Per solo due serate il giornalista e scrittore Corrado Augias ha calcato il palcoscenico dello storico teatro Vittoria sito nel quartiere Testaccio della capitale. Mediante il suo linguaggio ricercato e ben strutturato – è il caso di dire – ha preso per mano il pubblico guidandolo in un percorso spirituale coinvolgente tra passato, presente e futuro
‘Il grande romanzo dei vangeli’ (Einaudi Edizioni) scritto insieme a Giovanni Filoramo, viene esposto in modo magistrale dall’ex noto conduttore di “Quante Storie” su Rai Tre. In poco più di un’ora Augias ci cattura attraverso la sua narrazione puntuale e affascinante, trascinandoci in luoghi lontani e densi di tradizione.
Dopo una breve premessa che anticipa lo spettacolo e chiarisce che i Vangeli sono stati ispirati divinamente (solo dalla fine degli anni ’70 sono infatti oggetto di analisi e di revisione critica come altri testi antichi), in platea cala un silenzio assertivo.
Dalla storia si passa con sapienza alla teologia, dalle Sacre Scritture alle discordanze dei fatti e quindi, non proprio con facilità, si riflette sullo studio accurato degli stessi avvenuti durante la vita di Gesù, il Cristo (attributo con cui si definisce il “consacrato”).
Le vicende dell’Uomo che abitò in Palestina venti secoli fa si alternano con video in bianco/nero e a colori, uno dei quali tratto dal film di Pasolini: “Il Vangelo secondo Matteo”. In primis viene proiettata la mappa dei luoghi ove Gesù ha vissuto, aiutandoci a comprendere la differenza tra le due regioni, Galilea e Giudea, l’una brulla, l’altra verdeggiante.
Il grande romanzo dei vangeli: due istanti divini
Il racconto scorre con piacevolezza: a noi giungono i tentativi di cambiamento che la figura di Gesù ha cercato di infondere nella comunità, incitando alle azioni, a degli obiettivi, seppure impossibili e utopici, con il rischio di essere considerato pazzo (invaso da Dio). Lui viene dunque seguito dalle folle, modificando di fatto quella che è la natura dell’essere umano.
Si innestano così le differenti versioni e descrizioni degli avvenimenti, riportate da Matteo, Marco, Luca e Giovanni, di cui Gesù fu protagonista: si parte dalla Cacciata dei Mercanti dal Tempio (del quale poi ci viene riportato il suo significato, la sua storia, la sua struttura), per arrivare al tradimento di Giuda, alla Crocefissione, e infine alla Resurrezione (capitolo fondamentale della fede cristiana).
Il teatro-parola di Corrado Augias
Qui Augias si attiene alle scritture e, mediante i molti aneddoti, esemplifica un mondo metaforico che, forse, ad alcuni Gesù, appunto, può risultare estraneo; è capace tuttavia di avvicinarci agli episodi religiosi anche grazie all’arte e ad interrogativi stimolanti.
Che significato ha dunque la figura di Gesù?
Che funzione ha avuto per noi?
Si desume che per lui sia stato necessario morire, per redimere e salvare il genere umano.
Siamo infatti coscienti che l’illustre personalità di Corrado Augias, con questo momento di teatro-parola, ha saputo infondere un senso di riflessione e di rispetto per la vita e per la morte. Due istanti divini, due doni che, tra allegria e tristezza, appartengono a uno stato intimo di ognuno: inspiegabile e denso di mistero.
Dal finale commovente la narrazione si conclude con un pensiero personale dello scrittore: da ateo è convinto che Gesù sia stato un personaggio essenziale per rinnovare la nostra spiritualità e che, anche se non si crede, ognuno di noi se lo troverà accanto nel momento del bisogno, mostrandosi nel silenzio. Noi lasciamo la sala carichi di emozione.
Annalisa Civitelli
Teatro Vittoria
11 e 12 gennaio
Il grande romanzo dei vangeli
di e con Corrado Augias
messa in scena Angelo Generali
produzione Corvino Produzioni