Fino al 30 aprile, il teatro Sala Umberto di Roma ospita ‘I due Papi’: l’opera è la versione teatrale dell’omonimo film diretto da Fernando Meirelles e sceneggiato da Anthony McCarten nel 2019. Con la regia di Giancarlo Nicoletti e l’interpretazione di due magnifici Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, la rappresentazione diventa uno spettacolo sorprendente
Dieci anni fa, Papa Ratzinger, Benedetto XVI, decise inaspettatamente di abdicare per via della sua età avanzata e per altri motivi strettamente personali. Gli successe l’argentino Jorge Mario Bergoglio, il quale scelse per il suo ruolo di Pontefice il nome di Francesco. Quello che non si sapeva è che fu lo stesso Ratzinger a condizionare in qualche modo la scelta di Bergoglio da parte degli altri cardinali.
Nel 2019, “I due Papi”, opera cinematografica firmata da Anthony McCarten, ha ricevuto critiche positive in tutto il mondo e Jonathan Pryce, interprete di Papa Francesco, ha ottenuto addirittura una nomination all’Oscar come miglio attore protagonista per quel ruolo.
La versione teatrale de ‘I due Papi’ non ha nulla da invidiare al suo omonimo fratello sul grande schermo: lo spettacolo è di altissima qualità e il copione vive di una ricchezza che è sempre più rara da trovare sulle scene.
Le figure di Ratzinger e di Bergoglio sono presentate come due esseri umani (come ripete più volte il primo) prima che come due ecclesiastici di altissimo rango, e la cifra costantemente umoristica e sardonica dei dialoghi fa di questa opera un lavoro unico.
Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, interpreti rispettivamente di Benedetto XIV e del futuro Papa Francesco, recitano i propri ruoli con eleganza e intensità e liberano le due figure dai loro caratteristici accenti scongiurando il rischio di caricature e esaltando l’anima di entrambi.
La messinscena accenna soltanto le circostanze più controverse che orbitano attorno alla Chiesa, mentre indaga con più attenzione quelle che hanno riguardato il privato dei due Papi, dipingendoli come uomini fallibili al di là dei loro titoli.
I due papi: la chiesa davvero
Lo scopo del lavoro è mostrare due prospettive opposte verso le finalità e le identità della Chiesa stessa, restituendo un’immagine del clero estremamente complessa, contraddittoria e lontana da qualsiasi componente spirituale.
La regia del bravo Giancarlo Nicoletti non indugia su dinamismi elaborati ma si sofferma sulle perfette interpretazioni dei due protagonisti che sono resi simpatici e terreni allo stesso tempo.
Il valore aggiunto de ‘I due Papi’ è indubbiamente la magnifica scenografia di Alessandro Chiti e Alessandra Menè che, con pochi elementi e proiezioni di grandissimo effetto, riproduce appartamenti vaticani, i giardini della residenza papale di Castel Gandolfo e persino una maestosa Cappella Sistina.
Non sono pochi i momenti emozionanti che coinvolgono tutti gli spettatori, anche quelli che nulla hanno a che fare con la religione, e alla fine della rappresentazione il pubblico prova la sensazione di aver ricevuto una vera e propria assoluzione.
Gabriele Amoroso
Foto: Agnese Ruggeri
Teatro Sala Umberto
dall’11 al 30 aprile
I due Papi
di Anthony McCarten
traduzione Edoardo Erba
Regia Giancarlo Nicoletti
con Giorgio Colangeli, Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Ira Fronten e Alessandro Giova
Costumi Vincenzo Napolitano
Disegno luci e fonica David Barittoni
Scene Alessandro Chiti e Alessandra Menè
Produzione Goldenart Production – Viola Produzioni – Altra Scena – I due della città del sole su licenza di Muse of Fire Production Ltd e in collaborazione con Festival Teatrale di Borgio Verezzi