Al teatro Parioli di Roma, dal 2 al 5 marzo, si può assistere a ‘Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene’, spettacolo goliardico e dallo spirito sottile. Tra musica swing e le parole esilaranti di Woody Allen si ride e ci si diverte con spensieratezza
Cosa hanno in comune Tullio Solenghi e il regista e attore americano?
In ‘Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene’ il comico italiano lo spiega benissimo. Solenghi quest’anno compie cinquanta anni di carriera e racconta che già nel lontano ’71 è stato rapito dal primo libro di Allen, dall’umorismo surreale: “Saperla lunga“. L’attore inoltre asserisce, in un’intervista al TG3, che da questa lettura rimase stupefatto, “mi apriì la mente in termini di comicità“.
E proprio da qui parte il viaggio tra musica e parole. Il paragone tra “Prendi i soldi e scappa” e “I soliti ignoti” è quasi d’obbligo, poiché Solenghi, appunto, è vissuto tra due tipi di comicità: italiana e americana.
La Nidi ensemble, capitanata dal Maestro Alessandro Nidi, è un valore aggiunto. Suona le melodie care ad Allen e lo swing diviene un ottimo accompagnamento. Spicca Giulia Di Cagno alla voce e al violino, la quale sa muoversi in modo impeccabile anche nelle sonorità yiddish. Ma non vi sveleremo il perché!
I testi sono ripresi dai libri e dalle battute dei film più celebri del regista americano, e la loro declamazione è scandita alla perfezione da Solenghi, che sfodera una voce calda e suadente.
Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene:
simbiosi tra le arti
Si toccano così le tematiche che il regista fa sue e che, a suo modo, inserisce all’interno delle sue pellicole: la rivisitazione delle biografie come il rapporto con la religione, con la natura, e tra uomo e donna, infine con il sovrannaturale e i fenomeni medianici.
Battuta dopo battuta, freddura dopo freddura, si ride e si comprende la destrezza del genio Allen, la sua capacità di giocare con le parole e di saper ironizzare anche su argomenti seri, non del tutto scontata.
Nel contesto, dunque, è importante concentrarsi sull’insieme che crea una simbiosi indissolubile tra le arti, che non può essere scissa.
Infine, ci si distrae sugli aneddoti finali raccontati dall’attore con enfasi. La platea si anima e pensa al Trio con nostalgia.
‘Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene’ è da vedere. Non solo per constatare la bravura di Solenghi, che anche quando intona “Non dimenticar le mie parole” (canzone scelta da Woody Allen per “To Rome with love”) dimostra la sua fenomenale professionalità, ma soprattutto per entrare in contatto con il dialogo esistente tra musica e teatro, sempre più comune sui palchi italiani.
Annalisa Civitelli
Foto: Emanuele Valle
Foto di copertina: Civitas Creativa
Teatro Parioli
dal 2 al 5 marzo
Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene
Le parole del genio Woody Allen immerse nella sua musica
di e con Tullio Solenghi
con la Nidi Ensemble
Alessandro Nidi arrangiamenti, pianoforte
Emanuele Nidi tastiere, chitarra, voce
Filippo Nidi trombone, tastiere
Sebastiano Nidi timpani, vibrafono, percussioni
Tea Pagliarini corno
Giulia Di Cagno voce, violino
Massimo Ferraguti clarinetto, sax