Lo scorso 16 maggio, presso la Società Dante Alighieri di Piazza di Firenze a Roma, la portavoce della canzone romana nel mondo Elena Bonelli e il Presidente del Comitato Dante Alighieri prof. Michele Canonica hanno presentato il secondo romanzo di Bonelli, ‘Dallo stornello al rap’. Una retrospettiva accattivante e appassionata sulla cultura musicale della città eterna
In Italia e anche fuori la canzone romana ha un nome e un volto: quelli di Elena Bonelli. Spesso paragonata all’immensa Gabriella Ferri, una delle sue grandi ispirazioni, si è esibita in tutto il mondo promuovendo, evolvendo e raccontando il genere folcloristico caratteristico di Roma: la canzone classica romana in versione sinfonica.
Ma la promozione della Bonelli non riguarda unicamente la musica: la cantante intende far conoscere e dare dignità al genere, attraverso uno sguardo moderno che non snaturi le sue radici tradizionali, anche tramite la letteratura.
Elena Bonelli ha pubblicato ‘Dallo stornello al rap’ nel 2019, edito da Arcana, e nel 2023 torna a promuoverlo in un altro luogo di divulgazione della cultura italiana: la Società Dante Alighieri di Roma, limitrofa alla capitolina Piazza di Firenze.
Con lei il Professor Michele Canonica, presidente del Comitato Dante Alighieri. Insieme riportano la canzone romana nel presente, raccontandone le origini culturali ed etimologiche e contestualizzando i collegamenti moderni del genere attraverso la sua espressione.
Dallo stornello al rap: la genuina romanità
La passione di Bonelli per la canzone romana ha inizio nel 2002, tramite il dvd di Carlo Rizzale, “Tanto Pe’Cantà”, ma la cultura moderna che riguarda questo genere musicale inizia ben prima, esattamente nel 1981.
All’epoca il ruolo culturale della canzone romana, inclusa la sua stella più luminosa Gabriella Ferri, era quasi completamente scemato.
Una situazione non infrequente, purtroppo: a differenza di quella napoletana, riconosciuta come canzone di pregio anche in ambienti elevati, quella romana era considerata dozzinale e bassa, proveniente da luoghi come le trattorie, e persino portavoce della romanità nell’arte come Trilussa ne avevano una bassa opinione.
Il ritorno della canzone romana
Questo finché nel 1981, in occasione della Festa di San Giovanni del 23 giugno, non si tiene il Primo Festival della Canzone Romana di cui la canzone vincente, “Le Streghe”, descrive la figura femminile attraverso lo sguardo maschile e gli atteggiamenti che ne emergono di conseguenza.
Uno stilema molto conosciuto nel mondo della canzone romana – a cominciare dalla celebre “serenata alla loggetta”, che i cantori dedicavano alle ragazze amate – ma solamente uno degli specchi di un genere che, grazie al suo Festival e a interpreti come Bonelli, cominciava a riprendere visibilità.
Perché, però, collegare gli stornelli al rap? Non tanto per modernizzare, ma per contestualizzare anche fuori dal tempo un elemento che hanno in comune.
Lo sguardo schietto alla società, spesso proveniente dagli strati bassi, è un corrente che collega i due generi e l’esperienza umana in toto, e che ‘Dallo Stornello Al Rap’ esamina e celebra.
La cultura popolare romana, anche al di fuori dal mondo della musica, vede onestà e resistenza ironica al suo apice – come le celebri pasquinate, che deridevano nobili e pontefici – e lo sguardo cosmopolita di Elena Bonelli emerge sin dal titolo.
Maria Flaminia Zacchilli
Società Dante Alighieri
Presentazione del libro Dallo Stornello al Rap di Elena Bonelli
Arcana edizioni
con Elena Bonelli e il prof. Michele Canonica