Lo scorso 1° giugno i Musei al confine tra Roma e la Città del Vaticano hanno riaperto il loro maestoso portone dopo le infinite settimane di lockdown. L’assenza di turisti e le misure anti Covid–19 hanno liberato i sontuosi saloni dall’invasione quotidiana di migliaia di visitatori permettendo all’intera struttura di vivere una seconda, fiera, nascita. Le grandiose stanze e gli eleganti cortili si presentano vuoti, silenziosi, illuminati da un caldo sole primaverile ma sempre ricchi di opere d’arte meravigliose: un’opportunità imperdibile per chiunque voglia goderne praticamente da solo: ‘I Musei Vaticani tutti per sé’
Dal momento della loro apertura al pubblico nel 1771 su decisione di papa Clemente XIV (dopo esser stati fondati nel 1506 da papa Giulio II), i Musei Vaticani sono sempre stati una delle raccolte di opere d’arte più ricche del pianeta: sculture; dipinti; arazzi; mosaici; affreschi; gioielli; sarcofagi; innumerevoli altri capolavori di ogni epoca risiedono ancora lì come testimoni del tempo.
Dopo tre lunghissimi mesi di chiusura imposta dall’emergenza Covid–19, l’enorme polo di Viale Vaticano riapre con le ormai note norme di sicurezza: prenotazioni; entrate contingentate; misurazione della temperatura corporea all’ingresso; obbligo di mascherine in tutti gli ambienti.
Ma è proprio questo insieme di condizioni, che possono sembrare scoraggianti, a rendere la visita dei Musei in questo giugno 2020 un’occasione da non lasciarsi sfuggire.
Questo luogo è proverbialmente noto per essere ogni giorno invaso da centinaia di turisti, un numero così alto che non è raro venire a conoscenza di chi, esasperato dalle infinite code per entrare, rinuncia all’esperienza: basti pensare che nel 2019 i biglietti staccati sono stati più di 6.700.000, cifre impressionanti che da decenni garantiscono ai Musei un posto sul podio dei più visitati al mondo.
Dallo scorso 1° giugno questi numeri si sono ridimensionati in modo drastico: la contingentazione non permette assolutamente volumi di persone così spropositati (prima della chiusura totale si contavano quasi 30.000 presenze al giorno) e di conseguenza, tra gli spostamenti internazionali ancora molto limitati, l’accesso su prenotazione e il residuo di paura, i Musei Vaticani sono aperti ma quasi deserti: questa è l’opportunità da non perdere.
I Musei Vaticani tutti per sé: le gallerie vuote
Attraverso le gallerie interminabili e gli enormi saloni, i pochi visitatori non soltanto godono di opere d’arte stupefacenti, ma hanno il privilegio di poterlo fare immersi in un silenzio che permette di assaporare con ancora più trasporto tutta quella quantità sconfinata di bellezza.
Una volta all’interno non c’è un limite di orario da rispettare e dunque si può restare a meravigliarsi di quello spazio incantato per lunghe ore: stupende sculture greche e romane; immensi mosaici; pezzi di arte egizia vecchi migliaia di anni; carte geografiche; centinaia di dipinti riempiono le pareti e ogni angolo possibile. I nomi di Michelangelo, Raffaello, Giotto, Caravaggio fanno compagnia a quelli di Lisippo, Canova e Van Gogh.
Ed è arrivati finalmente dentro la leggendaria Cappella Sistina che il viaggio attraverso i secoli, fermi dentro i Musei, raggiunge la sua degna meta: il capolavoro michelangiolesco si lascia osservare in una condizione spirituale, quasi sacra; come riflesso incondizionato si trattiene il respiro e si svuota la mente e, ancora una volta, il numero minimo di persone e la tranquillità aumentano la forza evocativa di uno splendore artistico così carico di significato. La magnificenza è tale che commuove, sovrasta, lascia increduli, diventa difficile abbandonare quel luogo magico.
Svolgere la visita nel primo pomeriggio permette di apprezzare la maggior parte dei tesori presenti nella struttura con la naturale luce del sole: le opere sono bagnate da raggi che le rendono quasi vive, animate, e l’intero spazio si trasforma in una dimensione fuori dal tempo nella quale tutto sembra incredibile.
Prima che i Musei Vaticani tornino a essere presi d’assalto dai cittadini di tutto il mondo vale la pena sfruttare questo momento unico tra i pochi effetti positivi che la devastante pandemia ha lasciato dietro di sé: sarà un dono per se stessi, un lungo istante da vivere in privato, qualcosa che chiunque ami il bello merita.
Gabriele Amoroso
Foto: Gabriele Amoroso