L’esilarante commedia scritta da Nino Manfredi, ‘Gente di facili costumi’, andata in scena per la prima volta nel 1988, oggi è affidata alla regia del figlio di Nino, Luca Manfredi. Al Quirino di Roma dal 18 febbraio al 2 marzo prossimo, lo spettacolo promette gran divertimento, rimarcando la tipica comicità romana sorniona e cinica, a cui Manfredi padre ci ha abituati da sempre
Alle 4 di mattina Anna, prostituta siciliana, con marcato accento e costruzioni delle frasi intrise di dialettismi, vistosamente truccata, con un parruccone rosso e un diadema di finti strass in testa, rientra in casa e fa un gran baccano: sbatte la porta, fa cadere degli oggetti e telefona ad alta voce agli alberghi dove è stata a fare marchette, poiché non trova una chiave. Infine, apre il rubinetto della vasca e mette a tutto volume “Tutto il resto è noia” di Califano.

Poco dopo suona il campanello: è l’inquilino del piano di sotto, Ugo che, esasperato dai rumori provenienti dall’appartamento del piano sovrastante il suo, protesta per la continua interruzione del sonno, situazione che perdura da lungo tempo.
Lei, sulle prime, reagisce con foga ma poi fra i due si instaura un dialogo. Alla domanda sul perché si ritiri sempre all’alba, Anna inventa un lavoro da infermiera, mentre lui le confida di essere uno scrittore costretto, per vivere, a scrivere filmacci e cosette televisive.
Tuttavia, Ugo sta lavorando ad un suo progetto: un film dal titolo “Esegesi” sull’alienazione dell’uomo sopraffatto dalla tecnologia, che lo riscatti dalle mediocrità che è costretto a sfornare.
Anche Anna gli confessa il suo sogno: lasciare quel mestiere, comprarsi una giostra e vivere di quella. Ma, ora, stanchissima, in modo cordiale invita Ugo ad andarsene, promettendo che di lì in poi farà attenzione a non far rumore.
Successivamente, Anna si ritrova il suo vicino scalzo e bagnato alla porta e da qui la situazione assume toni assolutamente ameni.
Gente di facili costumi:
La recitazione vivace anima la vicenda che procede tra ironia e briose freddure. La narrazione dunque prosegue con vigore e con lo scorrere del tempo i due protagonisti si raccontano, creando circostanze inaspettate e ricche di colpi di scena.
Flavio Insinna insieme a Giulia Fiume, in scena, dimostrano di essere molto affiatati, pur tuttavia emerge la superiorità recitativa del primo. I due così contribuiscono a rendere ‘Gente di facili costumi’ davvero brillante, dando voce alla tipica comicità romana, sorniona e cinica, in perfetto stile manfrediano.
Lo spettacolo è inoltre rafforzato dalla dinamica regia di Luca Manfredi che, oltre a rendere omaggio alla drammaturgia scritta dal padre – resa famosa nel 1988, dimostra di avere assorbito e saputo tradurre in scena tutto l’umorismo paterno.
I messaggi che emergono dal testo parlano di amore, supporto reciproco e fanno comprendere quanto i compromessi o piccoli escamotage, a volte, possano servire a raggiungere ciò che si desidera, mettendoci di fronte alla miseria delle vicissitudini umane, in cui comunque l’unione rafforza le speranze e concede il sogno.
Il pubblico quindi non può non gioire e abbandonarsi animosamente alle risate che il frizzante racconto rimanda.
Cinzia Scalise
Teatro Quirino
dal 18 febbraio al 2 marzo
Gente di facili costumi
di Nino Marino e Nino Manfredi
Regia Luca Manfredi
con Flavio Insinna e Giulia Fiume
Costumi Giuseppina Maurizi
Disegno Luci Antonio Molinaro
Musiche Paolo Vivaldi
Scene Luigi Ferrigno