Fino al prossimo 2 aprile, il teatro Sala Umberto di Roma ha in cartellone ‘Il giardino dei ciliegi’: l’opera è uno dei capolavori di Anton Cechov e in questa versione, riadattata per le scene da Rosario Lisma, che ne cura anche la regia, si presenta al pubblico con una veste trasportata ai giorni nostri che lascia piuttosto perplessi
Ljuba Andreevna Ranevskaja, una donna borghese e infantile, torna da Parigi nella sua tenuta di campagna in Russia, un’enorme casa in un parco sterminato ricco di ciliegi. I debiti che Ljuba, incosciente e superficiale, ha accumulato negli anni, la costringono a disfarsi di quella dimora che, in maniera molto sofferta, finirà all’asta.
Nella storia del teatro, Anton Cechov è stato autore di drammi ricchi di personaggi legati fra loro da rapporti sempre violenti e viscerali, con una psicologia fortemente connessa al passato e con un’esistenza trascorsa a bilanciare vittorie e sconfitte.
In questa versione de ‘Il giardino dei ciliegi’, riadattata da Rosario Lisma, la cifra peculiare di Cechov emerge soltanto in parte: il regista trasporta l’opera in un’epoca moderna ma non definita che, in questo modo, perde molta dell’identità storica e politica del copione, scritto nel 1903.
Se da un lato questa nuova veste evidenzia con forza una continuità con un passato che non potrà mai più tornare – così come nello stile dello stesso Cechov – dall’altro i caratteri dei personaggi sono poco intensi e sbiaditi.
Inoltre, la rielaborazione del testo privilegia le sfumature più comiche dei dialoghi, indebolendo la natura drammatica della narrazione; l’intera rappresentazione sembra mancare di nervo: sono numerosissimi i silenzi e i momenti senza dinamica che, anziché rappresentare un sentimento, contribuiscono soltanto ad allungare una messinscena che si ritrova con il proprio significato estremamente diluito.
Il giardino dei ciliegi: un lavoro di contrasti
Tuttavia, il lavoro di Rosario Lisma è esteticamente splendido: luci, scene e costumi sono di altissima qualità e creano un impatto visivo che ammalia tutto il pubblico.
Tutti i membri del cast sono eccezionali, a partire dall’ottima Milvia Marigliano che interpreta Ljuba, così come lo stesso Lisma nei panni di un energico e trascinante Lopachin.
L’insieme favorevole di questi elementi, però, non riesce a creare un’omogeneità nello spettacolo che purtroppo, a sipario calato, risulta spesso piatto e oltremodo stravolto rispetto al testo originale.
Non sono pochi gli spettatori che durante l’intervallo abbandonano la sala e per quanto questo sia un irrispettoso gesto da condannare, allo stesso tempo è purtroppo anche eloquente.
Gabriele Amoroso
Teatro Sala Umberto
dal 21 marzo al 2 aprile
Il giardino dei ciliegi
di Anton Cechov
Adattamento e regia Rosario Lisma
con Milvia Marigliano, Giovanni Franzoni, Rosario Lisma, Eleonora Giovanardi, Dalila Reas, Tano Mongelli
con la partecipazione in voce di Roberto Herlitzka
Luci Luigi Biondi
Costumi Valeria Donata Bettella
Scenografia Federico Biancalani
Assistente alla regia Valentina Malcotti
Produzione Tieffe Teatro Milano, Teatro Nazionale Genova, Viola Produzioni srl