomunicabilità, con gli altri e con se stesso.
Dell’Olio si affida alla capacità del cinema di comunicare per immagini, riducendo al minimo le parole, che diventano quasi inesistenti. Ci invita piuttosto ad ascoltare il silenzio, a percepire gli sguardi e i movimenti del corpo.
“Mario, dove sei?” grida il nonno del protagonista, interpretato da Ettore Toscano, morto di recente, che lo rincorre sulla riva del mare. È quello che ci chiediamo anche noi. Dove sei? In quali ricordi così inconciliabili con il presente sei rimasto intrappolato?
Le immagini di un mare sfocato ci conducono a sgusciare fuori dalla realtà per finire nel mondo interiore di Mario: da qui, tutto ciò che è esterno, assume contorni indefiniti e inafferrabili.
Lo stesso compito è assegnato al suono. Il rumore roboante delle onde del mare diviene espressione della tempesta emotiva che abita il ragazzo. Dunque, come uscirne?
Mario si ritrova fra le mani un oggetto appartenuto alla madre, lo osserva, lo rigira nelle mani. I ricordi sono lì, a fior di pelle, bisogna solamente capire cosa farne.
La guida anziana del nonno, a cui viene affidato il compito di indurre il nipote all’ascolto, spiana la strada ad un percorso di consapevolezza.
Gli stessi ricordi invadenti mutano in contenitori di sicurezze, radici a cui attingere per ritrovarsi. Il regista individua la memoria come àncora e strumento per rivendicare la propria identità. Non affrontare la memoria dunque equivale a rinunciare a se stessi.
Nella scena finale, un lungo piano–sequenza in cui coesistono presente e passato, con un Mario bambino interpretato da Thomas Iaia e una giovane madre interpretata da Emilia Brescia, è il rumore dolce delle onde a fare da padrone, tranne che per una voce nitida, che in poche parole ci fornisce le risposte che cercavamo.
Il mare, elemento molto importante per la poetica di Dell’Olio, che ha individuato nella psicanalisi e negli archetipi la sua forma di comunicazione, diventa in questo modo accogliente. Nel momento stesso in cui il protagonista impara ad ascoltarsi, il mare cessa di respingerlo.
Ghila Cerniani
Foto di copertina dal web
Dentro il mare
di Leonardo Dell’Olio
con
Michele Carella Mario
Ettore Toscano Carlo
Emilia Brescia donna
Thomas Iaia Mario bambino
Fotografia Miria Furio
Montaggio Domenico De Orsi
Sceneggiatura Leonardo Dell’Olio e Gianluca Perrino
Suono Tommaso Danisi
Produzione Leonardo Dell’Olio e Gianluca Perrino
Genere Drammatico
Anno 2018
Durata 12 min