‘Il tatuaggio della farfalla’ è un romanzo di Attilio Piovano, edito da Gremese Editore. Una mostra d’arte, un incontro casuale, due donne che si legano l’una all’altra nello sfondo di una città come Venezia
“Preferiva indagare il mondo dell’arte, più ancora la psiche – spesso malata – degli artisti o presunti tali, spiandone le opere, ma soprattutto ritraendone i volti quando, lividi di invidia o gonfi di vanitoso narcisismo, oppure timidi e incerti, si materializzano a un vernissage.”
Francesca è un’affermata fotografa d’arte ed è proprio durante uno dei suoi lavori in una galleria che incontra una donna con un cappello dal nastro blu, un paio di infradito e un vestito azzurro. Ne è incuriosita e attratta, ma non si avvicina. Si limita a scattarle delle foto e tenta di metterla nel dimenticatoio. Ma non riesce a staccare i pensieri da quella donna dall’aspetto così angelico e delicato.
Durante una colazione nel suo solito bar, Francesca incontra Flavia, la donna a cui ha scattato le foto. Francesca è schiva ma in ogni caso il fato fa in modo che le due si conoscano. Flavia, una donna solare e dolce, riesce a sfondare con facilità le barriere della fotografa. Con la scusa di voler vedere gli scatti che le sono stati fatti si danno appuntamento per i giorni successivi e nasce una profondissima amicizia che le lega sempre di più.
Francesca poco a poco si apre a Flavia, la fa immergere nel suo mondo fatto di arte, collezioni, libri e la sua acerba passione per la scrittura. Ma nonostante tra le due accresca sempre di più un sentimento benevolo, la donna inizia a sospettare che Flavia nasconda qualcosa, soprattutto quando le fa delle domande su chi sia e cosa ci faccia lì a Venezia, la donna dal cappello con nastro blu marino scappa e sparisce per giorni senza darle risposta.
“Vedi, è più forte di me. Gli oggetti hanno una storia e spesso anche un’anima. Ti chiamano, ti cercano. Non puoi abbandonarli in un cassonetto pensando che che finiscano in una discarica o in un inceneritore…”
Il tatuaggio della farfalla: un passato tormentato
Francesca viene da un passato difficile: dopo aver trascorso un periodo di tempo in un orfanotrofio, viene adottata da Doriana e Giovanni, i quali non chiamerà mai mamma e papà. Doriana è una figura difficile e psicotica che rende l’infanzia e l’adolescenza della ragazza molto difficile e arrecandole molti problemi.
La fotografa ha subito ogni tipo di angherie da Doriana: scatti di ira, offese e parolacce continue e perfino la violenza fisica, il tutto mentre il padre adottivo non faceva altro che giustificare sua moglie. E, infatti, la ragazza non ne esce illesa: si porta avanti un continuo senso di insicurezza e insoddisfazione personale che fanno sì che non riesca a vivere serenamente la vita sociale.
“Perché gli oggetti si devono amare. Che si tratti di libri o di lampade a petrolio, di scatole di latta o di macchine per scrivere – ne ho una collezione giù in magazzino – o ancora di lastre fotografiche, CD o strumenti vari.“
Una relazione tossica
L’attrazione che dal primo momento Francesca ha provato per Flavia, ben presto sfocia nella passione e nel bisogno irrefrenabile di averla sempre vicina. Ma Flavia è sfuggente, non risponde ai messaggi e inventa continuamente scuse per allontanarsi da lei.
Questo suo continuo appari e scompari crea un mix di emozioni forti che vanno in netto contrasto tra di loro. Un momento la ama alla follia e quello dopo la odia con tutta se stessa. Così tra le due si innesca un circolo vizioso che non riesce a spezzarsi e alimenta un sentimento che si dimostra per niente puro e innocente.
Il desiderio di dolcezze e carezze di Francesca si sposa alla perfezione con il carattere mite di Flavia, infatti, sembra che quando è con lei riesce a calmare le lacune che le sono state inferte da bambina.
“E poi colleziono… esperienze emotive, e in trentotto anni ti assicuro di averne radunate un bel po’, su fronti anche molto diversi… alcune belle e piacevoli da ricordare, nelle sere buie d’inverno col tepore della stufa o del camino e un buon bicchiere, ma la maggior parte… beh ecco, finiscono per ritorcersi contro di te e ti aggrediscono con la violenza di un boomerang, avvelenandoti l’anima, inconsistenti come spettri malefici, e al tempo stesso devastanti come una marea nera, come un mare di pece…”
Un escalation di emozioni
Quando Flavia sparisce per l’ennesima volta, Francesca entra in uno stato depressivo da cui non riesce a riemergere finché non le arriva una lettera della sua amata con la richiesta di correre da lei il prima possibile. La fotografa non esita un attimo, in un batter d’occhio sistema tutte le sue faccende di lavoro e parte alla rincorsa di un amore che valga la pena di essere vissuto.
Ma il fato non sempre è benevolo, infatti Francesca dopo un’estate trascorsa all’insegna della felicità deve ritornare alla realtà e fare ritorno a Venezia per il funerale della madre adottiva. Da questo momento il rapporto tra le due si rinsalda e si assottiglia di continuo lasciando una scia di dolore intorno a loro.
“Certo l’oceano – avrebbe voluto aggiungere – di sera fa sentire la sua presenza, e se spira il vento, pure a maggio inoltrato a Lisbona c’è ancora da rabbrividire.”
Un noir psicologico intenso e spietato
Ciò che questo romanzo ci ha lasciato è un senso di sgomento e uno sguardo sulla natura umana che fa ben riflettere. Attilio Piovano è riuscito a unire, anche grazie al suo stile di scrittura impeccabile, una storia dalle forti emozioni che coniuga la felicità di un nuovo amore alla sofferenza di un passato fatto di botte e tormenti.
Entrare nel personaggio di Francesca è stato facile, sebbene la sua vita l’abbia resa a tratti scostante e fredda, tutto si risolve quando le sue ali di farfalla intrappolata fanno capolino al lettore con una storia drammatica e sofferta.
Flavia invece la si ama subito, perché incarna la dolcezza e la pacatezza d’animo, ma è solo una delle facciate che bisogna imparare a scoprire attraverso le pagine.
Abbiamo apprezzato ‘Il tatuaggio della farfalla‘, poiché secondo noi è perfetto per l’inizio di questa stagione calda, perché no, sotto l’ombrellone insieme a una granita!
Jessica Mandia
Biografia
Attilio Piovano (1958) musicologo, scrittore e musicista, ha pubblicato saggi e romanzi tra i quali “Invito all’ascolto di Ravel” (1995), “La stella amica” (2002), “L’Aprilia blu” (2003), “Il segreto di Stravinskij” (2006), “Sapeva di erica, di torba e di salmastro” (2009), “L’uomo del metrò” (2020), “Il quadrifoglio meccanico” (2023).
Coautore di una monografia su “Felice Quaranta” (1994) e de “La terza mano del pianista” (1997); in preparazione un “Invito all’ascolto di De Falla”.
Vanta collaborazioni con Scala, Opéra Liège, RAI, Teatro Regio, la Fenice, Opera di Roma, Lirico di Cagliari, Carlo Felice, Festival MiTo, StresaFestival. Critico musicale per “La Voce e il Tempo” e “ilcorrieremusicale.it“, membro di giuria in concorsi letterari, di musica da camera, corale e solistici.
Titolare di “Storia della Musica” al Conservatorio “G. Verdi” di Torino, tiene inoltre workshop sul Melodramma al Politecnico (Architettura). Laurea in Lettere, studi in Composizione, diplomi in Pianoforte, Musica corale e Direzione di Coro, è stato Direttore Artistico dell’OFT ed è citato nel Dizionario di Musica Classica (BUR 2006).
Il tatuaggio della farfalla
Attilio Piovano
Editore Gremese
Collana Le Girandole
Genere Noir psicologico
Anno 2024
Pagine 208