Siamo al terzo appuntamento della rubrica dedicata alle donne – ‘Rivoluzione donna’ – e, questa volta abbiamo deciso di proporre un articolo che analizza i fenomeni attuali che riguardano ‘Educazione e scuola’ che si dipanano all’interno delle aule scolastiche, pertanto non ci sarà alcuna interlocutrice con cui confrontarci, a cui porre domande. Il percorso che stiamo conducendo con questo spazio infatti non vuole essere solo un incontro con realtà differenti, ma anche un approfondimento su argomenti che stanno acquisendo sempre più rilevanza nella società, e che diventano un ottimo spunto per proseguire con le nostre interviste
I primi due approcci precedenti hanno messo alla luce due figure molto diverse tra loro, entrambe estremamente legate alla loro professione, alla loro femminilità, che – come per tutte le donne – si scopre in continuo cambiamento, in continua evoluzione.
Oggi, però abbiamo deciso di fare un passo differente, raccontando uno spaccato che ci riguarda tutte e tutti, direttamente o indirettamente: vogliamo parlare della correlazione tra ‘Educazione e scuola’.
Educazione e scuola: tecnologia e nuove generazioni
È noto a tutti ormai come sia inevitabilmente cambiato il sistema educativo negli ultimi anni; la società si evolve e con essa le generazioni; il loro modo di parlare, interagire, di vestirsi e anche di studiare.
La tecnologia ha giocato un ruolo fondamentale in questo spaccato: siamo connessi 24 ore su 24 con la possibilità di avere ogni risposta in qualsiasi momento, da qualsiasi luogo, anche e soprattutto con l’arrivo degli smartphone.
Tutto questo ha diviso in due il pensiero comune: da una parte si sostiene la tecnologia, appunto, proprio perché permette a chiunque di rimanere in contatto, di informarsi, di essere reperibile qualora ce ne fosse bisogno; dall’altra la stessa reperibilità ci ha reso quasi inermi, chiusi, incapaci di parlare di fronte al nostro interlocutore o interlocutrice.
I social, i commenti negativi che hanno portato i giovani ad essere sempre più depressi e, nel peggiore dei casi, al suicidio.
Non esiste più un ordine delle cose
Siamo pieni di informazioni e non sempre (spesso diremmo) tutte indispensabili. Conosciamo gli outfit delle star sui red carpet o quando, come e perché i Ferragnez, per esempio, si sono allontanati l’uno dall’altra, mentre le guerre continuano ad uccidere e massacrare persone innocenti; si parla di femminicidi e un attimo dopo ci troviamo di fronte il volto della vincitrice o del vincitore di Masterchef.
Non esiste più un ordine delle cose. Plasmiamo le menti attraverso messaggi sbagliati – con la presunzione di essere nel giusto – affermandoci come giudici supremi di un tribunale decisamente fuori dal comune.
Alcuni tra i più giovani continuano a crescere in una società che anziché sostenerli ed aiutarli a comprendere come sfruttare al meglio queste nuove tecnologie, li demonizza perché considerati svogliati e privi di ideali, mentre la loro schiena si ingobbisce, incurvata sullo schermo del telefono.
Educazione e scuola: dove ricade la colpa
In un mondo che corre alla velocità della luce – in cui si pensa a come si possa sopravvivere su Marte – si sta tralasciando qualcosa di molto rilevante: il futuro è proprio in mano a quella parte della popolazione che tendiamo a trascurare, di cui ci disinteressiamo, perché la crediamo quasi del tutto inebetita.
Ed è qui dove ricade l’errore: dove ci si dimentica che prima di tutto le persone vanno educate al meglio, vanno formate ed accompagnate lungo tutto quel percorso che non per tutti e tutte richiede lo stesso lasso di tempo, né per tutti e tutte ha lo stesso grado di difficoltà.
Eppure, l’Italia dovrebbe eccellere per quanto riguarda istruzione e cultura, ma qualcosa è, purtroppo, andato storto.
La scuola e il suo ruolo
Il compito di un Istituto scolastico non è solo quello di insegnare le tabelline, o di spiegare gli straordinari canti della “Divina Commedia”, ma anche quello di informare e formare, riguardo aspetti importanti della società in cui ognuno di noi deve e dovrà vivere per tutta la vita.
La scuola non deve limitarsi a dare delle nozioni, essa ha il compito di insegnare ai propri alunni ed alunne a sviluppare un pensiero, elaborarlo e poi dargli voce, imparando a rispettare quello altrui e – non meno importante – il proprio.
L’età dello sviluppo è una fase delicata per la vita di ciascun individuo, spesso difficile e – per i meno fortunati – anche molto solitaria. Un Istituto dovrebbe essere infatti il prolungamento di quel contesto familiare che da solo non riesce sempre ad arrivare ovunque.
Per questo motivo alcune sedi fanno il possibile per integrare l’attività di studio delle materie classiche e scientifiche, con argomenti che toccano gli studenti più da vicino come ad esempio l’educazione sessuale, argomento di cui sembra sia sempre più difficile trattare e su cui oggi ci vogliamo soffermare.
Perché questo tema è così importante?
La risposta la troviamo stampata sui giornali, con un nome ed un cognome differente ogni giorno.
Per capire quali siano le dinamiche su cui ruotano la violenza sessuale, la violenza domestica e quella psicologica che – nella maggior parte dei casi – porta al femminicidio, bisogna partire da un’età molto giovane per abituare studenti e studentesse ad avere da subito atteggiamenti che non siano discriminatori e che mettano uomo e donna sullo stesso piano.
Chiaramente sono programmi che prevedono un docente esterno, una figura professionale adeguatamente preparata, che possa rispondere a qualsiasi quesito venga posto durante gli incontri.
Sono numerose le scuole che in Italia scelgono di non aderire a questo tipo di formazione, senza comprendere che – per limitare le tragicità a cui assistiamo quotidianamente – è necessario sostenere, ascoltare e comprendere le giovani menti, anziché affossarle e lasciarle navigare a vista.
Educazione e scuola: programmi adeguati e sostegni psicologici
Inserire dei programmi che permettano a chiunque di porre delle domande e ricevere le risposte adeguate, permetterebbe di adeguare la didattica ai nostri tempi.
Nelle scuole medie e nei licei troviamo l’estremizzazione di atteggiamenti maschilisti che, prevalendo, mettono la donna in una posizione di inferiorità da subito, portando la stessa a non distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato e, nel futuro, a convincersi di meritare un determinato trattamento. Questo è un meccanismo che, come un interruttore, deve essere spento per estirpare la mentalità maschilista.
La giusta educazione unita alla presenza di un sostegno psicologico, sarebbero un ottimo e necessario punto di partenza, per non vivere più come una battaglia la singola conquista, ma come qualcosa che spetta di diritto, perché tutte e tutti dovremmo volere indistintamente la stessa cosa.
Cinzia Scaglione e il suo progetto
Le scuole che hanno scelto di inserire al loro interno questo ramo educativo stanno facendo un gran lavoro ed i giovani si mostrano entusiasti degli argomenti trattati, anche per la modalità scelta, che non deve necessariamente essere la stessa.
Nella prossima intervista ci confronteremo con Cinzia Scaglione – attrice ed autrice – che ci parlerà del suo progetto teatrale dedicato alle scuole per aiutarci a sconfiggere la violenza sessuale. Un modo straordinario di unire l’arte al sociale: una comunicazione diversa e piena di spunti.
Silvia Bruni
Foto dal web