aria | acqua | fuoco | terra: il difficile equilibrio tra uomo e natura
Per una sostenibilità più consapevole
Patrocinato dall’Ambasciata del Regno del Marocco in Italia, INSOR – Istituto di Sociologia Rurale, FIDAF – Federazione Italiana Dottori in scienze Agrarie e Forestali, Cerealia Festival Rurale e dedicato a Greenpeace, lo spettacolo al quale abbiamo assistito è inoltre stato premiato nel 2016 come “miglior tema” all’International Theatre Festival Arouad in Marocco. Uno sguardo oltre: dedicato del tutto all’habitat che ci circonda e ci appartiene, è uno stimolo per la società intera
Di questi tempi assistere a performance che inducono alla riflessione è consuetudine, soprattutto se abbracciano temi sociali, che toccano tutti noi. Il 26 ottobre è andata in scena al Teatro Centrale Preneste della capitale una rappresentazione dai registi civili, però questa volta, dedicata all’ambiente. Interamente ecologica incentra quindi l’attenzione alla natura incontaminata, alla bellezza del nostro Pianeta e, appunto, agli elementi che ci aiutano a vivere.
Al contrario veniamo sottoposti alla visione di alcuni video, che scorrono sullo fondo, sul terribile stress che la Terra subisce a causa del forte inquinamento, sotto vari aspetti, da parte dell’uomo: l’acustico; l’invasione della plastica, che mangia l’ecosistema dei mari e i suoi abitanti; il fumo delle fabbriche che si infrange, invece, sui cieli; infine, l’incessante smog. Insomma un quadro non idilliaco che dovremmo essere capaci a riparare e a salvaguardare.
In scena Aziza Essalek, Diana Forlani, Paola Sarcina e Stefania Toscano (coreografie e movimenti scenici), si alternano sul palco tra recitazione, danza e declamazione in arabo. L’intero testo prende spunto da “Le Metamorfosi” di Ovidio, unendo la poetica romana a quella di Eraclito, Kahlil Gribran ed Emily Dickinson. Paola Sarcina (drammaturgia, regia e costumi), inoltre, ha integrato il contenuto con dei pezzi originali scritti da lei. Rientrano infine dei passi dall’Enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco incentrata sull’ecosistema e nella sua visione di una “ecologia integrale”.
Stefania Toscano emerge tra cumuli di plastica: si rotola sui sacchi pieni di bottiglie di plastica, creando dei suoni striduli ma incisivi. Partono così tutte le movenze, anche robotiche, che generano equilibrio sul palco. Al buio le interpreti vestite di tute sterili bianche entrano in scena con delle lanterne che tengono sulle loro mani.
Le musiche, per di più riprese dal repertorio classico, fanno da sfondo sonoro idoneo, ricercato e morbido. Si uniscono sonorità tribali, epiche e orientaleggianti, mentre noi siamo rapiti dalla natura in tutte le sue forme e aspetto: mare; spazi sconfinati; montagna; boschi; neve; Universo; pianeti; animali; pale eoliche; vento ispiratore.
Le immagini (di cui l’onere del progetto video va a Federico Spirito) pertanto vanno ad assemblarsi ai semplici rumori dell’acqua e dell’aria, come la fantasia esplode inducendoci a vagheggiare i ruoli del fuoco e della terra. Si contestualizzano così le caratteristiche dei quattro elementi che in fondo si compensano e dialogano nonostante le basilari differenze: Terra e Acqua, in quanto pesanti; Aria e Fuoco, perché leggeri.
Una pièce più che di facile comprensione, concettuale e attuale. Si riflette molto e si punta al quesito “A che scopo camminiamo su questa terra?“. Veniamo ulteriormente catturati da ogni quadro in cui la Toscano con il suo corpo dà voce agli elementi in questione: gioca con l’acqua disposta all’interno di ciotole di vetro; offre doni alla terra, grazie a un’atmosfera che rimanda al mondo indiano; infine, balla su un tema epico quasi fosse una Dea che sparge gusci di noci per terra.
Anche i suoni con le mani battute sul proprio fisico sono suggestivi, come le stesse parole pronunciate a ritmo. Tutti gli elementi di scena sono di conseguenza una scelta indovinata: il mappamondo, le palle colorate e altre minuzie non trascurabili, come il trucco di Giulia Ferruzzi.
Dalla genesi all’oggi l’excursus è un viaggio interminabile: dalle presenze aliene sulla Terra al caos, dallo stato primordiale a ciò che abbiamo ora, che dovremmo mantenere intatto per non ammalarci e volerci bene. Emerge sul finale la consueta continuità, il ricorrente rinnovarsi, in cui tutto nasce e torna agli elementi atmosferici.
Di spunti per cambiare l’andamento del pianeta ne abbiamo eppure siamo inermi e necessitiamo sempre di stimoli: tutto dunque è in relazione. A noi non resta che accogliere l’invito del Papa, il quale si fa portavoce di un messaggio preciso e rivolto alla collettività:
“Tutto è in relazione e tutti noi esseri umani, siamo uniti in un meraviglioso pellegrinaggio con il fiume e il mare, il cielo e la Terra […] l’universo tutto. […] Possa la nostra epoca essere ricordata per il risveglio di un nuovo rispetto per la vita; per l’impegno a raggiungere la sostenibilità, la giustizia e la pace; per la gioiosa celebrazione della vita”
Annalisa Civitelli
Foto: Andrea Melaranci
Video del servizio fotografico
Teatro Centrale Preneste
26 ottobre
i 4 elementi
aria | acqua | fuoco | terra
il difficile equilibrio tra uomo e natura
(performance di teatro, danza e video in italiano e arabo)
con Aziza Essalek, Diana Forlani, Paola Sarcina e Stefania Toscano
coreografie e movimenti scenici Stefania Toscano
drammaturgia, regia e costumi Paola Sarcina
progetto video Federico Spirito
effetti sonori Marco Melia
disegno luci e audio Giorgio Rossi
trucco Giulia Ferruzzi
assistenti alla regia Lavinia Maria Mazzi e Andrea Veloce
con il patrocinio di Ambasciata del Regno del Marocco in Italia, INSOR – Istituto di Sociologia Rurale,
FIDAF – Federazione Italiana Dottori in scienze Agrarie e Forestali, Cerealia Festival Rurale
dedicato a GREENPEACE
spettacolo premiato come “miglior tema” all’International Theatre Festival Arouad (Marocco, 2016)
Produzione Music Theatre International – M.Th.I.