Alla Sala Umberto capitolina, dal 1° al 6 marzo, il riadattamento teatrale di “Giulietta”, il racconto di Federico Fellini, viene elaborato da Vitaliano Trevisan per la regia di Valter Malosti. Roberta Caronia veste i panni della protagonista e incanta il pubblico con una performance accattivante e superba
Roberta Caronia, insignita del Premio della Critica Teatrale ANCT 2020, interpreta ‘Giulietta’ dall’unica opera narrativa del regista riminese. Successivamente al libro, che fu considerato la prima idea/soggetto, uscì infatti il film “Giulietta degli spiriti” (1965), scritto in soggettiva, quasi come un flusso di coscienza.
Il testo infatti è inteso come una favola psicanalitica in cui il regista inserisce sedute spiritiche, conseguenza dovuta alle frequentazioni di maghi, veggenti e spiritisti da parte di Fellini stesso e Giulietta Masina. In effetti, oltre alla parapsicologia, Fellini intende analizzare la sua vicinanza alla psicanalisi.
In questo modo si spiega il meticoloso lavoro di Vitaliano Trevisan il quale, grazie agli spazi temporali ben gestiti, ci fa comprendere quanto una persona possa arrivare a capire se stessa attraverso un percorso profondo e intenso.
Ci troviamo di fronte a una donna insicura che non ha mai sopportato la sua faccia allo specchio, non accetta il suo volto. Mentre, al contrario, considera la bellezza della madre e della sorella più incisive sia per carattere sia per il fisico.
Da qui si dipanano intervalli irregolari rimandati dal ritmo di una recitazione eccellente, che delinea stati d’animo ed emozioni tra paure, timori, felicità e l’enfasi del racconto. La passione dunque prende il sopravvento: essa esalta l’insieme. Troviamo la Caronia sola al centro del palco che, tra movenze, elementi di scena e descrizione di momenti vissuti, accompagna la platea all’interno di un racconto onirico.
L’attrice veste di bianco: indossa un’enorme gonna a ruota fermata sul palco, ideata da Patrizia Tirino. L’interprete è circondata da manichini di legno i quali a volte vengono illuminati, assumendo così le sembianze dei personaggi che vengono invocati. La rappresentazione rievoca quella che fu “Voce di donna” di Melania Giglio, inserita nella rassegna “Una stanza tutta per lei” che andò in scena al Brancaccino di Roma nel 2017.
La musica originale di Giovanni D’Aquila, è stridula e angosciante; il sottofondo di voci incute timore come capita nei film: le incursioni della tromba, inoltre, come rumori di gocce, del mare, di un aeroplano, sono crescenti e descrivono gli ambienti esterni ed interni.
Il gioco di luce fotografico è la sintesi del lavoro. Magnifico davvero, mette in luce le gestualità che la Caronia mette in opera con maestria. Allo stesso modo funziona la regia a firma di Valter Malosti.
Noi siamo rapiti dal lungo monologo in cui emergono le relazioni familiari, i caratteri di ognuno, la vita fatta di guerra, di invasori, di sedute spiritiche, e di frequentazioni di donne che, in qualche modo, indicano la strada per lasciarsi andare a un soffio di follia e cercare di farci accettare, solo al termine della nostra esistenza, le proprie sembianze.
Annalisa Civitelli
Foto: Tommaso Le Pera
Sala Umberto
dal 1 al 6 marzo
Giulietta
dal racconto “Giulietta” – ed. Diogenes Verlag 1989 / il Melangolo, 1994 di Federico Fellini
uno spettacolo di Valter Malosti
con Roberta Caronia
Adattamento teatrale Vitaliano Trevisan
Assistente alla regia Alba Manuguerra
Costume Patrizia Tirino
Luci Francesco Dell’Elba
Marionette Gianni Busso
Musiche originali Giovanni D’Aquila
Scene Paolo Baroni
Progetto sonoro Valter Malosti
Ricostruzione e rielaborazione del suono Fabio Cinicola
Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa