Il 24 novembre è uscito ‘Habitat’, il nuovo album del gruppo C’Mon Tigre. Un lavoro bizzarro e fuori dalle righe, fatto di legami tra generi e tematiche che attraversano il mondo e la storia, per celebrare una passione comune: la musica
Quando si preme play su “Goodbye reality”, la traccia che apre l’ultimo album dei C’Mon Tigre, ci si trova davanti una wall of sound poderosa, un’avanzata trionfale di corni jazz-lounge ricchi, lucidi e coloriti come la copertina dell’album. Con un quadro sonoro così potente ‘Habitat’ si presenta al primo impatto, e non rallenta la corsa fino alla fine.
I C’Mon Tigre sono sfaccettati sin dal titolo, che combina una locuzione francese “c’est mon tigre” con una inglese, “come on tiger”. Nei loro ormai dieci anni di attività hanno toccato qualunque genere sia possibile toccare, ma non hanno perso il loro smalto.
E portano dalla loro nomi come Seun Kuti, figlio del leggendario Fela Kuti, la cantautrice e modella di Bahia Xênia França, e lo stagionato produttore Arto Lindsay. Oltre al nostro Giovanni Truppi, che si produce in uno dei suoi consueti flussi di coscienza in “Sento un morso dolce”.
Habitat: i suoi spazi emotivi
Per il resto della sua durata, ‘Habitat’ mantiene la stessa ricchezza sonora, muovendosi a partire dal comune denominatore di jazz e samba senza mai perdere energia e rallentare il tempo. Mancano, allo stesso tempo, grandi svolte e sorprese.
Tutti i partecipanti si muovono sulla stessa linea e paiono ballare allo stesso tempo, confondendo le tracce in un percorso ascendente e immediatamente riconoscibile. Non mancano però le trovate produttive, come il sottile ma fondamentale xilofono che si sente in “Nomad at home”, che rimangono addosso. La combinazione tra quello xilofono, sempre più veloce, e il galoppare silenzioso dei tamburi, è uno dei momenti più forti.
Solitudine e alienazione
La missione musicale dei C’Mon Tigre è di raccontare esperienze di vita tramite la musica. Non tanto nel testo – che è presente, ma in secondo piano, come uno strumento ulteriore – ma nei quadri disegnati dal sound, dall’incalzare delle basi e dagli ottoni sempre presenti.
Nonostante la sua vivacità c’è qualcosa di sottilmente insidioso in giro per la struttura di ‘Habitat’. Nella sua frenesia tocca tematiche di solitudine e alienazione, in cui la realtà pare ripiegarsi su sé stessa e la natura e la musica – la bellezza – sono le uniche forme di conforto.
Così al centro di ‘Habitat’ c’è un’inquietudine che cerca una via di fuga, un conforto in qualunque spazio, e si narra in silenzio, solo attraverso i brani. Un impegno raccogliticcio, che viene da molte mani, ma il cui modo di comunicare è coeso e forte.
I C’Mon Tigre si lasciano guidare dalla passione, e solo da quella: doveva esserci almeno qualcosa in un gruppo così.
Maria Flaminia Zacchilli
Habitat
C’Mon Tigre
1. Goodbye Reality
2. The Botanist (feat. Seun Kuti)
3. Teen Age Kingdom (feat. Xenia França)
4. Sixty Four Seasons
5. Nomad At Home
6. Odiame
7. Sento Un Morso Dolce (feat. Giovanni Truppi)
8. Na Dança Das Flores
9. Keep Watching Me (feat. Arto Lindsay)
Tutte le canzoni sono state scritte, composte ed arrangiate dai C’mon Tigre
tranne “Odiame” composta da Rafael Otero López e Federico Barreto
Testi dei C’mon Tigre tranne:
“The botanist” scritto dai C’mon Tigre e Seun Kuti
“Keep watching me” scritto dai C’mon Tigre e Arto Lindsay
“Teen age kingdom” scritto dai C’mon Tigre e Xênia França
“Sento un morso dolce” scritto da Giovanni Truppi
“Odiame” scritto da Rafael Otero López e Federico Barreto
Registrato e mixato da Lorenzo Caperchi & C’mon Tigre presso la Tana a Bologna (IT), Rio de Janeiro (BR), São Paulo (BR)
Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Mastering Studio
Prodotto da C’Mon Tigre & Ettore Caretta per Intersuoni, in collaborazione con Puzzle Puzzle
Layout e design dei C’mon Tigre
Tigri disegnate da Enea Luisi
Giovanni Truppi appare nel brano “Sento Un Morso Dolce” per gentile concessione di Virgin Music Las Italia
Danny Ray Barragan DRB batteria
Mirko Cisilino tromba, trombone e corno francese
Voce in “Teenage kingdom” Xênia França
Marco Frattini batteria
Voce e assolo di sax alto in “The botanist” Seun Kuti
Voce in “Keep watching me” Arto Lindsay
Eloisa Manera violino
Pasquale Mirra xilofono, xilofono elaborato
Daniela Savoldi violoncello, viola
Beppe Scardino sax baritono, sax tenore, sax contralto, flauto, clarinetto basso, clarinetto basso elaborato
Cori in “The Botanist”, “Teen Age Kingdom”, “Na Dança Des Flores” Valeria Sturba
Voce in “Sento Un Morso Dolce” Giovanni Truppi
Etichetta Intersuoni
Distributore digitale Believe
Distributore fisico Italiano Goodfellas
Distributore fisico internazionale Modulor