Fino allo scorso 14 ottobre, per tre serate, ‘Il cuore, la milza, il lago’ è stato lo spettacolo in scena al teatro Argot Studio di Roma; l’opera è un inedito firmato dalla giovane autrice Iris Basilicata e, con un linguaggio drammaturgico insolito e diretto, racconta una sofferente storia di perdite e sogni all’interno della quale tutto è immerso nell’acqua
Il giovane e vivace Giovanni perde la vita durante un triste incidente in vacanza. La madre del ragazzo, Lucia, completamente sconvolta dall’evento, non riesce in nessun modo a considerare vera la morte del figlio, per questo motivo quella donna straziata continua a vedere Giovanni ovunque, a parlarci, a sentirlo, a interagirci come se fosse ancora vivo, finendo in un vortice che la allontana sempre più dalla realtà e che la porta a essere compatita anche dal ricordo del suo stesso figlio.
‘Il cuore, la milza, il lago’ è destinato a diventare uno dei lavori migliori della giovane autrice Iris Basilicata: la storia è estremamente semplice e non divaga in inutili incisi, tutta la trama si concentra sul rapporto non più esistente tra una madre e il figlio ormai deceduto, eppure, tramite un lavoro drammaturgico pieno di significato, quella stessa storia diventa carica di sottotesto e sfumature.
Durante la rappresentazione il pubblico assiste a un dialogo che è sempre a metà tra l’onirico e il delirante e che mette nero su bianco la complessità del carattere di questa madre così addolorata e incapace di rassegnarsi di fronte a un evento tanto stravolgente.
Iris Basilicata ha concepito questo copione come fosse l’insieme di alcuni capitoli di un romanzo che vengono mescolati fra loro, creando un’atmosfera da thriller psicologico che si risolve azione dopo azione salendo un climax sempre più d’impatto.
Il cuore, la milza, il lago: via con l’acqua
La scena è discretamente disseminata di sobri simbolismi che rimandano continuamente all’acqua, un elemento che nella storia assume di volta in volta significati diversi e complementari, così come vivificatori e mortali.
Il bravo regista Vittorio Borsari costruisce una rappresentazione essenziale, impiantata su quegli stessi simbolismi nella quale, muovendosi sopra un tappeto che ricorda un proprio vortice acquatico, i due attori sembrano venire davvero inghiottiti dagli eventi della narrazione.
L’autrice Iris Basilicata ed Edoardo Rivoira recitano benissimo, mantenendo sempre un’impercettibile linea di malinconia anche nelle scene più leggere ed esaltando così ancora di più la natura dolorosa della trama.
Una volta terminato lo spettacolo, complice anche una brevissima ma altrettanto toccante scena finale, gran parte del pubblico non trattiene un evidente moto di emozione che decreta ufficialmente la riuscita di un eccellente lavoro.
Gabriele Amoroso
Foto: Chiara Masia
Teatro Argot Studio
dal 12 al 14 ottobre
Il cuore, la milza, il lago
di Iris Basilicata
Regia Vittorio Borsari
con Iris Basilicata e Edoardo Rivoira
Costumi Greta Bolzoni
Grafica Camilla Zanini
Scene Tommaso Osnaghi
Progetto Chronos Tre