Quanto vale la libertà di essere
Ursula von der Leyen al Parlamento europeo si è espressa riguardo l’incidente diplomatico che l’ha vista protagonista quando era in visita in Turchia. Ha detto a chiare lettere che è capitato in quanto donna.
Charles Michel, politico belga e Presidente del Consiglio europeo, presente anche lui all’incontro, d’altro canto ha detto che avrebbe voluto cedere la poltrona alla von der Leyen ma, per evitare incidenti diplomatici con Erdogan, non si è sentito di fare il cavaliere. C’è da compatirlo!
Di conseguenza ci chiediamo quanto vale essere donna o la libertà di essere nati disabili, down o con handicap gravi e visibili, tanto da essere soggetti a violenze o bullismo.
Lo spunto porta a riferirci alla ragazza disabile picchiata da quattro ragazze in un parco di Roma, in zona Nuovo Salario. Ora la giovane è ricoverata in ospedale per lesioni e traumi gravi. Ciò che sconcerta è che le bulle sono state incitate da un folto gruppo di coetanei i quali, invece di difendere la dodicenne menata, hanno filmato il video delle percosse e lo hanno postato sui social.
Davvero vogliamo che i nostri giovani arrivino a questo punto, a non frenare le loro ire di fronte al diverso? Davvero non si sente la necessità di farli curare, di prendere provvedimenti e di comprendere il loro disagio sociale? Quali sono le motivazioni che scattano per giungere a dare calci e pugni a una persona che principalmente non “ti” ha fatto nulla?
Leggiamo su La Repubblica.it che il Presidente Macron ha attuato un piano rivolto alle/gli adolescenti dai 3 ai 17 anni, programmando un ciclo di dieci sedute di psicoterapia gratuite per curare depressione e stress, visti gli strascichi del Covid.
La salute mentale dei giovani, in Francia, pertanto viene cautelata. Le sedute verranno inoltre rimborsate al 100% fino al termine dell’emergenza sanitaria e gli psicologi interessati al progetto potranno incontrare i loro pazienti online.
In Francia, potremmo dire, si esternano i malesseri: le richieste ai servizi di psicoterapia (solo nel 2020) infatti sono aumentate del 40% e si è creata così la necessità di prendersi cura della salute mentale. Non tutti possono permettersi di sostenere le spese previste e di conseguenza i francesi hanno deciso di sostenere i concittadini che ne hanno un reale bisogno.
E in Italia, che accade? Quanta attenzione poniamo sui giovani? Cosa aspettiamo? Che i bulli picchino ancora deboli e indifesi? Oppure che si prendano a botte tra di loro, per dare vita a delle risse notturne? Cosa altro deve accadere affinché ci si accorga degli adolescenti, delle loro richieste silenti? E i genitori? Dove sono e quale ruolo ricoprono nei confronti dei figli? Sono solo grandi assenti o solo presenze effimere che non si mettono in discussione?
Pochi, in effetti, sono stati i servizi all’interno dei TG o di programmi di approfondimento che hanno dedicato spazio ai ragazzi: ne stiamo seguendo le problematiche da tempo. Purtroppo sentiamo parlare di suicidi in aumento, ma non sentiamo parlare di precauzioni nei confronti dei giovani da parte delle autorità competenti e dal Governo.
Questo a cui ci siamo dedicati questa settimana è un argomento talmente ampio e delicato che richiede tempo e modi per essere affrontato al meglio. Noi vogliamo stimolarvi attraverso delle semplici riflessioni: già se si ri-partisse dalle scuole e dall’educazione civica e del diverso sarebbe un passo enorme, anche se faticoso, per debellare i movimenti del bullismo e dell’aggressività.
Dunque, trovare un rimedio efficace si rende tempestivo. Sarà che FB, Instagram, Tik Tok e YouTube non giovano affatto, mentre insegnare ai giovani a leggere un libro distesi su un prato sarebbe di per sé un atto di rivoluzionario.
Aiuterebbe i giovani a non inveire contro qualcuno, bensì a conoscere la realtà e a conoscersi meglio dall’interno, osservandosi dal profondo.
Partendo dall’anima.