Caterina Gramaglia, Giorgia Guerra, Francesca Cannizzo e Thomas Santu: “La forza di Pippa Bacca stimola a scoprire l’altro”
Abbiamo già incontrato le ideatrici e gli autori dello spettacolo “Tu non mi farai del male. La storia de viaggio di Pippa Bacca”. Ora, invece, ospitiamo le tre attrici e l’unica figura maschile che sarà al fianco delle stesse: Thomas Santu.
La rappresentazione vivrà un’installazione dedicata, una sorta di anteprima: mercoledì 8 maggio alle 19.00, sul Ponte della Scienza capitolino sfileranno cento spose in segno di pace, messaggio che comunicava, nell’ormai lontano 2008, l’artista visionaria e fuori dai classici stereotipi artistici, Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca.
Un’artista che, vestita da sposa, voleva ardentemente urlare al mondo l’universalità della pace da sempre identificata dal colore/non colore bianco.
Sul palco del romano Teatro Marconi (dal 9 al 12 maggio) il cast sarà dunque impegnato a rimandare al suo pubblico la storia di un viaggio ma non solo.
La vicenda di Pippa Bacca scava nel profondo di ciascuno di noi, per insegnarci a ritrovare il senso umano della vita. Quel senso che dovremmo essere in grado di far riemergere e non affossare: andare a teatro significa dunque andare a incontrare questo personaggio e la sua vicenda così sentita e partecipata.
Caterina Gramaglia, Giorgia Guerra e Francesca Cannizzo: partiamo dall’8 maggio. Che importanza ha l’installazione delle cento spose che mercoledì sera si incontreranno sul Ponte della Scienza? Che messaggio racchiude questa performance?
Caterina Gramaglia: “Cento spose di Pace, mi sembra sufficiente come risposta“.
Giorgia Guerra: “Una sposa in un grande spazio, può essere un puntino bianco, una
speranza ma cento spose diventano una macchia abbagliante, una luce“.
Francesca Cannizzo: “Donne di ogni età, di ogni estrazione sociale, da tutto il mondo, tutte vestite da sposa, si ritroveranno con l’unico e importante obiettivo a cui tutti dovremmo aspirare: la pace“.
Chi è Pippa Bacca e che valenza assume attualmente per ognuna di voi?
Giorgia Guerra: “Sono sincera. Ricordavo vagamente Pippa Bacca, vagamente la sua storia e il fatto di cronaca avvenuto undici anni fa. Poi, qualche mese fa, un carissimo amico musicista me ne parla a lungo, l’interesse e la curiosità sono immediati. Quel nome buffo continua a girarmi in testa nei giorni successivi e, proprio un paio di settimane dopo, leggo che la regista Tiziana Sensi stava cercando attrici per uno spettacolo proprio su Pippa Bacca. Casualità o causalità? Non lo so, ma di certo ho sentito la necessità di contribuire a raccontarla“.
Francesca Cannizzo: “In tutte le epoche della storia, in parti diverse del pianeta, nascono anime capaci di illuminare la strada delle persone che hanno la fortuna di imbattersi nelle loro storie. Non avevo mai sentito la storia di quest’anima luminosa, e non smetterò mai di ringraziare Tiziana Sensi per avermi fatto conoscere la vita di Pippa Bacca, quello che ha fatto e il messaggio che voleva portare in giro per il mondo. Inutile dire che quest’esperienza ha reso la mia vita molto più luminosa di prima, con la consapevolezza che bisogna lottare per entrare nel cuore delle persone e riuscire a portare un messaggio di pace, ad ogni costo“.
Caterina Gramaglia: “Un’artista, una donna, una inviata di pace. Io ne sono completamente innamorata. A me fa riflettere sulla fiducia, su quanto io davvero mi affidi alla vita, e anche quanto riesca davvero a condividermi. Aprire il cuore agli altri“.
In che modo avete affrontato tale tematica e di conseguenza lo spettacolo?
Francesca Cannizzo: “Inizialmente il flusso di informazioni riguardo la vita di questa
straordinaria artista poliedrica, sono state molteplici ed esaltanti. In seguito ho dovuto metabolizzarle e cercare di immaginarmi di aver avuto la fortuna di parlare e confrontarmi con Pippa, che mi ha portato nella dimensione del suo viaggio. E’ stato solo a quel punto che io e i miei splendidi colleghi, abbiamo potuto affrontare questo progetto al meglio delle nostre forze“.
Caterina Gramaglia: “Io mi sono affidata. Ho provato qualche giorno fa anche l’esperienza dell’autostop vestita da sposa, a Roma, è stata una giornata davvero incredibile. Ho incontrato due persone che mi hanno caricato, due persone mai viste prima, abbiamo parlato di Pippa Bacca, ci siamo confrontati sulle varie tematiche, e questo per me ha dato ancora più senso alle parole del testo, alla storia che si racconta. ‘Chi ha paura di una donna vestita da sposa?!‘ (cit. testo).
Giorgia Guerra: “Ho cercato di farlo nello stesso modo in cui Pippa ha affrontato il suo viaggio, con volontà, impegno, fiducia, coraggio e determinazione“.
Che ruolo ha all’interno della rappresentazione l’unica figura maschile?
Thomas Santu: “E’ la parte maschile di Pippa, la parte maschile che c’è in ogni donna. La sua immaginazione si rivede in questo uomo che la mette nella condizione di porsi delle domande. E’ un po’ la voce razionale di Pippa che poi può essere quella del pubblico. In tutto questo fungendo da elemento di ‘compagnia’ nelle ultime ore del suo viaggio“.
“Tu non mi farai del male, la storia del viaggio di Pippa Bacca” di quale messaggio intende essere promotore con tanto fervore?
Giorgia Guerra: “E’ un fortissimo messaggio di umiltà, di pace e di fiducia e, in questo
momento, abbiamo davvero bisogno di riuscire a fidarci degli altri, bisogno di riscoprire il senso di accoglienza e di umanità. Se vogliamo restare ancora un po’ su questo mondo, dobbiamo smettere di pensare al nostro piccolo orticello, smettere di pensarci come italiani, europei, occidentali, e cominciare a pensarci come umani“.
Francesca Cannizzo: “Sicuramente vuole far riflettere, far ritrovare un tassello ormai perso nella vita della maggior parte di noi, fatto di fiducia nel prossimo. Ci insegna a non giudicare a priori una persona dal proprio aspetto e a renderci conto che ognuno di noi ha un trascorso ed una vita da raccontare, ognuno di noi ha una parte fragile ed una più determinata, ma soprattutto che ogni anima va rispettata e amata“.
Caterina Gramaglia: “Sicuramente ritrovare il dialogo, ricordarsi di avere fiducia e di
condividere la vita. La curiosità, la forza di Pippa Bacca ci stimola a scoprire l’altro, a
conoscerlo, ad ascoltarlo e come dice il finale di una poesia di Rubèn Blades: ‘Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare‘”.
Thomas Santu: “E’ difficilissimo fare questo spettacolo senza porre un giudizio, senza farsi coinvolgere emotivamente. In quanto attori il nostro dovere è quello di restituire allo spettatore un’emozione e un pensiero su quanto accaduto quel giorno. Credo che Pippa meritasse di finire la sua performance in quanto donna ma soprattutto in quanto essere umano“.
Annalisa Civitelli