Antonija Pacek, attraverso il suo pianoforte, prova a convogliare frustrazioni e nevrosi in un percorso metaforico: ‘Il mare’ . Esso evidenzia gli elementi naturali e il loro mutamento attraverso le stagioni, quali sciamani che tentano l’impresa di una pacificazione dell’anima umana con i conflitti da essa stessa generati
È uscito il 7 dicembre scorso ‘Il Mare’, l’ultimo lavoro discografico della croata Antonija Pacek; pianista e psicologa, aspetto quest’ultimo fondamentale per capire appieno i suoi obiettivi musicali, la Pacek, che attualmente vive e lavora a Vienna, dopo essersi laureata in psicologia a Cambridge, è al suo terzo album dopo “Soul Colors” del 2014 e “Life Stories” che arriva nel 2017.
Il lavoro della Pacek ricalca lo stile di quella corrente musicale che ha visto la luce negli ultimi decenni denominata New Age, e in particolare di quella tendenza neoclassica che vede il pianoforte protagonista, e che la avvicina stlilisticamente ad artisti quali Ludovico Einaudi e Giovanni Allevi.
Il titolo, ‘Il Mare’, ci fa intendere che ci troviamo davanti ad un lavoro concepito seguendo i canoni della musica a programma, sulla falsariga di quella musica descrittiva che vede nei poemi sinfonici di epoca romantica e del primo ’900 il suo più alto esempio espressivo.
In questo disco, interamente strumentale, ad eccezione del brano “The Sea Song” per voce e pianoforte, la Pacek riversa, attraverso l’immagine archetipica del mare, tutte le emozioni contrastanti, le passioni tristi e il desiderio di speranza dell’Homo Nevroticus dei nostri giorni.
Questa prassi creativa, che attraverso la musica cerca di ricondurre all’unità dell’anima spesso allo sbando nella società contemporanea, più che un’operazione artistico-culturale, a nostro parere va ascritta ad una sfera musicoterapica passiva avente funzione di specchio, nella quale ogni ascoltatore può riversare e, nel migliore dei casi, tentare di risolvere i propri conflitti interiori.
Il mare: il pianoforte dal tocco energico
All’ascolto i brani sono caratterizzati da linee melodiche fluenti, a volte anche non banali, sostenute da un impianto armonico tradizionale ma che ben sorregge la struttura delle composizioni; la Pacek suona il pianoforte con un tocco energico che rievoca lo stile esecutivo della celebre scuola pianistica russa.
I quindici titoli del disco, in inglese, che citano elementi naturali oppure stati dello spirito, hanno il limite di presentarsi sempre attraverso lo stesso mood, e questo al di là del creare una unità e coerenza espressiva, può rendere il lavoro, tra l’altro ben realizzato, monotono e ripetitivo.
‘Il Mare’, se vogliamo, ha la peculiarità e il merito di mettere in risalto la crisi profonda dell’uomo moderno, incapace di trovare una via d’uscita dai drammi esistenziali che la vita gli prospetta incessantemente.
La Pacek, grazie anche ai suoi studi di psicologia, prova, attraverso il pianoforte, ad incanalare frustrazioni e nevrosi in un percorso metaforico che vede gli elementi naturali e il loro mutamento attraverso le stagioni, quali sacerdoti, o meglio, sciamani, che tentano la pacificazione dell’anima umana con i conflitti da essa stessa generati.
Lontani dal considerare l’ultima fatica discografica della Pacek come un qualcosa d’innovativo nel panorama artistico contemporaneo, se ne può apprezzare comunque la genuinità e l’idea catartica di fondo, che rende ancora una volta l’espressione musicale come un medium che riesce a scavare, grazie alla sua immaterialità, nei recessi più profondi dell’animo umano.
Sergio Battista
Antonija Pacek
Il Mare
1. Before the Storm
2. The Sea
3. Forgive
4. Aloft
5. Late Fall
6. Expecting Nina
7. Magic Forest
8. Brand New Dawn
9. Viva Life
10. Back to Faith
11. Waiting
12. Taste of Bitter
13. Worth Living For
14. The Sea Song – Acoustic version
15. Aloft solo Piano – Acoustic version
Antonija Pacek pianoforte, composizione, registrazione, missaggio e produzione
Davor Rocco mastered
Neva Begovic violoncello
Barbara Kier voce
Distribuzione By Spinnup (UMG)
Copyrights 2018 Antonija Pacek