La schicchera della bestemmia
Per una sola sera lo stand up comedian Daniele Fabbri ha esordito con il suo nuovo monologo al Teatro Parioli Club di Roma. La sera del 20 dicembre, dunque, proprio sotto Natale l’artista ha giocato con la religione, dissacrandola, invitandoci così a riflettere nel contesto attuale sui principi del credo e le sue conseguenze
Il monologhista ha avuto una “carriera cattolica” fin da ragazzino. Ha frequentato scuole di suore, gli scout, il catechismo, abbandonando la fede in età adulta. Questo il prologo che anticipa tutte le considerazioni basate sulla propria spiritualità pur “parlando di Gesù senza che ci si annoi“.
Attraverso situazioni reali e paradossali emergono tutti i ricordi dell’infanzia di Fabbri, il quale racconta le sue esperienze personali, come per esempio i ritardi nella conoscenza del sesso, a causa della frequentazione della chiesa. Subentra anche il senso di colpa nell’azione stessa della masturbazione, concetto in perenne antitesi con la religione, proprio perché si pensa che Dio ci osserva costantemente.
Si prosegue con aneddoti, paragoni, improbabili metafore e la smitizzazione della figura di Gesù, sfatando una serie di miti e di leggende. Alcune domande fanno pensare, mentre, al contrario, Fabbri ci invita semplicemente a intendere la fede come forma di cultura.
Si contestualizzano inoltre la politica, le parolacce, le bestemmie e la morte, soprattutto il business che si crea intorno ai pellegrinaggi. Sullo stesso piano viene considerata anche la solitudine, intesa come emergenza sociale: il problema generazionale del secolo.
Nell’insieme abbiamo notato che, nonostante l’argomento affrontato, l’artista riesce a mettere a proprio agio la platea, pur se credente, senza affatto infastidirla rispetto la sua spiritualità. Possiamo per di più considerare che lo stesso Fabbri è cresciuto artisticamente, avendo così trovato una sua strada e una sua identità.
Tecnicamente, infatti, rispetta i tempi comici, riuscendo ad essere più rifinito e più preciso rispetto le esibizioni precedenti. Lavora inoltre sulla mimica facciale, rimarcando di conseguenza le parti essenziali del monologo.
Un’artista pertanto che ha pulito l’immagine della sua comicità: “Il timido anticristo”, si sa, è un testo controverso e assai sarcastico, per nulla ordinario. E’ uno spettacolo scomodo, soprattutto provocatorio, in quanto lo stesso Fabbri sembra testare chi assiste, per metterlo alla prova. Tuttavia si ride in modo intelligente.
Il comedian dovrebbe però lavorare sulla durata dello spettacolo, in quanto troppo lungo; di fatti, egli stesso sembra essersi perso verso l’epilogo, invece di mettere un punto all’esibizione.
Annalisa Civitelli
Teatro Parioli Club
20 dicembre
Il timido anticristo
di e con Daniele Fabbri