Malik Tariq Bashir: “Il lettore entra a far parte di un processo che fino a qualche anno fa era impensabile e misterioso”
Malik Tariq Bashir, giornalista pubblicista dal 2010, è nato a Roma e si è laureato in Scienze politiche all’Università degli studi Roma Tre. Sin da piccolo coltiva l’amore per la scrittura: pubblica articoli di sport, soprattutto di Formula Uno, e scrive libri gialli.
Esordisce nel 2009 con il romanzo “Il leone bianco” pubblicato da Faligi Editore. Attualmente Malik, tramite la casa editrice Bookabook, che introduce un nuovo modo di pensare all’editoria, propone il suo ultimo lavoro: “Il profumo dei Valgesi”.
Un libro che già dal 2008 l’autore aveva in testa e che ha visto la luce di quest’anno in seguito a un lunga ricerca e contaminazioni, per terminarne la stesura e donare all’opera un carattere attuale e fresco.
Con l’esperienza Bookabook – ci permettiamo di definirla così – l’autore ha la possibilità di confrontarsi con i lettori, considerati parte della progettualità: la casa editrice li fa sentire protagonisti e grazie al passaparola saranno loro a decretare la qualità dell’opera, a farla camminare affinché trovarla poi sugli scaffali delle librerie.
Un nuovo modo di pensare al libro, alla sua pubblicazione e fruizione, pensando sempre che il fattore qualitativo funzioni e dia la possibilità di immergersi in nuove storie.
Malik Tariq Bashir lei è giornalista pubblicista e scrittore: in che modo si è sviluppato il suo interesse per la scrittura?
“Ero molto piccolo quando questa fiammella è sorta spontanea dentro di me. Non ho avuto influenze o particolari incoraggiamenti esterni. Semplicemente, in un pomeriggio di tanti anni fa, presi in mano un piccolo quaderno grigio con impresso lo skyline di Boston e incominciai a descrivere il mio cartone animato preferito: mi piaceva l’idea di avere fra le mani qualcosa che fosse stato scritto completamente da me. Rivedendolo, a distanza di molto tempo, mi sono reso conto di quanto cercassi di raccontare le mie storie nella maniera più chiara possibile. È proprio attraverso quelle cancellazioni e quella ricerca al refuso che mi sono accorto di quanto io sia stato dal principio severo verso me stesso, nel tentativo di raggiungere un eldorado letterario”.
Quale è stata la sua formazione?
“Ho conseguito la maturità scientifica presso l’Istituto Massimiliano Massimo di Roma e mi sono laureato in Scienze Politiche con indirizzo internazionale”.
Lei è al suo secondo libro che si intitola “Il profumo dei Valgesi”. Quanto tempo ha impiegato alla stesura dell’intero testo?
“Ho immaginato buona parte della trama, dei luoghi e dei protagonisti già nel 2008. Avevo una chiara visione della linea che avrei voluto tracciare e di quello che mi sarebbe piaciuto raccontare ma, dopo aver completato il primo romanzo, ‘Il Leone Bianco’, mi sono reso conto di non essere ancora preparato ad affrontare questa nuova avventura. Avevo di fronte a me due strade: andare avanti e imparare qualcosa man mano che la vivevo, oppure svuotare il bicchiere di tutte le mie conoscenze e, con molta apertura mentale, cercare di riempirlo nuovamente con qualcosa di nuovo e fresco. Ho seguito la seconda via e a gennaio del 2021 ho completato la stesura del romanzo”.
Edito da “Bookabook” la sua nuova opera si avvicina a un nuovo modo di “fare” editoria?
“La casa editrice ‘Bookabook’ ha un modo di interagire diretto e dinamico sia nei riguardi dell’autore sia nei confronti del lettore. L’autore si sente, fin da subito, parte di un grande progetto: la sua opera può beneficiare di nuovi canali editoriali e raggiungere in poco tempo un gran numero di lettori”.
L’editoria classica quindi si sposta verso il digitale?
“Così come non si deve pensare di avere un unico metodo vincente ed essere pronti ad apprendere sempre, allo stesso modo non si deve aver paura del progresso. Credo che una novità positiva vada abbracciata e valutata; è solo andando oltre le proprie convinzioni che si può andare avanti ed essere anche più felici”.
Ci può spiegare meglio il concetto di “pubblicare i libri insieme al lettore tramite il crowdfunding”?
“La casa editrice ‘Bookabook’ inserisce all’interno del proprio sito web i romanzi che hanno superato la selezione qualitativa. In questo modo il lettore, che avrà l’ultima parola, sa sempre di trovarsi al cospetto di libri potenzialmente meritori di considerazione”.
Come mai ha scelto tale formula per far conoscere “Il profumo dei Valgesi”?
“Il lettore entra a far parte di un processo che fino a qualche anno fa era un qualcosa di impensabile e misterioso, gli si dà la possibilità di infilare la testa nella ‘stanza dei bottoni’. Per quanto mi riguarda questa è una formula veramente vincente, perché permette all’autore di non sentirsi su una torre d’avorio ma, interagendo con i lettori e ascoltandoli, ha la possibilità di avere un profuso scambio d’opinioni che avrà il pregio di poter spendere nelle opere future”.
Quanta risposta di pubblico si aspetta?
“La speranza è quella di raggiungere il maggior numero possibile di persone, essere letti, citati e consigliati. Poi alle volte le speranze sono come i desideri, per cui, tanto più la risposta si fa attendere, quanto più gli auspici fanno voli pindarici, per cui va bene così”.
Solitamente quando si entra in libreria si è sommersi dalle molteplici proposte che troviamo tra gli scaffali e i tavoli. La scelta di un libro diventa pertanto un’esperienza personale. Nel caso di “Bookabook”, il lettore è colui che decide cosa scovare in libreria. Quest’ultimo diviene così parte integrante del processo editoriale?
“Il lettore potrà leggere autori emergenti e decretare il successo dell’opera o meno. Ma dovranno essere gli autori a convincerli della bontà del proprio lavoro andando oltre i confini della propria immaginazione”.
I lettori cosa dovranno aspettarsi in futuro rispetto l’”oggetto” libro e circa tutto il suo percorso evolutivo?
“Che si passi dalla carta allo schermo di un cellullare, spero sia sempre il lettore a sceglierlo. Comunque, l’importante sarà offrire buoni contenuti, indipendentemente dalla modalità optata”.
A quale autore si può far riferimento se si vuole intraprendere il mestiere dello scrittore?
“È riduttivo rinchiudere tutto il proprio orizzonte letterario ad un solo autore. Ma lo sarebbe anche all’inverso, cioè citando un gran numero di autori. Ogni individuo è frutto della propria vita e del proprio bagaglio di esperienze ed è profondamente sbagliato pensare che ci possa essere un metodo o una strada adatta a tutti. È solo conoscendosi nel profondo e assecondando sé stessi e la propria personalità che si possono ottenere risultati di rilievo. Ritengo che questo discorso sia valido per qualunque tipo di percorso si voglia intraprendere”.
Infine, tra narrativa e poesia cosa predilige e perché?
“La predilezione per l’uno o l’altro genere può variare dal mio momentaneo stato d’animo”.
Annalisa Civitelli