Dal 28 febbraio al 5 marzo, il teatro Sala Umberto di Roma ospita ‘Festen’: lo spettacolo è la trasposizione teatrale dell’omonimo film danese, pluripremiato e acclamato dalla critica, diretto da Thomas Vintenberg nel 1998. Con una tecnica registica lontana da ogni purismo ma suggestiva e precisa, il regista Marco Lorenzi ha portato sul palcoscenico primi piani, carrellate e dissolvenze
Per il suo sessantesimo compleanno, il ricco imprenditore Helge invita parenti e amici presso la propria enorme tenuta nella campagna danese; tra i presenti ci sono i figli di Helge e di sua moglie Elsie: Christian, Helene e Michael. Sarà proprio Christian, di ritorno da Parigi, a sconvolgere gli equilibri di tutti gli invitati durante la lunga serata di bizzarri festeggiamenti.
Sempre più spesso a teatro ci troviamo di fronte a spettacoli che utilizzano videoproiezioni e contributi filmati di ogni tipo, e questo succede anche in ‘Festen’.
Per quanto questa pratica sia poco ortodossa a teatro, nel caso di ‘Festen’ l’utilizzo di proiezioni che riempiono la quasi totalità dell’azione è funzionale e suggestivo: una telecamera controllata a turno dai vari membri del cast diventa l’occhio di tutta la platea.
L’intera messinscena è rappresentata, come da tradizione, unicamente dagli attori sul palcoscenico ma tutta l’azione è proiettata in tempo reale su un sipario semitrasparente che si trasforma in uno schermo cinematografico.
Attraverso la trasparenza del sipario, lo spettatore riesce a osservare i movimenti scenici degli interpreti, ma prende anche atto di come tutta la regia, curata dal bravissimo Marco Lorenzi, sia precisa al secondo e al millimetro dal momento che, allo stesso modo, la telecamera segue gli attori e gli attori seguono la telecamera.
Festen: brividi e colpi di scena
Al di là di questa componente tecnica, che diventa un valore aggiunto del lavoro – e che contribuisce a connotare un’estetica particolarmente affascinante – da un punto di vista drammaturgico, ‘Festen’ è uno spettacolo altrettanto valido.
La storia è caratterizzata da un’atmosfera cupa, angosciante e grottesca, al limite del surreale, che intrattiene il pubblico stimolando non poche emozioni.
Sono ottimi tutti i membri della compagnia in scena che, recitando necessariamente sopra le righe, disegnano dei caratteri complessi e inquietanti.
La riuscita dell’opera è confermata non tanto dai numerosi e meritati applausi ricevuti alla fine, ma dai tanti momenti in cui il pubblico resta ammutolito di fronte ai non pochi colpi di scena nella trama.
Gabriele Amoroso
Foto: Giuseppe Distefano
Teatro Sala Umberto
dal 28 febbraio al 5 marzo
Festen – Il gioco della verità
Primo adattamento italiano tratto dalla sceneggiatura dell’omonimo film danese diretto da Thomas Vinterberg e scritto da Mogens Rukov & BO Hr. Hansen
versione italiana e adattamento Lorenzo De Iacovo e Marco Lorenzi
Regia Marco Lorenzi
con Danilo Nigrelli, Irene Ivaldi, Yuri D’Agostino, Elio D’Alessandro, Roberta Lanave, Carolina Leporatti, Barbara Mazzi, Raffaele Musella e Angelo Tronca
Assistente alla regia Noemi Grasso
Costumi Alessio Rosati
Dramaturgia Anne Hirth
Fonico Denis Petraglia
Consulente musicale e vocal coach Bruno De Franceschi
Luci Link-Boy (Eleonora Diana e Giorgio Tedesco)
Datore luci Alessandro Palumbi
Direttore tecnico Rossano Siragusano
Direttore di scena Francesco Dina
Sound designer Giorgio Tedesco
Visual concept e video Eleonora Diana