Il mondo ricorda la bellezza, ma non si cura della mente di una persona. Nella Giornata Internazionale della Donna è bene ricordare che la distinzione femminile è frutto di intelligenza e impegno non adeguatamente riconosciuto. Tuttavia, un esempio eclatante del secolo scorso è la figura eclettica di Hedy Lamarr che si è saputa differenziare sia nel mondo attoriale sia scientifico
Hedy Lamarr, la mitica attrice e inventrice del Novecento, definita ancora oggi una delle più belle del mondo, è nata a Vienna il 9 novembre 1914. Tale data inoltre coincide con il “Giorno dell’Inventore” che si celebra in Germania, Austria e Svizzera.
Non è un caso. Pochi sono a conoscenza del fatto che quella splendida signora, al secolo Hedwig Eva Maria Kiesler, che aveva alle spalle studi di ingegneria abbandonati per il cinema, ha brevettato un protocollo crittografico per telecomunicazioni senza fili. Bella e intelligente. A molti, purtroppo, sembra una contraddizione in termini, grazie a solidi pregiudizi atavici.
La bellezza infatti solitamente viene concettualmente accostata alla vacuità. Il caso Hedy Lamarr è paradigmatico. L’attrice è nota per la sua carriere artistica, che la propone come bellezza classica. Altri forse hanno letto che le si deve il primo nudo integrale su pellicola cinematografica, uno scandalo per l’epoca. Viene anche ricordato che sei mariti hanno segnato una vita affettiva poco appagante.
I riconoscimenti del genio scientifico
Pochissimi sanno, invece, che è stata più decorata di un generale. Ma soprattutto che i riconoscimenti si devono al suo genio scientifico. È stata premiata da Lockeed e da Electronic Frontier Foundation, oltre che dall’Inventors Club of America, e ha infine ottenuto, nell’ottobre 1998, la medaglia Kaplan, la più prestigiosa onorificenza austriaca per uno scienziato. In suo onore, dunque, il 9 novembre è stato proclamato il “Giorno dell’Inventore”.
Impiegato nei decenni successivi in diversi sistemi di controllo militari, il brevetto di Hedy Lamarr è oggi alla base di tecnologie come la rete cellulare e il Wi-Fi. Accadeva nel 1942, in piena II Guerra Mondiale e nel momento più elevato della sua carriera cinematografica.
La proverbiale bellezza di Hedy Lamarr ha inoltre consentito all’attrice di introdursi negli ambienti che contavano in quell’epoca. Sei unioni matrimoniali infelici, ma sei opportunità di venire a contatto con ambienti diversi, con personaggi illustri e di chiacchierare amabilmente non solo del più o del meno, ma anche di toccare argomenti seri, scientifici e strategici.
Gradevolmente bella, piacevolmente decorativa nei salotti, e altrettanto intelligente, ha pertanto occasione di confrontarsi con tecnici e gli scienziati militari, con i quali intrattiene lunghi discorsi sulle scienze applicate.
Hedy Lamarr: il sistema crittografico
Assieme al primo marito frequenta ambienti che la portano a contatto con gerarchi e trafficanti di armi dai quali trae spunto per acculturarsi sulle armi utilizzate nella guerra in corso. Sarà nel corso di prove musicali con un pianista tedesco che ha l’intuizione geniale.
Immagina un sistema di controllo a distanza per missili subacquei sul quale le navi nemici non avrebbero potuto interferire per deviare la traiettoria. Inventa dunque un sistema crittografico basato sul continuo cambio di frequenza ricalcato sulla tastiera di un pianoforte, dove gli ottantotto tasti producono differenti segnali a una data frequenza.
Brevettata la scoperta, nel 1942 viene proposta alla Marina Statunitense. Il sistema, tuttavia sin troppo avanzato per all’epoca venne applicato qualche decennio dopo in sistemi militari. Oggi però lo usiamo tutti. Il “Secret Communication System” è tuttora alla base del sistema cosiddetto a spettro espanso e utilizzato in tecnologie come il GPS, Bluetooth, sistemi di comunicazione cellulare e Wi-Fi.
Le donne tra immagine e intelletto
Non è un caso che le donne dimostrano di avere pari o addirittura migliori risultati nelle fasi scolastiche, invece perdono il primato nelle fasi successive della vita.
I media e la comunicazione in genere, rendono un’immagine di donna molto legata all’apparenza. Dunque non all’autostima, ma alla stima di sé raggiunta solo attraverso l’approvazione degli altri.
Insomma, non un vantaggio competitivo auto-acquisito, ma fondato su elementi di per se tanto fragili quanto vacui. La bellezza non può essere il metro di giudizio della persona: il valore della persona si fonda sulla intera essenza.
Margherita Manara