Silvia Mattina e Filippo Papa: “In un momento di immobilismo esistenziale, ‘Gli Artivisti’ sono un invito a intervenire per smuovere un mondo culturale e politico atrofizzato dalla sola logica del profitto”
Lo scorso mese abbiamo dedicato un articolo – www.brainstormingculturale/gli-artivisti – a un nuovo progetto artistico del tutto digitale. Definito “figlio della pandemia” proprio dai due giovani creatori, ‘Gli Artivisti’ – http://gliartivisti.com –ha il fine di proporre l’arte online in chiave giocosa.
Silvia Mattina e Filippo Papa, l’una storica dell’arte e l’altro grafico–fotografo, si sono conosciuti sul web; in seguito a una serie di e-mail hanno deciso di far nascere il loro sodalizio, che si traduce nella loro attività che punta a promuovere l’arte sotto svariati aspetti.
La Mattina e Papa sono dunque in sinergia e, quest’ultima, si trasforma ogni giorno in una conquista fatta di piccoli passi e consapevolezza. Un azzardo, di questi tempi! Tuttavia ‘Gli Artivisti’ di dimostra una realtà intraprendente e piena di stimoli.
Il concept de ‘Gli Artivisti’ mira appunto a stimolare non solo gli artisti attraverso i contest e iniziative originali proposte sul sito, ma anche le persone normali, le quali si sentono coinvolte dal mondo che Silvia Mattina e Filippo Papa vogliono rimandare e farci vivere.
E i due imprenditori digitali, che amano la bellezza, hanno di certo fatto centro proponendo un linguaggio versatile e innovativo tra classico e contemporaneo, e addirittura contro la censura dell’arte, il cui obiettivo è il gioco, appunto, considerato “il volano per la fruizione dell’arte” anche se “l’arte resta un elemento importante e serio” dell’esistenza di tutti.
Il progetto è dunque nato per sopperire alla mancanza dell’arte nel periodo pandemico, in attesa di fruirne dal vivo, e per far scoprire al pubblico un nuovo modo di vivere l’arte navigando su internet, offrendo inoltre ulteriori spunti di conoscenza e differenti utilizzi della rete, che si discostano da quelli più comuni.
Silvia Mattina e Filippo Papa, come vi siete conosciuti e in che modo nasce il vostro sodalizio lavorativo?
Silvia Mattina: “Nel torpore della quarantena digitale, il mio occhio è caduto sulle stories di un mio contatto che promuoveva l’arte attraverso un dinamico campionato di opere di artisti famosi del passato. Fin dal primo messaggio era chiaro che i nostri intenti erano indirizzati verso un unico scopo: promuovere l’arte con il sorriso“.
Filippo Papa: “Un giorno ho ricevuto un messaggio su Facebook, era una giovane professionista di Roma che si complimentava con me per la realizzazione di un ‘Campionato di opere d’arte’ sui miei canali social. Da lì è nata con Silvia una sinergia che non capita spesso nemmeno con persone conosciute dal vivo. Tra una chiacchiera e l’altra abbiamo iniziato a collaborare e a far nascere la nostra vera e propria start up“.
Come nasce quindi il brand “Gli Artivisti” e che significato assume per voi?
Filippo Papa: “Pieni di entusiasmo, giorno dopo giorno e confronto dopo confronto abbiamo pensato di unire la nostra passione reciproca per la promozione dell’arte e creare ‘Gli Artivisti’, all’inizio solo come pagina Facebook per poi diventare una piattaforma web. È stata un’evoluzione che tutt’ora è in divenire“.
Silvia Mattina: “In un momento di immobilismo fisico e di relazione, ‘Gli Artivisti’ sono un invito a intervenire per smuovere un mondo culturale e politico atrofizzato dalla sola logica del profitto. Mai come in questo momento, l’arte ha bisogno di lavorare sui valori della bellezza e della creatività“.
Qual è stato il vostro percorso formativo che di conseguenza vi ha portato alla strutturazione della vostra attività online?
Silvia Mattina: “La formazione continua è l’acqua della mente. Sono sempre stata convinta che per raggiungere alcuni obiettivi bisognasse sempre imparare qualcosa, anche di completamente diverso dal punto di partenza. Per me è sempre stato così, ho iniziato da storica e critica d’arte per poi evolvermi nel mondo della comunicazione e del marketing digitale. L’arte e il marketing sono come cane e gatto, chi l’ha detto che non può funzionare?”
Filippo Papa: “Ho studiato graphic design presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Mi sono Laureato prima al triennio e poi ho completato i miei studi con il biennio specialistico sempre in grafica e comunicazione. Sin dal secondo anno di università ho avuto la possibilità si farmi conoscere come artista visivo realizzando mostre personali, eventi nazionali e internazionali. Nel corso di 10 anni ho ricevuto riconoscimenti importantissimi ma in parallelo alla mia carriera artistica, ho sempre avuto l’attenzione per la promozione culturale infatti nel 2011 ho fondato la mia prima community Facebook ‘Artèanima’ nata proprio da questa mia frase e filosofia di pensiero ‘l’arte è la massima espressione dell’anima’. Nel 2018 ho lanciato il progetto ‘Naxed’ contro la censura del nudo artistico e dell’arte erotica. Inoltre sono da diversi anni volontario del ‘FAI – Fondo Ambiente Italiano’ per la promozione e salvaguardia del patrimonio artistico e culturale nazionale”.
La parola “Artivisti” sembra esprimere un movimento artistico che in qualche modo si accosta all’idea di Azione. È così? E in che modo l’Azione assume valore?
Filippo Papa: “Si, nasce proprio dall’idea di ‘attivismo’ inteso come massima attenzione alla promozione artistica. L’articolo ‘gli’ rappresenta la coesione in primis fra me e Silvia Mattina e in generale fra tutti quelli che collaborano e collaboreranno con noi. L’Azione in tutte le sue forme è fondamentale nel nostro progetto”.
Silvia Mattina: “Gli Artivisti siamo Filippo ed io, ma sei anche tu, il mio vicino di casa e l’artista del quartiere vicino. L’idea che vogliamo trasmettere è che ognuno di noi può assumersi la ‘responsabilità’ di diffondere l’arte. La cultura non è per pochi e non si ferma mai, anzi si trasforma in più ‘soggettività digitali’”.
Il vostro progetto ha delle solide fondamenta: si basa sull’arte. Quest’ultima è la vostra via di comunicazione tramite i canali social: quanta fatica si fa a essere sempre attivi e quanto si fatica per ottenere la visibilità che si desidera?
Silvia Mattina: “La fatica non è nel progetto in sé, seppur molto impegnativo, ma nella difficoltà per entrambi di coniugare la startup con altri lavori che seguiamo quotidianamente. L’ansia di visibilità non deve però far perdere di vista la qualità dei contenuti e in questo noi crediamo molto. Non è solo una questione di visibilità sui social, sarebbe troppo riduttivo, al centro c’è il nostro contributo per e con gli artisti di ieri e di oggi. I post sono solo dei puzzle di un enorme disegno che noi stiamo tracciando per permettere a chiunque di scoprire nuovi percorsi dentro e fuori l’arte”.
Filippo Papa: “Assolutamente, l’arte è la mia vita e penso che questo pensiero sia condiviso anche da Silvia. Siamo innamorati dell’arte! Per questo lavorare, impegnarsi e fare anche le ore piccole non ci fa stancare. Quando si fanno le cose con passione non si sente la stanchezza. Però la fatica è tanta, c’è chi pensa che la promozione attraverso i social network non impieghi molto tempo in quanto siano “semplici” post o storie che possono fare tutti, in realta c’è dietro un piano di programmazione ben definito che impiega settimane e mesi precedenti di organizzazione. Non solo anche trovare la chiave giusta per poter comunicare con il pubblico a livello visivo e testuale non è cosa da poco, il risultato finale è solo la punta dell’iceberg”.
La vostra mission è andare incontro sia agli artisti sia alle persone comuni per divulgare l’arte in modo giocoso. L’arte dunque è intesa come un gioco, perché?
Filippo Papa: “L’aspetto ludico è fondamentale, è l’elemento che ha attirato l’attenzione di Silvia verso la mia attività e successivamente quello che ci ha unito. L’arte è un gioco serio. In questa piccola frase si racchiude il nostro concept. Il gioco diventa il volano per la fruizione dell’arte ma l’arte resta un elemento importante e serio della nostra esistenza”.
Silvia Mattina: “È il concetto dell’approccio infantile alla vita, con Filippo cerchiamo di guardare all’arte con quella ‘serietà giocosa’ che ha sempre contrassegnato l’arte fin dall’antichità. Le opere d’arte non rappresentano, infatti, solo un patrimonio storico e artistico ma attraverso di esse è possibile studiare le abitudini e le usanze degli uomini di ieri e di oggi. La pandemia ha rappresentato un po’ per tutti l’anno zero, la riscoperta di diverse modalità espressive e per noi è stato un momento di risveglio e Gli Artivisti è un ‘tram che si chiama desiderio’”.
Da qui l’idea di proporre la vostra immagine in chiave fumettistica?
Silvia Mattina: “È stato uno scatto quasi naturale dopo esserci confrontati per tanti mesi di telefonate e videochiamate, abbiamo deciso di creare un nuovo mondo dove passato e presente si confondono e non c’è limite all’immaginazione”.
Filippo Papa: “Si, da subito con Silvia siamo stati d’accordo nel far diventare il cardine della nostra comunicazione lo stile cartoon. In primis per rafforzare l’idea di gioco e poi per creare un mondo parallelo dove non avere confini”.
Avete definito il vostro progetto “figlio della pandemia”. In effetti, in questo lungo periodo di difficoltà molte attività sono nate sul web. Ci viene da pensare che l’arte ora si possa fruire anche in rete, contrastando la fruizione dal vivo. Quali differenze riscontrate rispetto queste due modalità di vivere l’arte?
Filippo Papa: “Credo che la pandemia abbia portato la nascita di nuove consapevolezze in tutti noi. Il mondo si è cristallizzato ed il web è diventato l’unica ‘finestra’ in cui tutti potevano comunicare, acquisendo valore come strumento formativo. Infatti le scuole e diverse aziende sono riuscite a sfruttare appieno le sue potenzialità inesplorate attraverso la DAD – nonostante alcune controversie – e lo smart working. La digitalizzazione non deve essere per forza un male, non deve dividere o isolare l’individuo anzi deve aumentare le possibilità umane di socializzazione come è successo fra me e Silvia. Non ci siamo mai visti dal vivo ma lo stesso lavoriamo insieme. Ciò può permettere la conoscenza e nascita di numerose collaborazioni anche a distanza. Ecco credo che questo sia un ottimo esempio di sano utilizzo del web. La fruizione e l’esposizione sul web è un’esperienza alternativa, non sostitutiva a quella dal vero e credo che le due cose possano arricchirsi a vicenda fino a compenetrarsi. Ciò offre un’ampia prospettiva per promuovere l’arte senza alcun limite”.
Silvia Mattina: “Nel nostro caso, la nascita del progetto risponde a una profonda crisi personale dovuta sicuramente alla privazione della fruizione dal vivo. Tale consapevolezza ha sviluppato in noi la necessità di continuare a fare il nostro lavoro nonostante la chiusura di musei e gallerie d’arte. È un’alternativa e come tale deve rimanere, ciò non toglie che quando si ritornerà a vedere delle mostre dal vivo, l’esperienza digitale potrà continuare a esistere. I social network non devono essere subiti perché rischia di perdere il contatto dalla realtà. Lo dimostra il fatto che Filippo ed io non ci siamo mai visti in presenza ma non vediamo l’ora di accorciare queste distanze virtuali”.
Nel vostro progetto avete introdotto l’iniziativa #artesenzacensura: in che consiste e perché ci credete fortemente?
Silvia Mattina: “Naxed è un progetto che Filippo portava avanti da anni e che io ho accolto subito con piacere. Il tema della censura nel mondo dell’arte ha attraversato secoli e secoli e coinvolto numerosi artisti, ma il solo fatto che dietro alla decisione di bannare alcune opere di nudo artistico ci sia un algoritmo, beh questo fa pensare”.
Filippo Papa: “Nelle prime domande ho accennato alla nascita di ‘Naxed’. Proprio in seno a questo progetto ho lanciato l’hashtag ‘#ArteSenzaCensura’. Una battaglia che porto fortemente avanti da alcuni anni in quanto credo che l’arte non debba essere in alcun modo censurata snaturando la bellezza di opere che risultano incomplete. Ultimamente trovo assurdo che i social network non permettano nemmeno la condivisione di opere d’arte storicizzate. Quando ne ho parlato a Silvia ne è stata subito entusiasta condividendo appieno gli ideali del progetto così abbiamo pensato di creare una sezione sul nostro sito dedicata alle mostre virtuali di nudo artistico e arte erotica nominata ‘Gli Artivisti X Naxed’”.
È impossibile descrivere i passaggi che distinguono i periodi storico-artistici in poche righe. Dal classico al contemporaneo, che cosa è cambiato nel linguaggio artistico e nelle proposte che gli artisti stessi propongono nella modernità?
Filippo Papa: “L’arte contemporanea secondo me ha toccato talmente tanti aspetti e trattato così tante tematiche che il rischio è un po’ quello dell’omologazione. La chiave per essere unici è ricercare una propria poetica più che concentrarsi sulla tecnica di esecuzione indipendentemente dal mezzo con cui si fa ‘arte’. Purtroppo spesso riscontro un approccio di sperimentazione tecnica in cui erroneamente ci si ispira ai grandi autori senza trarne l’essenza o riuscire a trovare la propria originalità. Molti sul web si improvvisano artisti ma esserlo è un vero e proprio stile di vita, una caratteristica essenziale della propria personalità. Da un punto di vista positivo le tecnologie moderne portano ad avere maggiori strumenti d’espressione e questo fa assolutamente la differenza. Oggi qualsiasi strumento deve essere saper usato con la testa ma soprattutto con il cuore!”
Silvia Mattina: “L’arte comunica con dei codici e come tutti i linguaggi dell’uomo è il nostro legame con il passato e il ponte con il presente. Il linguaggio è una variabile che muta in seguito all’evoluzione o all’involuzione della società, ma il bisogno di espressione e comune a tutti i secoli e a tutte le popolazioni. Ciò che davvero cambia è il medium. Sicuramente il Rinascimento è stato un momento cruciale nella storia dell’arte, l’uomo tornava al centro e dall’oscurità si tornava alla luce delle arti con uomini del calibro di Machiavelli, Galilei, Alberti, Leonardo (solo per fare alcuni nomi). In un certo senso, oggi si avverte per gli artisti l’incombenza dell’emergenza che limita l’arte come esperienza reale del mondo. C’è dunque un vuoto di vita che coincide con il concetto più ampio di vuoto antropocentrico che l’arte aveva, già in parte, indagato e realizzato attraverso l’immaginazione di alcuni artisti nel Novecento. ‘Prima, non c’è nulla, poi c’è un nulla profondo, poi una profondità blu’, Yves Klein docet!”
Cosa accomuna una storica dell’arte e un grafico–fotografo?
Silvia Mattina: “Sicuramente il modo in cui ci fa sentire l’arte. I nostri ruoli non sono così rigidi, dal momento che l’idea di vivere quest’esperienza è puramente volontaria. Il nostro approccio è molto metodico ma anche tendenzialmente rispettoso del saper fare dell’altro”.
Filippo Papa: “Di getto ti dico l’amore con la ‘A’ maiuscola per l’arte! Silvia ed io siamo complementari nelle nostre diverse competenze. Nonostante veniamo da un background di studi differente, ma abbiamo un’anima simile e questo è quello che conta”.
Consigli utili per giovani artisti in erba?
Filippo Papa: “Dare consigli è sempre particolare. Non è facile! Più che altro mi sento di dire che la perseveranza e la costanza pagano sempre. Il talento vero prima o poi viene fuori, ma senza il duro lavoro non si arriva da nessuna parte”.
Silvia Mattina: “È sempre una lama a doppio taglio dare un consiglio, preferisco parlare di prospettive ed è quello che mi sento di dire a chi inizia un percorso artistico. Guardiamo al passato come trampolino di lancio per il futuro. Immergersi in quello che si sta facendo, non dimenticando l’occhio attivo dell’altro”.
Infine, i vostri artisti preferiti e perché
Silvia Mattina: “È una domanda che mi mette sempre in difficoltà, semplicemente perché il concetto di preferito implica una scelta aprioristica, quando in realtà la preferenza non è mai totale per un’artista. Quando penso a un pittore come Picasso, mi viene in mente la sua straordinaria versatilità ma anche la sua fama di ‘collezionista’ di passioni femminili. A questo punto faccio prima a dire che non amo quegli artisti fagocitati dalla comunicazione a tutti i costi, non sempre si ha qualcosa da trasmettere”.
Filippo Papa: “Vi stupirà leggere che ho più artisti preferiti nell’ambito della pittura e della scultura che nella fotografia. Questo perché mi sento un ‘pittore della fotografia’. Fatta questa premessa amo Leonardo da Vinci, Caravaggio, De Chirico e Canova. Inoltre adoro Van Gogh, Pollock ma potrei davvero continuare all’infinito se dovessi analizzare ciò che mi colpisce analizzando ogni singola corrente artistica”.
Annalisa Civitelli