Intervista a Roberta Di Casimirro
Il Premio M.Arte i suoi criteri di scelta
In occasione dell’assegnazione del Premio M.Arte 2023, alla quale abbiamo preso parte lo scorso 9 marzo all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, abbiamo colto l’opportunità di rivolgere qualche domanda alla presidente dell’Associazione culturale M.Arte: Roberta Di Casimirro.
Roberta Di Casimirro ci racconta come è nata l’Associazione, appunto, e quali obiettivi si pone. Nel lontano 2009 un gruppo di amici decide di concretizzare un progetto culturale, rigorosamente apolitico e apartitico, che puntasse a fare anche comunità.
L’intento è quello di sperimentare e ricercare a tutto tondo i movimenti che smuovono il mondo artistico e che, al contempo, sappiano riprodurre il reale o il fantastico attraverso tecniche e tecnologie e di conseguenza esprimano al meglio i valori della nostra società.
Inoltre, la Di Casimirro esprime le motivazioni che spingono a consegnare il Premio, alla sua quarta edizione – umanità, sensibilità, coraggio, capacità – e il criterio di selezione, che si incentra su una figura che opera in uno specifico ambito lavorativo.
E quest’anno la decisione è caduta sullo scrittore Pietrangelo Buttafuoco.
Non solo, la presidente dell’Associazione M.Arte ci parla anche delle precedenti personalità a cui è stato conferito il premio omonimo: Valerio Cutonilli, Gennaro Sangiuliano e il Prof. Cavanna. Di quest’ultimo racconta un aneddoto particolare: ci spiega le conseguenze dell’impatto che ha avuto l’idea del Professore durante la pandemia.
La presidente di M.Arte dunque sembra essere irrefrenabile: lavora sia in ambito comunicativo sia dell’informazione, acquisendone sempre più competenza e professionalità.
Sa muoversi in più ambiti: ama l’arte, viaggiare, fotografare e leggere, osservare il mondo a modo suo. Studia e approfondisce ogni tipo di argomento che la incuriosisce.
Roberta Di Casimirro, come e quando nasce l’Associazione M.Arte?
“L’Associazione M.Arte nasce nel 2009 per volontà di un gruppo di amici, i quali sentivano la necessità, la voglia di costruire qualche cosa a livello culturale, ma anche di fare comunità“.
Con quale intento l’associazione istituisce il Premio M.Arte e quali evoluzioni ha subito nel tempo?
“Il Premio M.Arte nasce nel 2019, in quanto il Presidente dell’Associazione, l’Avvocato Tommaso Manzo, è morto. Successivamente abbiamo sentito la necessità, in qualche modo, di rendergli omaggio. Il primo premio è stato infatti consegnato a un Avvocato vicino alla linea di pensiero di Manzo: Valerio Cutonilli. Una persona che si impegna, che partecipa e ha un’idealità e, di conseguenza, si distingue nel campo dell’avvocatura. Non solo, emerge anche per le sue ricerche storiche e storiografiche, e ha scritto diversi libri sugli anni di piombo e gli anni ’70. Si muove, dunque, a livello sociale e politico. L’anno successivo, tuttavia, non potevamo premiare un altro avvocato e la scelta è ricaduta su Gennaro Sangiuliano, ex Direttore del TG2, per il fatto di riuscire a divulgare un’infomazione differente, sotto un altro punto di vista“.
Quali sono i criteri che segue il Premio?
“Umanità, sensibilità, coraggio, capacità“.
Dunque, perché la scelta di premiare esponenti della cultura italiana?
“Non solo. Nel 2022 abbiamo premiato l’oncologo Luigi Cavanna, che era Primario del reparto oncologico all’ospedale di Piacenza“.
Quindi vengono premiati anche altri esponenti italiani che appartengono ad altri ambiti professionali?
“Sì, laddove cade la nostra curiosità e riconosciamo le capacità di queste illustri figure. Abbiamo infatti conosciuto il Prof. Cavanna, per esempio, durante il periodo del Covid e abbiamo fatto delle riunioni su Zoom. Sono rimasta impressionata dalla sua personalità, poiché ci ha raccontato che, proprio nella prima fase pandemica, a Piacenza non sapevano in che modo accogliere le persone malate e lui steso ha ‘inventato’ le ‘uscart’ ovvero un percorso in cui le strutture sanitarie – in quello specifico momento – si avvicinavano ai malati. Durante la conferenza, poi, il Prof. Cavanna mi disse una cosa che mi ha colpito molto: ‘la gente non ci chiede di essere guarita, ma di essere curata’. Un messaggio, trovo, che ingloba in sé il senso dell’umanizzazione della medicina, che a me è piace molto“.
Forse bisognerebbe implementare questa idea all’interno della sanità italiana?
“Esatto. Questa frase rispecchia il ‘giusto’, è un nostro diritto e una nostra sensibilità, perché nel momento della malattia siamo tutti più fragili e abbiamo bisgono di un medico che sia umano e che comprenda le nostre debolezze del momento“.
In tal senso, quest’anno, cosa vi ha spinto a premiare l’ex giornalista e scrittore Petrangelo Buttafuoco?
“Riteniamo che lui abbia una penna straordinaria e riesce a costruire degli immaginari incredibili, li fa ‘vedere’. È talmente poeta e artista che, quando si legge un suo testo si ‘percepisce’, si immagina. Si sentono persino gli odori“.
La scelta duqnue è dura visto che vi approcciate a diversi settori lavorativi
“Sì. Infatti premiamo una figura l’anno che opera in uno specifico ambito professionale. Noi osserviamo la società a 360° e di ciò che ci colpisce durante i 365 giorni, ne facciamo una sintesi“.
Annalisa Civitelli
Ringraziamo di cuore Roberta Di Casimirro per averci concesso l’intervista.