Il capolavoro letterario che intreccia sconfitta e speranza
“Noi sappiamo che non tutti gli uomini furono creati eguali, nel senso che molta gente vorrebbe farci credere: sappiamo che vi sono persone più intelligenti di altre, più capaci di altre per natura, uomini che riescono a guadagnare più denaro, donne che fanno dolci migliori, individui dotati di qualità negate invece alla maggioranza degli uomini. Ma c’è una cosa, nel nostro paese, di fronte alla quale tutti gli uomini furono davvero creati uguali: un’istituzione umana che fa di un povero l’eguale di Rockefeller, di uno stupido l’eguale di Einstein, e di un ignorante l’eguale di un rettore di università. Questa istituzione, signori, è il tribunale.”
Bianchi e neri, l’eterno dramma del razzismo. Un romanzo che porta il lettore a porsi delle importanti domande. Perché proviamo diffidenza per chi ci appare diverso? Perché crescendo tendiamo ad assorbire le pericolose idee e i pregiudizi dell’ambiente in cui viviamo? Come si può superare quest’ondata di odio?
Nell’immaginaria cittadina dell’Alabama Maycomb vive Jane Luise Finch, detta Scout, una bimba di 6 anni vivace ed acuta, d’animo nobile e molto più matura della sua età. Orfana di madre, vive con un papà avvocato, un fratello maggiore di 12 anni, Jem, ed una bambinaia, Calpurnia.
La vita di questo nucleo familiare si interseca con quelle degli altri abitanti del posto dando vita ad un susseguirsi di azioni che, combinate alla mentalità chiusa che negli anni della Grande Depressione caratterizzava il profondo sud degli Stati Uniti, porteranno alla condanna ed alla carcerazione di un innocente ragazzo di colore, Tom Robinson, accusato di aver violentato una ragazza bianca.
La difesa del giovane verrà affidata d’ufficio proprio ad Atticus, il padre di Scout. Nonostante l’uomo riesca a dimostrare la mancanza di prove per accusare il suo cliente e, di conseguenza, l’innocenza del ragazzo, quest’ultimo verrà comunque condannato a morte, proprio perché era impensabile per l’epoca che un nero vincesse contro un bianco, soprattutto in un caso di stupro.
Questo evento porterà alla luce la paura del diverso e le diseguaglianze che interessavano l’America negli anni Trenta, frutto di forte razzismo e xenofobia e che, purtroppo, nonostante le tante chiacchiere su inclusione ed accettazione, permangono ancora oggi nella nostra società.
“I vicini portano da mangiare quando muore qualcuno, portano dei fiori quando qualcuno è ammalato, e altre piccole cose in altre occasioni. Boo era anche lui un nostro vicino, e ci aveva dato due pupazzi fatti col sapone, un orologio rotto con la catena, un coltello e le nostre vite. Una volta Atticus mi aveva detto: “Non riuscirai mai a capire una persona se non cerchi di metterti nei suoi panni, se non cerchi di vedere le cose dal suo punto di vista”. Ebbene, io quella notte capii quello che voleva dire. Adesso che il buio non ci faceva più paura, avremmo potuto oltrepassare la siepe che ci divideva dalla casa dei Radley, e guardare la città e le cose dalla loro veranda. Accadde tutto in una notte, la notte più lunga, più terribile e insieme la più bella di tutta la mia vita”.
‘Il buio oltre la siepe’, il cui titolo originale era “Uccidere un usignolo”, non è un romanzo semplice. E, non solo per i temi trattati: iniziando a leggerlo, infatti, ci si imbatterà in una scrittura altamente descrittiva e complessa, in alcuni tratti anche un po’ lenta. Ma varrà la pena superare questo scoglio e, mano a mano che la storia procederà, sarà impossibile non appassionarsi alle vicende narrate.
Il razzismo, tema centrale del libro, viene trattato attraverso gli occhi della narratrice, una bimba di 6 anni, che mostra al lettore attraverso il suo sguardo innocente e privo di filtri la realtà di quel tempo, di una società nella quale le violenze sono all’ordine del giorno ed in cui le persone non riescono a guardare oltre le proprie bigotte certezze.
Grazie alla visione pura che contraddistingue sia lei, sia il fratello Jem e il loro amico Dill, riusciamo a scorgere comunque uno spiraglio di positività: la loro mente infatti non è inquinata dai pregiudizi, ma anzi i tre giovani sono in grado di porsi domande semplici ma rivelatrici, di guardare senza condizionamenti il mondo e soprattutto di considerare un uomo per quello che effettivamente è, al di là della razza e del colore della pelle.
Tutto questo grazie anche ad Atticus, che li ha da sempre educati alla tolleranza. Toccante e realisticamente crudele, l’opera di Nelle Harper Lee andrebbe letto non solo dagli adulti ma anche dai ragazzi, visto il suo valore altamente educativo evidenziato anche da Barack Obama che lo ha definito: “Un romanzo assolutamente da leggere per combattere ogni razzismo e discriminazione”.
Matilde de Bisogno
Biografia
Nelle Harper Lee, nata nel 1926 e morta nel 2016, studiò legge ed in seguito venne assunta da una compagnia aerea di New York. Amica da sempre di Truman Capote, fu consigliata da lui a mettere per iscritto i racconti che lei andava facendo dalla propria infanzia. Decise quindi di abbandonare il suo impiego per dedicarsi a “Il buio oltre la siepe”, pubblicato nel 1960, che le valse un immediato e strepitoso successo ed il premio Pulitzer. Nel 2007 le è stata conferita dal presidente Bush la prestigiosa Medaglia della Libertà per i suoi meriti letterari.
Nelle Harper Lee
Il buio oltre la siepe
Feltrinelli edizioni
Collana Universale Economica
Genere Romanzo
Edizione anno 2017
Pagine 290