Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel
Come può la materia diventare un’idea di Dio?
Il viaggio immersivo “dentro” l’imponente opera michelangiolesca è un’esperienza adatta a tutti. Capace di avvicinare all’arte anche i meno avvezzi, coniuga declamazione, musica, arte pittorica e visiva, danza, video proiezioni e sacralità. All’Auditorium Conciliazione di Roma la prima installazione residente in Italia (copre l’intero anno di programmazione) che, da luglio scorso, continua ancora a stupire gli spettatori
Un video introduttivo mostra la capitale nel 2018. Andando a ritroso nel tempo, attraverso dunque le varie epoche, si giunge al 1590, poi al 1546, fino ad arrivare al 1508, periodo in cui lo scultore toscano si trovava nella città eterna. Del fumo anticipa l’intero evento e la scenografia mobile fa entrare in scena dei massi giganti di marmo.
Da qui si può già capire quale possa essere la successione della narrazione: l’insieme suggestivo è accompagnato dalle sonorità della caduta dei sassi e dal rumore dello scalpello, che si fa più intenso. Si palesa poi, di fronte ai nostri occhi, in tutta la sua grandezza e maestosità, l’imponente David, statua esposta alla Galleria dell’Accademia a Firenze.
Questa anteprima ci guida verso la storia e le vicende riguardanti i Musei Vaticani e la Cappella Sistina: si alternano monologhi, dialoghi, video proiezioni, musiche danzanti, che si intervallano ai pizzicati e agli archi, come ai cori gregoriani, che delineano gli stili da camera e classico, in cui gli attori, attraverso le mimiche e i rispettivi ruoli, chiariscono le loro opinioni e divergenze.
Un’ottima rappresentazione di Roma antica in 3D spiega inoltre quanti secoli ci sono voluti per ricostruirla, con nuovi ponti, Chiese e Cattedrali. Si passa poi alla descrizione della Bibbia, alla Genesi dell’Universo, della Terra, alla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso, il Diluvio Universale, e via di seguito.
Noi siamo completamente coinvolti. Non c’è tempo per distrarsi: siamo immersi nel mare del continuo flusso della rappresentazione e del ricercato gioco di luci, a cura di Bruno Poet e Rob Halliday.
Il tutto è accompagnato dalla voce di Pierfrancesco Favino, il quale impersona Michelangelo Buonarroti; Ennio Coltorti dà voce a Papa Giulio II; Luca Biagini, invece, interpreta Papa Clemente VII; Sonia Scotti è la voce biblica; mentre la voce di Franco Manella è quella del Conclave.
Il dialogo instaurato tra Giulio II e Michelangelo è una dissertazione sull’arte: una profonda conoscenza sulle differenze che legano i quadri del Perugino, e la sua prospettiva aerea, a quelli del Botticelli; vengono inoltre presi in considerazione il Ghirlandaio, Pinturicchio, Cosimo Rosselli, Luca Signorelli e altre illustri figure che gravitavano intorno al panorama artistico di quegli anni. Un approfondimento storico-artistico che mira peraltro ad una prima analisi di ciò che l’artista trovò sulle pareti della Cappella Sistina e che, di seguito portò all’esecuzione pittorica della volta.
Emergono le forme possenti dei corpi michelangioleschi: imponenti e densi di fisicità; espressive, sfoggiano le loro muscolature con disinvoltura. La danza è un tocco in più: si intrufola leggiadra mentre il firmamento è in movimento con i suoi pianeti e le sue sfumature; il Sole e la Luna dialogano alla lontana; la creazione della Terra trasforma ogni singolo pezzo del suo essere con vulcani, lava, fiumi, pioggia, natura e animali.
Noi siamo seduti e ammiriamo a 360° con il naso all’insù. I sensi sono quindi tutti richiamati all’ordine e questo è il risultato, frutto del lavoro che ha visto la collaborazione di maestranze italiane e internazionali.
Le meravigliose grafiche 2D e 3D si dispongono lungo le pareti laterali dell’Auditorium che, per alcune ore si trasforma in luogo sacro, mentre altre sono proiettate proprio sull’area palco. Assistiamo a una “pioggia” di quadri e di disegni: il loro scorrere ininterrotto ci rapisce.
Il momento del Conclave è altresì interessante: viene eletto Clemente VII, il quale commissiona a Michelangelo ormai anziano, di dipingere la parete di fondo della Cappella, con il Giudizio Universale, appunto. I colori anch’essi assumono un ruolo incisivo: sia per i costumi, sia per il contorno dell’intera opera.
Sul finale affascinante entra Sting che, con la sua voce così peculiare e riconoscibile, canta in latino basandosi proprio sui canti gregoriani. Dobbiamo riconoscere che il regista Marco Balich, grazie alla consulenza scientifica dei Musei Vaticani, ha avuto certamente un’intuizione geniale.
Tutti gli attori (Valentino Infuso / Eugenio Di Fraia (Michelangelo); Francesco Maria Cordella / Pietro Rebora (Giulio II), insieme ai ballerini, inoltre, hanno saputo donare un’incisività a questo evento unico nel suo genere (della durata di 60 minuti) che, oltre a coniugare diversi linguaggi artistici, perdura nel tempo.
All’attivo ha 160.000 biglietti venduti e, inoltre, “Giudizio Universale – Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel” si avvale di 270° di video proiezioni ed è tradotto in 8 lingue.
Annalisa Civitelli
Maggiori informazioni
Auditorium Conciliazione
Giudizio Universale
Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel
show di Marco Balich
co-regia Lulu Helbek
voce di Pierfrancesco Favino – Michelangelo
musica John Metcalfe
main theme song Sting
video design Luke Halls
stage design Stufish Entertainment Architects
coreografie Fotis Nikolaou
lighting design Bruno Poet e Rob Halliday
costumi Giovanna Buzzi
props art direction Plastikart
sound design Mirko Perri
supervisione teatrale Gabriele Vacis
dialoghi Luca Speranzoni