Il Teatro Studio Uno di Roma, dal 14 al 17 febbraio, ha ospitato il capitolo numero due dell’esperimento ideato dai “tre barba” Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo. Il barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini è la seconda opera lirica che i tre attori portano in scena attraverso una rappresentazione a metà tra la parodia e l’omaggio e che riscuote un successo di pubblico ampissimo e meritato
Figaro è il celeberrimo barbiere e factotum spagnolo, riconosciuto e ricercato in tutta Siviglia, che giocherà il ruolo di mediatore e spalla nell’avventura tra lo scapestrato Conte d’Almaviva, la sua amata Rosina e don Bartolo, il tutore di quest’ultima: in un crescendo rocambolesco di avvenimenti e risate, alla fine tutto troverà il giusto collocamento nella storia.
Quella che a prima vista sembra una parodia, o meglio uno spettacolo quasi divertito, leggero e disincantato, è in realtà un lavoro ricco di cura ed attenzione all’interno del quale la parte puramente comica, che è comunque predominante, resta soltanto una componente per costruire una rappresentazione globalmente ottima.
L’intreccio principale dell’operetta, musicata da Gioacchino Rossini su libretto di Cesare Sterbini e andata in scena per la prima volta nel 1816, rimane pressoché invariato; è assolutamente divertente e interessante vedere come, nel lavoro di Lorenzo De Liberato, ci sia la volontà di rispettare il testo originale pur inserendo tra una battuta e l’altra riferimenti al contemporaneo e addirittura qualche canzone decisamente non in linea con l’epoca musicale ottocentesca.
De Liberato, che negli ultimi anni si è distinto per trasposizioni sempre riuscite di classici teatrali e che, ultimamente, proprio con “Il barbiere di Siviglia” e “Così fan tutte” di Mozart si è cimentato anche con le opere buffe, è un regista brillante ed ispirato e i lavori da lui firmati stanno diventando anno dopo anno una garanzia di successo.
L’autore si fa notare anche per la capacità di scegliere con lungimiranza gli attori con cui portare in scena i propri spettacoli: in questo caso Lorenzo Garufo e soprattutto Alessio Esposito lo accompagnano magistralmente sul palcoscenico interpretando i propri ruoli con una disinvoltura straordinaria e cantando insieme al regista stesso con un’ottima intonazione.
Al di là dell’opera originale rossiniana, già eccezionalmente comica e celebre dai suoi esordi, ogni elemento drammaturgico e registico inserito ex novo da De Liberato diventa un valore aggiunto che esalta la natura buffa del copione senza mai scendere in un facile e scontato umorismo ma, anzi, dando prova del davvero poco comune talento del giovane regista.
È bellissimo vedere come questi tre ragazzi, insieme, portino in scena non soltanto una bravura formidabile, un enorme rispetto per il teatro e una preziosa complicità, ma soprattutto la felicità tangibile di essere sul palcoscenico e già questo basta per sommergerli di applausi.
Gabriele Amoroso
Foto: Luisa Fabriziani
Teatro Studio Uno
dal 14 al 17 febbraio
Il barbiere di Siviglia
di Gioacchino Rossini, libretto di Cesare Sterbini
regia Lorenzo De Liberato
con Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito, Lorenzo Garufo
produzione Teatro Studio Uno