In scena fino al 6 novembre presso il teatro Quirino di Roma, ‘Il mercante di Venezia’ è una delle opere più controverse di William Shakespeare. L’intolleranza, la religione e la legge sono i temi protagonisti di questo copione che con la regia di Paolo Valerio e la perfetta interpretazione di Franco Branciaroli diventa una rappresentazione magistrale
Alla fine del 1500, a Venezia, l’usuraio ebreo Shylock concede un prestito a Bassanio tramite l’intercessione di Antonio, mercante della stessa città: quest’ultimo sottoscrive un contratto unico nel suo genere secondo il quale, se il debito non dovesse essere ripagato, la penale da tributare a Shylock sarà una libbra della propria carne tagliata via dal petto.
‘Il mercante di Venezia’ è una delle opere teatrali più singolari di William Shakespeare: acuto osservatore dei sentimenti umani, in questo lavoro il drammaturgo indaga come l’uomo si rapporta con la legge e il diverso. Ne deriva un copione ricchissimo di significato che, come sempre nella cifra di Shakespeare, permette al pubblico di capire tutte le sfumature dei dettagli raccontati nella trama.
In questa splendida versione, fedelissima al testo originale e diretta da Paolo Valerio, il lavoro non perde smalto, anzi, contribuisce a risvegliare negli spettatori una consapevolezza verso circostanze che per via del tempo o delle abitudini vengono date per scontate.
La regia di Valerio è piuttosto statica e geometrica, tuttavia l’azione è ricca di piccoli bagliori e sfaccettature che le conferiscono bellezza e raffinatezza, mantenendo contemporaneamente il ritmo vivo e scorrevole.
Il mercante di Venezia: Shakespeare era antisemita?
È notevole il cast, nel quale spiccano soprattutto le donne, e che è capitanato da un fantastico Franco Branciaroli nel ruolo di Shylock.
Nei panni del meschino usuraio, Branciaroli esalta tutte le tinte più miserabili delle quali Shakespeare ha voluto vestire il protagonista: Shylock è perfido, avido, solo, capriccioso, tormentato da un profondo senso di inferiorità.
Franco Branciaroli è magistrale nel dare vita a questo carattere così sofferente e insoddisfatto e che lascia intendere anche il punto di vista di Shakespeare stesso.
Sebbene tra le battute sia presente un celebre monologo che afferma, a chiare lettere, come non esista differenza di religione o credo che possa rendere davvero diversi due esseri umani, il resto delle parole di Shakespeare è eloquente e inconfondibile, e il pessimo ritratto che fa di Shylock non dà luogo a troppe riletture.
È altresì interessante vedere come l’autore avesse mosso una critica neppure troppo velata all’arbitrarietà della legge, la quale troppo spesso rischia di essere interpretata secondo il proprio vantaggio.
Il lavoro è di qualità eccellente e rende omaggio al copione originale senza stravolgerlo ma confermando ancora una volta come William Shakespeare fosse un profondo conoscitore della psiche umana.
Gabriele Amoroso
Foto: Simone Di Luca
Teatro Quirino
dal primo al 6 novembre
Il mercante di Venezia
di William Shakespeare
traduzione Masolino D’Amico
Regia e adattamento Paolo Valerio
con Franco Branciaroli, Piergiorgio Fasolo, Francesco Migliaccio, Emanuele Fortunati, Stefano Scandaletti, Lorenzo Guadalupi, Giulio Cancelli, Valentina Violo, Dalila Reas, Mauro Malinverno e Mersila Sokoli
Costumi Stefano Nicolao
Luci Gigi Saccomandi
Movimenti di scena Monica Codena
Musiche Antonio Di Pofi
Scene Marta Crisolini Malatesta
Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Centro Teatrale Bresciano, Teatro de Gli Incamminati