Gianfranco Jannuzzo è il protagonista di uno splendido omaggio a Pirandello: al teatro Ghione di Roma torna in scena “Il berretto a sonagli”, capolavoro del premio Nobel agrigentino. Presentato nella sua versione originale, integrata delle scene che per anni sono rimaste tagliate fuori dal copione, la rappresentazione diretta da Francesco Bellomo è un percorso in discesa verso un finale fulminante e memorabile
Tradita ed umiliata, Beatrice, moglie del Cavalier Fiorica, decide di sporgere denuncia contro il fedifrago marito. Convocato il commissario Spanò, la signora Fiorica lo carica del gravoso compito suscitando le sue resistenze ma, messo alle strette, il timido delegato dovrà cedere. Neppure Ciampa, il persuasivo segretario del cavaliere e marito a sua volta tradito di Nina, l’amante di Fiorica stesso, riuscirà a far desistere la furibonda Beatrice, la quale però non ha fatto i conti con il concetto di onorabilità dell’uomo siciliano.
Nella versione originale dell’opera, qui diretta con estrema aderenza e fedeltà alle atmosfere del primo dopoguerra dal bravo Francesco Bellomo, quello che può sembrare un primo atto più sottotono e poco ritmato è in realtà il giusto preambolo a ciò che accadrà dopo l’intervallo, non solo per quanto riguarda la trama e lo svolgersi dell’azione ma proprio per il contesto emotivo che lo spettatore si troverà a vivere: si tratta in sintesi di una preparazione all’intensità della fine della storia che da sola sostiene la grandezza del lavoro pirandelliano.
L’unicità delle parole del drammaturgo siciliano si trova soprattutto nella sua capacità, supportata chiaramente da un palese coraggio, di saper dire verità che già 100 anni fa risultavano molto controverse; l’autore fondamentalmente e saggiamente si disinteressa di questo aspetto e approfitta del proprio ruolo di scrittore per comunicare e dichiarare convinzioni silenziose che di fatto tutti hanno.
Tra un atto e l’altro dell’elegante messinscena, il pubblico ha modo di riflettere sulla vera sostanza dell’opera, quella che Luigi Pirandello ha lasciato soltanto intendere tra i dialoghi dei suoi personaggi: ognuno di questi vive una condizione di lotta interiore, di dilemma, e si ritrova per caso o per volontà chiuso in situazioni dalle quali non ci si può liberare ma soprattutto è il già citato concetto di onorabilità ad essere descritto in modo secco e inconfutabile, un’apparenza talmente importante e preziosa che il protagonista Ciampa, per difendere la propria, confessa che potrebbe persino compiere un delitto.
Si ritrovano dunque in questa commedia tanti dei tratti caratteristici di Pirandello: il doppio, la finzione, la simulazione, il dubbio, il paradosso.
Il secondo atto dello spettacolo scorre più velocemente, si snoda lungo una discesa ed affascina gli spettatori in maniera molto più coinvolgente; gli stessi attori mettono a fuoco più intensamente i rispettivi personaggi e tutti insieme collaborano affiatati verso la soluzione dello spettacolo che si conclude memorabilmente attraverso un monologo carico di affermazioni violente, anche scomode, e interpretato magistralmente da un eccezionale Gianfranco Jannuzzo in un finale squisitamente pirandelliano.
Gabriele Amoroso
Teatro Ghione
dal 30 ottobre all’11 novembre 2018
Il berretto a sonagli
adattamento da Luigi Pirandello
regia Francesco Bellomo
con Gianfranco Jannuzzo, Emanuela Muni, Franco Mirabella, Gaetano Aronica, Anna Malvica, Veronica Rega, Alessandra Ferrara e Caterina Milicchio
assistente alla regia Maya Melis
scenografia Carmelo Giammello
costumi The one
musiche Mario D’Alessandro
luci Marco Palmieri