Francesco Branchetti
“Credo che il teatro abbia ancora una grande funzione civile e possa aiutare molto, soprattutto le nuove generazioni”
Francesco Branchetti, regista e attore di origine toscana, porta avanti da anni un’intensa attività nel mondo dello spettacolo.
Nel corso della sua professione ha ricevuto numerosi premi tra cui il “Premio Salvo Randone – Oscar del Teatro Italiano” (2010) per la sua attività di regista e attore, il “Premio Ombra Della Sera” (2014) per il migliore spettacolo dell’anno “Girotondo” di Arthur Schnitzler, per cui ha curato la regia.
Nel 2016 viene insignito del “Premio Caesar” alla carriera, infine il 12 novembre 2024 ha presentato e partecipato in qualità di consulente per il cinema, il teatro e lo spettacolo, il “Premio Bramante” alla Camera Dei Deputati.
Francesco Branchetti, in veste di attore, ha lavorato in svariati film e fiction di successo tra cui “Cronache del terzo millennio” per la regia di Francesco Maselli, presentato fuori concorso alla 53° mostra del cinema di Venezia, mentre ha impersonato diversi soggetti per varie serie televisive.
In teatro è fondamentale narrare l’attualità
In teatro, invece, ha curato la regia degli spettacoli di Luca De Bei, di Angelo Longoni e di Giuseppe Manfridi, e diretto pièce di successo che hanno visto protagoniste note personalità femminili: Deborah Caprioglio, Barbara De Rossi, Nathaly Caldonazzo, Corinne Clery, e altre.
Il teatro è il luogo dove Branchetti si sente vivo e fare spettacoli è inoltre una maniera di dialogare con il mondo. Attento alle tematiche attuali, perché raccontare il presente in teatro è fondamentale al fine di narrare la contemporaneità, solitamente mette in scena testi di autori contemporanei.
Nello stesso fine settimana due rappresentazioni dirette da Branchetti saranno sia al teatro Villa Lazzaroni di Roma – “Il visitatore” (1993) di Éric-Emmanuel Schmitt (10 e l’11 gennaio) – sia al teatro Marconi per il debutto di “Senza respiro” di David Norisco (10 al 12 gennaio), che vede protagonisti Pamela Prati e Simone Lambertini.
Entrambi i testi sono accomunati dallo scandagliare le psicologie dell’animo umano in modo profondo e mai banale, coniugando dramma e ironia.
Francesco Branchetti, come e perché ha scelto questo testo di David Norisco, “Senza Respiro”?
“Perché è un testo che unisce il giallo e il noir con la commedia, l’ironia e una straordinaria capacità di indagine psicologica dei caratteri. Questo è quello che mi ha attratto in maniera particolare e mi ha portato alla scelta di portarlo in scena.”
Chi sono i protagonisti di questa storia e come si muovono nell’arco dello spettacolo?
“La protagonista è una Dark Lady vera e propria alle prese con un avvocato un po’ sui generis e a un terzo misterioso e divertente personaggio che completa un terzetto di personaggi estremamente originali. Essi, uniti a una trama carica di colpi di scena, costruiscono uno spettacolo di cui sono veramente soddisfatto che unisce divertimento, riflessione e molta suspense. L’insieme si coniuga a un’atmosfera estremamente fascinosa in cui musica e scene contribuiscono a creare una miscela davvero esplosiva.”
Tutto inizia con un delitto, una storia crime che al giorno d’oggi va molto di moda. Un modo per portare i giovani a teatro?
“No. Si tratta di una vera e propria casualità. Ho amato molto il testo, per questo ho deciso di rappresentarlo. Inoltre, l’atmosfera noir da thriller e da giallo psicologico l’ho sempre preferita. Più volte, infatti, ho allestito spettacoli dai registri che ricalcano questi generi ‘letterari’.”
Pamela Prati interpreta l’unico ruolo femminile…una sorta di dark lady?
“Sì, si tratta di una vera e propria Dark Lady che unisce i tratti del personaggio classico da giallo e da noir con tratti ironici, umoristici e, perché no, anche postmoderni.”
Da anni si occupa di teatro sia sul palco che dietro le quinte cosa le piace più fare e qual è il progetto che le ha dato maggiore soddisfazione?
“Ho sempre prediletto il teatro in tutte le sue forme e tuttora mi diletto a farlo sia come attore sia come regista, sia sul palco sia dietro le quinte. Sicuramente gli spettacoli che mi sono rimasti più nel cuore sono quelli con Barbara De Rossi, cioè ‘Il Bacio’, ‘Medea, un grande grido d’amore’ ma anche ‘Antonio e Cleopatra’. In tutte queste rappresentazioni rivestivo il doppio ruolo di attore e regista e non è un caso.”
“Per me fare spettacoli è una maniera di dialogare col mondo. Direi proprio che gli spettacoli sono la mia maniera per parlare con gli altri, per cui per me è essenziale fare teatro per sentirmi vivo.”
In qualità di regista cosa la spinge a mettere in scena testi di autori contemporanei?
“La voglia di dialogare con il pubblico attraverso la drammaturgia che racconta e analizza temi e realtà scottanti del nostro presente; credo che il teatro abbia ancora una grande funzione civile e possa aiutare molto soprattutto le nuove generazioni.”
Che significa puntare lo sguardo su tematiche attuali e trasmetterle al pubblico attraverso la recitazione?
“Ma sai, da sempre ho portato in scena, attraverso i miei spettacoli, temi attuali e spesso seri. L’attualità pertanto è sempre stata al centro del mio teatro sia che portassi in scena testi di nuova drammaturgia di autori contemporanei sia che portassi in scena dei classici, dei quali amo tuttora l’attualità, spesso clamorosa, degli argomenti trattati; credo sia fondamentale affrontare la contemporaneità a teatro e credo che il teatro sia il mezzo più immediato ed efficace per raccontare il nostro dilaniato presente; costruire personaggi riconoscibili immediatamente come soggetti del nostro presente è molto stimolante per me.”
Lei, il 10 e l’11 gennaio sarà al teatro Villa Lazzaroni di Roma con “Il visitatore”: il testo in cosa differisce da “Senza respiro” e in che modo indaga l’animo umano?
“Sono due testi molto diversi per generi e tematiche ma, al contempo, hanno la capacità di affrontare con la stessa attenzione le psicologie dell’animo umano in maniera profonda e mai banale mediante l’arma da un lato della commedia e dell’ironia e dall’altro tramite una scrittura straordinaria che nel dramma ha il suo asse portante.”
Lei è molto prolifico: quanta valenza ha per lei vivere il teatro assiduamente?
“Ma sai, per me fare spettacoli è una maniera di dialogare col mondo. Sì, direi proprio che gli spettacoli sono la mia maniera per parlare con gli altri, per cui per me è essenziale fare teatro per sentirmi vivo.”
Nuovi progetti in cantiere?
“Ho appena iniziato le prove di uno spettacolo a cui tengo molto: ‘L’onorevole, il poeta e la signora’. Accanto a me sul palco Lorenzo Flaherty e Isabella Giannone. Debutteremo l’8 febbraio a Milano al teatro Delfino e sarà in tournée fino a fine maggio.”
Annalisa Civitelli
Ringraziamo Francesco Branchetti per essersi reso disponibile all’intervista.