Fino allo scorso 4 dicembre, il teatro Trastevere di Roma ha ospitato ‘Hopper Mode’, un singolare lavoro teatrale che prova a dare una vita drammaturgica agli evocativi quadri di Edward Hopper, non portando però a termine questa missione
Negli anni ‘60, i membri della comunità di un sobborgo americano conducono le proprie vite in uno stato di mera apparenza e monotonia che non concede vita a nessuna emozione, neppure quando un cittadino straniero entra a far parte delle loro banali esistenze.
I quadri di Edward Hopper, dai quali questo particolare spettacolo prende ispirazione, hanno sempre basato la propria narrazione sulla fissità e su un tempo che sembra fermo su se stesso, ponendo i protagonisti delle stesse opere in uno stato di meditazione vicino all’apatia.
In ‘Hopper Mode’, scritto da Marco Andreoli e diretto da Antonio Sinisi, il fulcro drammaturgico sembra essere proprio questa peculiare natura dei dipinti, ma il tentativo di leggere tra le pennellate di Edward Hopper si è dimostrato una missione fallita.
Un’idea senza sviluppo
In nome della calma e della lentezza che contraddistinguono la produzione di Hopper, l’opera è priva di nervo e già a pochissimi minuti dall’inizio si dimostra pericolosamente noiosa.
La dicotomia tra realtà interiore ed esteriore, che rappresenta lo scheletro della trama, non viene mai sviluppata con determinazione se non attraverso un uso scontato dei dialoghi che tuttavia non riescono a diventare accattivanti né tantomeno a coinvolgere l’attenzione del pubblico.
La scrittura del copione dà dunque l’idea di essere una prima stesura che non ha subito alcuna revisione e di conseguenza nessun miglioramento.
Hopper Mode: colori e monotonia
A peggiorare la situazione ci si mette il gruppo di interpreti impegnati in scena: alcuni membri del cast si dimostrano immaturi e privi del basilare armamentario di ogni attore tanto da ingigantire ancor di più la monotonia di tutta l’azione.
L’unica nota veramente di colore e di bellezza del lavoro sono i costumi e gli oggetti di scena (curati da Claudia Fonti), perfetti nei minimi dettagli e fedelissimi alla moda degli anni ’60: questi elementi permettono alla rappresentazione di avere promossa almeno la cornice.
L’idea di ‘Hopper Mode’, sulla carta, sembrava intrigante e carica di buone aspettative ma tutto questo, purtroppo, non si è realizzato e lo spettatore non può che rimanerne deluso.
Gabriele Amoroso
Teatro Trastevere
dall’1 al 4 dicembre
Hopper Mode
di Marco Andreoli
Regia Antonio Sinisi
con Almerico Cavallo, Antonio Ciaffone, Cecilia De Angelis, Eleonora Presta, Erica Fusini, Federica Fidaleo, Federico Paci, Gabriele Passaro, Roberto Biocco, Simone Di Pascasio e Valentina Di Odoardo
Costumi e oggetti Claudia Fonti
Musiche originali Cristiano Urbani
Scenotecnica Stefano Pietrini
Produzione VIATY