Il cinema tra cronaca e denuncia
Simbolo della memoria nazionale, da chi lo riconosce come tale, a tutt’oggi esiste solo una via dedicata a Piersanti Mattarella: a Palermo. La sua storia viene raccontata attraverso l’occhio lucido e attento di un forte impegno sociale, che vuole riscattare l’isola italiana da “Cosa nostra”
Presentato il 19 giugno scorso alla Casa del Cinema di Roma e uscito nei cinema il 2 luglio, ‘Il delitto Mattarella’ si presenta come un film dai registri civili e politici. Lo sguardo del regista Aurelio Grimaldi si concentra sugli avvenimenti storici e sugli intrighi interni alla politica dell’epoca.
I fatti si svolgono in Sicilia e mantengono il focus sull’ultimo anno di vita (1979/1980) di Piersanti Mattarella – allora Presidente della Regione siciliana –, sulla sua famiglia e sulle vicende che accadono intorno a lui, attraverso una ricostruzione meticolosa e attenta delle circostanze da parte di Grimaldi: i molti documenti che lo stesso regista raccoglie da anni hanno infatti permesso di dare voce a un tratto di storia italiana caduta nell’oblio.
Il 6 gennaio 1980 il fratello dell’attuale Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella (all’ora Docente universitario), venne ucciso a sangue freddo. A Pietro Grasso, all’epoca Sostituto Procuratore (in seguito Procuratore Antimafia e Presidente del Senato), spettò l’amaro compito di dare inizio alle indagini dell’infame omicidio. Successivamente, l’intera inchiesta fu portata avanti da Giovanni Falcone, il quale scoprì le insane relazioni tra Mafia, Politica, Nar e neofascisti, banda della Magliana, Gladio e Servizi Segreti.
Politico idealista e concreto, Mattarella apparteneva alla Democrazia Cristiana e perseguiva degli obiettivi precisi: la lotta contro “Cosa nostra” e l’idea di una politica snella e moderna, fatta di riforme, e vicina a quella di Aldo Moro, non lo hanno di certo facilitato nel suo incarico, bensì ostacolato. Il suo modello di Sicilia era quello “con le carte in regola“, appoggiato interamente dal Partito Comunista. La politica, dunque, per Piersanti era una pura missione ideale: “voleva bloccare proprio quel perverso circuito (tra mafia e pubblica amministrazione) incidendo così pesantemente proprio su questi illeciti interessi“.
La regia si avvale di un buon ritmo e soprattutto di una gestione degli spazi temporali che fa comprendere in modo chiaro allo spettatore lo svolgimento degli eventi durante l’arco di tempo contestualizzato. Una cronaca concepita con gli occhi di oggi e sviluppata con l’alternanza di primi piani, sequenze e quadri naturali che evidenziano un efficace uso della macchina da presa. Infine, la voce narrante di Andrea Tidona e alcuni elementi inseriti in fase di montaggio (Daniele Camaioni) rendono l’insieme realistico.
La fotografia di Alfio D’Agata accompagna il girato con toni nitidi, chiaroscuri e luci notturne ben definite, che valorizzano le fasi dei complotti e i paesaggi che la regione nostrana sfoggia da sempre, mentre la colonna sonora, ideata da Marco Werba, propone un tema incalzante, tra brani musicali e sonorità cadenzate, che rispecchia sia la sicilianità sia il clima politico di quegli anni.
La recitazione dell’intero cast è senza dubbio impeccabile: la presenza di Leo Gullotta impreziosisce l’intero lavoro e le sue espressioni caratterizzano il personaggio di Rosario Nicoletti grazie alla sua padronanza del mestiere attoriale; il protagonista, Piersanti Mattarella, è interpretato da David Coco, il quale riesce a mantenere un controllo in scena riguardo le preoccupazioni che lo affliggono e un’inflessibilità assai peculiare circa le sue idee, salde e irremovibili, sul campo lavorativo.
Tony Sperandeo (Vito Ciancimino) è altrettanto all’altezza del suo ruolo, rimarcando l’uso del dialetto che in alcuni tratti viene utilizzato nel corso della narrazione; tra le figure femminili spicca Donatella Finocchiaro (Irma Mattarella) che, anche se non sempre in primo piano, sopporta un dolore pesante, è una persona forte e ha un ruolo decisivo ai fini dell’investigazione, avendo riconosciuto il killer di suo marito, che però fu assolto.
Francesco La Mantia (Sergio Mattarella), Tuccio Musumeci (Salvo Lima), e tanti altri, completano la rosa degli attori distinguendosi ognuno per la propria performance, incisiva e determinante, lasciando alla platea il tempo di comprendere le mosse sulla scacchiera delle macchinazioni mafiose e politiche. Queste ultime, spesso avvenute al cospetto del Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti – a quei tempi presenza costante in Sicilia –, interpretato da Umberto Cantone.
Nonostante ‘Il delitto Mattarella’ sia stato bocciato dalla commissione del Mibact per due volte – così ha spiegato Grimaldi in conferenza stampa –, “risultando ultimo in classifica su trentasei” film, l’opera ha ricevuto il sostegno non solo di tutti gli attori siciliani che vi hanno partecipato, “per una fase di impegno politico” – come ha precisato in conferenza stampa Nicolò Nicolosi, Sindaco di Corleone –, ma anche l’appoggio della Regione Sicilia e del Sindaco, Leoluca Orlando, e del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché.
‘Il delitto Mattarella’ dunque si propone nell’Italia di oggi come un film di valore storico, culturale e di denuncia: deve essere visto, specialmente dai più giovani affinché possano valutare con estrema attenzione, certamente dal loro punto di vista, uno scorcio del nostro panorama politico corrotto (deduciamo, tuttavia, che da Andreotti in poi non sia cambiato molto nel panorama politico italiano).
Noi pensiamo che tramite un serio impegno a favore di una giustizia sana e di gran respiro, si possa giungere a una svolta per il Paese intero, per una consapevolezza storica moderna, su cui fondare le future basi civili e democratiche. Senza ulteriori indugi, prendendo esempio da personalità distintive che desideravano fortemente un cambiamento onesto e radicale.
Annalisa Civitelli
Il delitto Mattarella
di Aurelio Grimaldi
con
Alessandra Guagliardito Maria Mattarella – figlia
Andrea Tidona Ispettore Mignosi – voce narrante
Angelo Tosto Mario D’Acquisto
Antonio Alveario Segretario Generale
Claudio Castrogiovanni Pio La Torre
David Coco Piersanti Mattarella
Domenico Ciaramitaro Neofascista Vittorio
Donatella Finocchiaro Irma Mattarella
Francesco Di Leva Massimo R.
Francesco La Mantia Sergio Mattarella
Elena Pistillo suocera Mattarella
Ivan Giambirtone Giovanni Falcone
Leo Gullotta Rosario Nicoletti
Luigi Bonanno Giovanni Gioia
Lollo Franco Michele Sindona
Matteo Contino Pietro Grasso
Nicasio Catanese Bernardo Mattarella – figlio
Pietro Pace Stefano Bontate
Rosario Maiorana Totò Riina
Sergio Friscia Rosario Spatola
Stefania Blandeburgo Dott.ssa Trizzino
Tony Sperandeo Vito Ciancimino
Tuccio Musumeci Salvo Lima
Umberto Cantone Giulio Andreotti
Vincenzo Crivello Filippo Calcaterra
Vittorio Magazzù Aurelio
con la partecipazione amichevole di Guia Jelo moglie Nicoletti
Aiuto Regia Sergio Ruffino
Assistente alla regia Ivan Bongiovanni
Costumi Caterina Nardi Vinci
Effetti speciali Liquix.Studio
Fotografia Alfio D’Agata
Montaggio Daniele Camaioni
Musiche composte e orchestrate da Marco Werba
Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria diretta da Marco Werba
Scenografia Valentina Arcuri
Suono Luca Bertolin
Trucco Francesca Fiore
Genere Drammatico
Durata 97′
Prodotto da Federica Tolli e Aurelio Grimaldi
Produttore Esecutivo Pete Maggi
Produttore Associato Riccardo Iovino e Anna Marras
Distribuito da Cine1 Italia
Co–prodotto da Cine 1 Italia e Arancia Cinema in qualità di investitore esterno dalla società Edilizia Acrobatica SpA
Supporto della Sicilia Film Commission e Sensi Contemporanei