In scena al teatro Off Off di Roma, fino al prossimo 30 ottobre, ‘Il caso Estermann’ è la rappresentazione teatrale – firmata da Giovanni Franci – di una delle vicende più misteriose e controverse che hanno interessato la città del Vaticano: l’omicidio del comandante delle Guardie Svizzere Pontificie, Alois Estermann. Tuttora un enigma, il delitto soltanto apparentemente ha trovato una risoluzione: risoluzione che è però palesemente falsata
Alois Estermann, appena eletto comandante delle Guardie Svizzere Pontificie, fu ucciso con un colpo di pistola mentre era nel suo appartamento in Vaticano; stessa sorte toccò a sua moglie, la venezuelana Gladys Romero. L’assassino era Cedric Tornay, un subordinato di Estermann, che dopo i due spari fatali si suicidò con la stessa arma: ma fu davvero lui a sparare ai due coniugi e poi a togliersi la vita?
Quello che stavolta Giovanni Franci porta in scena è un interessante esperimento che apre a diverse riflessioni.
‘Il caso Estermann’ sembra non avere una vera drammaturgia: sul palco prende vita la drammatizzazione delle deposizioni rilasciate all’epoca del delitto e delle indagini relative al misterioso omicidio-suicidio senza che ci sia un canonico linguaggio teatrale.
Per questo motivo, in questa occasione, Franci orchestra una regia apparentemente assente e in scena tutto resta statico e sospeso, lasciando che lo spettatore si concentri sulle parole che ricostruiscono quel fumoso caso di cronaca nera.
Il pubblico è dunque perplesso di fronte a quello che non è propriamente uno spettacolo ma la messa in scena di un’inchiesta tanto intricata e avvincente quanto ormai quasi dimenticata.
La mano del bravo Giovanni Franci è tuttavia ben presente e chi conosce il suo stile è in grado di riconoscerlo già dai primissimi minuti di rappresentazione: questa sua firma, come sempre, conferisce al lavoro la stessa dose di inquietante e di raffinato.
Il caso Estermann: un copione labirintico
Il singolare testo, che appare essere appunto la lettura degli atti originali delle indagini in merito al sanguinoso crimine, è denso e labirintico: i dialoghi non si soffermano sulla morte delle tre vittime ma fanno continui riferimenti agli intrighi dei palazzi vaticani, alla Banda della Magliana, al rapimento di Emanuela Orlandi, alla Massoneria, all’Opus Dei.
Questa quantità esorbitante di dettagli e di informazioni mette a durissima prova il cast e infatti i due protagonisti maschili, Alberto Melone e Riccardo Pieretti, seppur validi nella loro recitazione, non sono mai disinvolti e sicuri ma al contrario appaiono costantemente trattenuti, incerti e quasi impauriti nel gestire un copione così complicato.
Il medesimo discorso non vale per Laura Lattuada, l’interprete di Muguette Baudat – la madre di Tornay – la quale nella sua interpretazione è convincente ed emozionante, soprattutto nella bellissima scena finale che nella sua globalità è forse l’unica pagina di teatro puro presente in tutta la rappresentazione.
Quello che resta veramente interessante de ‘Il caso Estermann’ è la sua natura unica, per un lavoro da portare a teatro, che potrebbe far pensare a una lunga serie di celebri casi di cronaca da rappresentare sul palcoscenico, per riesaminare un’ulteriore volta gli elementi più insoliti ed enigmatici di quegli avvenimenti con una prospettiva molto più umana che tecnica.
Gabriele Amoroso
Foto: Marco Aquilanti
Teatro Off Off
dal 25 al 30 ottobre
Il caso Estermann
di Giovanni Franci
Regia Giovanni Franci
con Laura Lattuada, Alberto Melone e Riccardo Pieretti
Elaborazioni digitali Nuvole Rapide Produzioni
Disegno luci Umberto Fiore
Assistente Fabio Del Frate
Consulenza lingua francese Sandrine du Jardin
Consulenza lingua tedesca Aurora Spada