Il 16 e il 17 novembre scorsi, il teatro Trastevere di Roma ha avuto in cartellone ‘I perdenti di Acapulco’: il testo è firmato dal bravo Lahire Tortora il quale racconta con uno stile unico e vincente la storia di quattro uomini che prendono parte come comparse alle riprese del blockbuster “Rambo 2 – La vendetta” e diventano così intimi da mettere a nudo tutti i propri pensieri
In Messico, durante le riprese di “Rambo 2 – La vendetta” celeberrimo film con Sylvester Stallone e secondo capitolo della saga del supersoldato John Rambo, Steve, Will, Voyo e John, quattro attori ingaggiati per fare le comparse nel lungometraggio, diventano in qualche modo amici: nel corso dei tanti giorni di lavorazione del film, i quattro uomini mettono a nudo le proprie personalità e, con tanta o poca discrezione, esprimono i propri sogni.
‘I perdenti di Acapulco’ è uno spettacolo da vedere: il brillante monologo, firmato da Lahire Tortora, prende spunto da “Acapulco”, una commedia teatrale scritta dall’attore Steven Berkoff che con questo testo mise in scena la propria esperienza come membro del cast di “Rambo 2 – La vendetta”.
L’opera coinvolge gli spettatori con una lunga serie di episodi che mostrano allo stesso tempo uno degli aspetti meno affascinanti di Hollywood e un’analisi di molteplici angolazioni della psicologia maschile.
I perdenti di Acapulco:
un lavoro quasi perfetto
Il giovane interprete Lahire Tortora è bravissimo e dimostra un evidente amore per il palcoscenico; Tortora tiene in piedi l’intero monologo per quasi cento minuti senza perdere un colpo e appare chiaro come si diverta a interagire e a godersi la presenza del pubblico anche quando questo è esiguo.
Alle doti di attore di Tortora si accompagnano quelle di autore che, in questo caso, hanno creato un’opera singolare e ricca di dettagli che intrattiene su più fronti.
È tuttavia proprio l’abbondanza di particolari a diventare forse l’unico difetto di questo spettacolo: la durata eccessiva e una certa verbosità contribuiscono a creare non pochi momenti irrilevanti che appesantiscono l’azione e che se fossero limati garantirebbero un ritmo molto più piacevole e asciutto.
Nonostante questo, ‘I perdenti di Acapulco’ è un lavoro a cui bisogna assistere sia per apprezzare la bravura di Tortora e la sua capacità di tenere alta l’attenzione del pubblico, sia per prendere atto di come ci sia qualcosa di interessante anche in un gruppo di quattro uomini sconosciuti e banali che non hanno poi molto di speciale da raccontare.
Gabriele Amoroso
Foto: Piero Tauro
Teatro Trastevere
16 e 17 novembre
I perdenti di Acapulco
di e con Lahire Tortora
Liberamente ispirato ad “Acapulco” di Steven Berkoff
Scene e costumi Marta Mazzuccato
Assistenza tecnica Fabio Berton
Progetto grafico Giorgia Faccin
con il sostegno di TeatroINFolle