Santo Nicito: “Il Teatro Trani Clown Festival nasce dal bisogno, dal desiderio di far conoscere, sperimentare, scoprire la figura del clown nella sua versatilità e capacità di incontrare ed entrare in contatto con le persone”
Il comunicato stampa recita così: “Tanto divertimento, senza tralasciare, però, l’aspetto sociale, relazionale e umano che da sempre caratterizza le attività de “Il Treno del Sorriso”, l’Associazione che organizza la manifestazione“.
A noi piace pensarla in questo modo. Infatti, dal 6 all’11 luglio nella splendida cornice della città pugliese si svolgerà la prima edizione del ‘Teatro Clown Festival’ patrocinato dalla Regione Puglia, dalla Provincia BAT e dal Comune di Trani.
La manifestazione è nata appunto dall’esigenza di far conoscere la figura del clown partendo dalla sua storia per poi sottolineare il suo significato all’interno della società odierna, perché il clown non indossa solo un naso rosso, ma racchiude in sé molteplici personaggi che, “nel corso degli anni sono stati voce del popolo e sono andati contro il potere…”.
Una sorta di simbolo che di per sé cura l’anima di grandi e piccini, e lo spiega bene il direttore Artistico del Festival, Santo Nicito – clown/attore –, il quale ha coinvolto figure professionali, anche straniere, l’Associazione ‘Il Treno del sorriso’ (che cofinanzia il Festival), la Federazione Nazionale Clown Dottori e l’Associazione Urbana APS, per un cartellone ricco di spettacoli e seminari di approfondimento sulla figura del clown e sul suo operato professionale all’interno di strutture ospedaliere e non solo.
Lasciarsi dunque incantare dalla magia non sarà difficile, ma di certo invitante: il T.T.C. sarà un’esperienza tutta da vivere, per sperimentare ed emozionarsi, e stringere le mani a “un personaggio che riesce plasmare a suo piacimento lo spazio in cui si trova dandogli forme e significati diversi”.
Santo Nicito, quanto è importante la figura del clown nel sociale, e non solo?
“Il clown è una figura capace di avvicinarsi più di ogni altro interprete dello spettacolo a ogni tipo di pubblico. Riesce a coinvolgerlo in una dimensione sempre nuova, irreale, ma allo stesso tempo fortemente umana. L’arte del clown storicamente si è sviluppata e si è mossa di pari passo con la storia dell’uomo: il clown si rivela, in ogni luogo e si identifica con la gente e con le storie e i personaggi di quella comunità. Lascia il circo, la sua zona di confort, il suo eterno spazio circolare, per incontrare il mondo nei più diversi spazi. Il teatro, la strada, gli ospedali, ecc., hanno dato al clown la possibilità di reinventarsi di nuovo, di poter incontrare e trasformarsi”.
Lei in che modo si descrive come clown
“Il ‘mio’ clown Augusto, goffo e sognatore, è capace di adattarsi in qualsiasi tempo storico. È un personaggio di cui il mondo ha bisogno. Dentro la sua valigia accoglie tecniche e umanità e si mostra sempre per quello che è, raccontando la vita senza mentire”.
Che cosa è nello specifico l’arte della clownerie?
“La clownerie è una tecnica precisa. Non ci si inventa, non lascia spazio all’improvvisazione, non basta mettersi un naso rosso e un po’ di cerone per essere clown. Anche fuori dai contesti tradizionali è una professione che richiede conoscenze specifiche. Il clown è il ‘più nudo di tutti gli artisti’. Ogni clown è diverso e importante come ogni essere umano, la sua parte sociale tiene per mano quella performativa muovendosi all’unisono per incontrare il suo pubblico e le persone, per continuare sempre a raccontare storie”.
Come pensa si possa maggiormente mettere in risalto la figura del clown?
“Credo che i passaggi per mettere in risalto la figura del clown nella sua semplicità ma allo stesso tempo nella sua duttilità siano due: l’ambito tradizionale e quello sociale. Entrambi partono dalla stessa base: il lavoro sul clown e il lavoro sulla persona. Riguardo l’area prettamente artistico tradizionale, la disciplina della clownerie dovrebbe essere nuovamente inserita nel programma didattico indi in tutte le accademie di teatro, anche nell’ambito dell’arte scenica. Come materia propedeutica è fondamentale per formare attori e non come materia secondaria. Inoltre, bisognerebbe dedicare momenti di approfondimento e studio rispetto a un personaggio che è stato preso nei secoli in considerazione dai più importati registri, drammaturghi studiosi del teatro e non solo. Fellini racconta questo personaggio attraverso la pellicola “I clown”, William Shakespeare usa frequentemente nelle sue opere ‘Il fool shakespeariano’, Dario Fo ne tesse le lodi e definisce il personaggio clown come una delle chiavi fondamentali del teatro. Ancora il cinema muto con Charlie Chaplin o Buster Keaton, ecc, è riuscito, narrando per immagini, a mettere il clown al centro di storie e a far comprendere l’anima di questo personaggio, attraverso un’essenza comunicativa potente che passa dal corpo, dal gesto e dalla mimica. Relativamente all’area sociale, promuovere e favorire corsi di formazione professionali pertinenti alla figura del clown sociale, ospedaliero – socio sanitario, come creare un albo professionale. Con molte realtà italiane infatti stiamo lavorando per far si che questo accada: l’inserimento di questo professionista all’interno del piano organico delle strutture ospedaliere e socio–sanitarie darebbe reale importanza, il giusto valore e dignità alla figura del clown”.
Dunque, quanto è importante saper “curare” attraverso l’arte della clownerie?
“Il prendersi cura degli altri non passa solo attraverso le cure mediche, ma anche dalla relazione e dall’accompagnare la persona anche in un processo di cura psicologica. Gli interventi, infatti, sono strutturati nel rispetto della centralità del paziente, del suo stato psico–fisico, del suo umore, dei suoi ritmi. Trae beneficio non solo il paziente ma tutto il personale medico e infermieristico e, nel caso delle comunità, l’equipe. Queste sono le azioni da intraprendere per far sì che il clown abbia il giusto spazio”.
Ci può raccontare come è nata l’idea del Festival “Trani Teatro Clown” e il perché della scelta della città pugliese?
“Il festival nasce dal bisogno di ricercare nuovi spazi d’azione e d’incontro nei quali l’associazione de ‘Il Treno del sorriso’ possa esprimere il suo potenziale. E ancora, nasce dal desiderio di voler riportare la gente a stare insieme per riscoprire il senso di comunità e la condivisione dopo un lungo periodo di distanziamento. Il clown da sempre è un personaggio che unisce, che aggrega. Che sia la pista, la piazza, il teatro o un ospedale la sua essenza è catalizzatrice. Sicuramente sono stati gli eventi che portano a creare e, in questo caso, è stato un incontro di lavoro a Trani tanti anni fa, che mi ha fatto innamorare di un gruppo di persone, i volontari e gli artisti de ‘Il Treno del sorriso’, e di una città a misura d’uomo che si tuffa in un mare azzurrissimo. Penso che la scelta di Trani, sia passata, appunto, da emozioni importanti”.
Quali sono gli eventi principali di questa prima edizione?
“Il ‘Teatro Trani Clown Festival’ nasce dal bisogno, dal desiderio di far conoscere, sperimentare, scoprire la figura del clown nella sua versatilità e capacità di incontrare ed entrare in contatto con le persone. Un personaggio che riesce plasmare a suo piacimento lo spazio in cui si trova dandogli forme e significati diversi. Sicuramente i quattro spettacoli che si terranno 9, 10 e 11 luglio presso l’anfiteatro della Villa Comunale di Trani racconteranno e accompagneranno il pubblico a comprendere che il clown non è esclusivamente il personaggio che indossa un naso rosso, ma è molto di più: racchiude in se tutti quei personaggi che nel corso degli anni sono stati voce del popolo, sono andati contro il potere come i giullari, il tramp, zanni ecc. I quattro spettacoli previsti, ‘In valigia…’ con Mario Barnaba, ‘Com’è nato il Giullare?’ con Maurizio Giordo, ‘La dans du pied. Apriti alla gioia’ con Monsieur David e Federica Gumina e ‘Ali’ con Sara Gagliarducci, vogliono raccontare tutto questo. Altro evento che inserirei tra le principali iniziative di questa prima edizione è il seminario dedicato al clown sociale durante il quale interverranno la ‘Federazione Nazionale Clown Dottori’, ma anche tanti altri esponenti del mondo socio sanitario del territorio. Il seminario si terrà all’interno del Polo Museale di Trani grazie al partenariato siglato con la Fondazione S.E.C.A. che ha sposato il progetto”.
Un invito ai nostri lettori
“Non resta che invitarvi a partecipare alla prima edizione del ‘Trani Teatro Clown Festival’ per due ragioni diverse: gli spettacoli porteranno i più grandi a tornare bambini e i bambini verranno accompagnati a diventare costruttori di sogni. Il T.T.C. è una medicina per il corpo e per la mente. Vi aspettiamo dal 6 all’11 luglio a Trani!”.
Marta Astolfi