Il teatro Trastevere di Roma ha ospitato fino allo scorso 20 marzo ‘Il mio segno particolare’: l’opera, adattata dal romanzo omonimo di Michele D’Ignazio, racconta i primi di anni di vita del protagonista che di quel segno particolare dovrà necessariamente liberarsi. In scena un ottimo Marco Zordan diretto dalla altrettanto brava Maria Antonia Fama
Il giorno stesso in cui Michele nasce, è chiaro a tutti che quel bambino sarebbe stato diverso dagli altri: la maggior parte della sua schiena è ricoperta da una grossa macchia scura, un mantello – come da quel momento in poi verrà chiamato – che medici e dermatologi consigliano di eliminare il prima possibile per evitare una pericolosa degenerazione. I primi anni di vita di Michele sono dunque pieni di ricordi legati ai tanti interventi chirurgici necessari per liberarlo dal suo stesso mantello.
Quella di ‘Il mio segno particolare’ è una storia come tante che a suo modo diventa speciale: oltre a essere unica, naturalmente, per il protagonista, sul palco il racconto diventa singolare grazie all’ottimo lavoro svolto dalla regista, Maria Antonia Fama, che, arricchendo la scena di numerose idee e particolarità, fa di questo monologo un piccolo gioiello.
L’utilizzo costante di cambi di illuminazione e di ombre cinesi proiettate in tutta la scena, nella quale predomina il bianco, diventa agli occhi dello spettatore una visione gradevole e appagante che contribuisce a dare un ritmo preciso e omogeneo alla narrazione.
Marco Zordan, come sempre bravissimo, regala al personaggio di Michele una sfumatura di innocenza e ottimismo che lo trasformano in un individuo facile da amare e stimare.
La stessa Fama ha guidato l’interpretazione di Zordan insistendo su sottili richiami all’infanzia che sottolineano come l’avventura di Michele sia di fatto quella di un bambino, con tutte le incoscienze, le paure e le emozioni che ne derivano.
Sebbene la storia di Michele D’Ignazio sia una goccia in un mare ben più grande, questo spettacolo è un ulteriore nuovo passo in avanti per svegliare la consapevolezza nei confronti di gruppi di minoranze, di emarginati e di diversi che finalmente, nel corso di un cammino ancora troppo lungo, sono sempre più inclusi.
Gabriele Amoroso
Teatro Trastevere
dal 17 al 20 marzo
Il mio segno particolare
Tratto dal romanzo omonimo di Michele D’Ignazio
Adattamento drammaturgico di Maria Antonia Fama e Michele D’Ignazio
Regia Maria Antonia Fama
con Marco Zordan
Teatro delle ombre Corinna Bologna
Luci Pietro Frascaro