Tiziano Panici: “Scommettere su un ricambio artistico generazionale è fondamentale”
Tiziano Panici, direttore artistico del festival ‘Dominio Pubblico’, ci illustra le caratteristiche dell’imminente ottava edizione.
Panici sottolinea l’importanza di continuare a far vivere lo spettacolo dal vivo in tutti i modi possibili, anche trovando un compromesso tra live e video, supponendo un interessante alleanza con lo streaming e il digitale in genere.
‘Dominio pubblico’ è una realtà ormai consolidata che in otto edizioni ha puntato le luci su artisti giovanissimi dando supporto a un ideale di ricambio generazionale che possa diventare un motore inarrestabile per ogni tipo di performance dal vivo e non.
La creatura di Tiziano Panici ha contribuito a creare nuovi nomi dello spettacolo italiano e altre figure professionali destinate a tenere in piedi un ambito artistico che è ormai una vera e propria industria.
Tiziano Panici, l’edizione 2020 di “Dominio Pubblico” ha avuto luogo la scorsa estate: quando inizierà l’edizione 2021?
“L’edizione 2021 è prevista per la fine di giugno, ma abbiamo scelto di non divulgare le date esatte perché purtroppo ci sono ancora molti punti interrogativi che non permettono di poter dare garanzie sugli eventi dal vivo. Confermeremo le date non appena la direzione artistica Under 25 avrà terminato le selezioni: aprile 2021. Per quel momento dovremmo riuscire ad avere garanzie anche dai nostri partner principali, Teatro di Roma e ATCL, per poter confermare il festival nella programmazione estiva; sia il Teatro India sia lo Spazio Rossellini ci hanno infatti consentito, data la loro struttura, di poter ospitare eventi in presenza la scorsa estate. È stata una vera festa per tutti e speriamo lo sarà anche quest’anno”.
Questa sarà l’ottava edizione: quali obiettivi sono stati raggiunti nelle edizioni precedenti e quali quelli da raggiungere quest’anno?
“Tra gli obiettivi raggiunti sicuramente c’è stato quello di riuscire a mantenere tutte le attività legate al nostro progetto e scoprire che gli Under 25, che compongono la direzione artistica partecipata, hanno avuto la forza di andare avanti, anche quest’anno, pur senza aver avuto la possibilità di conoscersi dal vivo: il gruppo è composto al momento da oltre cinquanta tra ragazzi e ragazze che si riuniscono su Zoom ogni settimana e che inizieranno a selezionare le proposte artistiche dopo la data di chiusura del bando. Tra gli obiettivi che ci aspettiamo di raggiungere c’è la possibilità di scoprire non solo nuovi artisti, ma anche nuove modalità per presentare al pubblico le proprie opere, anche in epoca pandemica: abbiamo scelto infatti di aprire questo bando 2021 con l’opportunità di presentare sia progetti live sia in formati digitali. Ci auguriamo quindi che il nostro festival possa essere ancora un’importante occasione di visibilità per artisti emergenti e un evento dedicato ai più giovani che hanno perso molti luoghi di condivisione, soprattutto culturali, ma che non devono perdere la speranza”.
Nell’ultimo anno tutti gli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo non si sono mai mostrati troppo ottimisti in merito alla situazione attuale: qual è il suo punto di vista soprattutto guardando al futuro?
“Purtroppo non c’è molto da essere ottimisti: finché non ci sarà una chiara presa di posizione, da parte della politica nei confronti degli spazi della cultura, sarà difficile tornare alla vita di prima. Molte strutture pubbliche hanno fatto il possibile per mantenere aperti i propri spazi alla città, come hanno dimostrato i nostri partner Teatro di Roma e ATCL per Spazio Rossellini. Grazie a loro sia la nostra sia molte iniziative artistiche sono riuscite a non fermarsi. Però ancora si parla di strutture molto organizzate, mentre i piccoli spazi privati o le sale di teatro e cinema della città, che da sempre sono una finestra aperta per gli artisti emergenti, sono ancora chiusi e non vengono messi a disposizione fondi adeguati o strategie per la messa in sicurezza e la riapertura”.
Le richieste per partecipare alla manifestazione si sono aperte il 7 gennaio: come sta procedendo?
“Al momento sono già arrivate oltre settanta proposte, ma sappiamo per esperienza che l’ultima settimana è quella decisiva. Anche se sarà difficile fare una selezione ci auguriamo di essere travolti da belle iniziative: sarebbe un segnale positivo e l’indice che le artiste e gli artisti non hanno smesso di pensare alle loro creazioni”.
In Italia si svolgono da diverso tempo moltissime manifestazioni analoghe a “Dominio pubblico”: quali risultati concreti si ottengono da eventi come questo per chi li organizza e soprattutto per chi partecipa?
“Un risultato concreto è stata la nascita nel 2018 di una rete nazionale che ‘Dominio Pubblico’ si è impegnata a promuovere: ‘Risonanze’ è nata informalmente nel 2018 e coinvolge all’attivo circa dodici partner su tutto il territorio nazionale. Questa rete supporta la diffusione degli artisti ma anche la formazione di una nuova platea destinata ai giovani. Oltre a noi pensiamo a ‘Festival 20 30’ e ‘Teatro Sociale’ di Gualtieri: grazie alle nostre iniziative gli artisti Under 30 anno iniziato a farsi vedere su tutta la scena nazionale. Leonardo Manzan, LIV Ferracchiati, Collettivo Controcanto sono nomi di artisti che negli anni hanno attraversato i nostri festival e oggi vediamo riconosciuti da grandi istituzioni come la Biennale di Venezia. Crediamo sia già un risultato importante, ma non dobbiamo arrenderci. In un momento come questo scommettere su un ricambio artistico generazionale è davvero fondamentale”.
Chi sceglie i lavori che parteciperanno a questa edizione e quali saranno i criteri che seguirete per questa annata così unica?
“La particolarità del nostro festival è la seguente: il lavoro di selezione viene curato da una direzione artistica partecipata di ragazze e ragazzi sotto i 25 anni. Sono guidati dai tutor del progetto, tra cui il sottoscritto. Durante tutto l’anno li mettiamo in contatto con grandi professionisti della scena grazie alla collaborazione con il Teatro di Roma e al network che, con grande fatica, cerchiamo di organizzare ogni anno. Ogni sezione viene infatti accompagnata da un partner professionista: la danza è supervisionata da ‘Twain – Centro di produzione danza’ del Lazio e da ‘Spellbound Company’; la musica da ‘Spaghetti Unplugged’; circo e performance da ‘Mirabilia’ e ‘Ondadurto’; il teatro è curato direttamente da ‘Dominio Pubblico’ con il supporto del network nazionale e del TdR. E questo solo per citarne alcuni”.
Nel corso delle precedenti edizioni avete avuto occasione di scoprire nuovi talenti che in seguito si sono affermati sulle scene italiane?
“Alcuni di loro li ho citati prima: Leonardo è stato ospite del nostro festival nel 2017 con il suo spettacolo d’esordio ‘It’s Up To You’ e di recente ha vinto la ‘Biennale Teatro’ per giovani registi. ‘Collettivo Controcanto’ sono una vecchia amicizia che siamo riusciti a far programmare al Teatro India e che ha vinto il premio nazionale In Box che gli ha garantito tournée con oltre cento repliche. Lodo Guenzi dello Stato Sociale, insieme agli amici di Kepler 452, ha portato in scena diversi spettacoli a ‘Dominio Pubblico’ e abbiamo scritto insieme a loro un ‘Manifesto del teatro Under 30’ nel 2017”.
Cinema e tv sono sempre stati i nemici più potenti dell’intrattenimento dal vivo: dopo un anno in cui gli eventi live non hanno avuto modo di svolgersi e con una crescita esponenziale delle piattaforme di streaming, quanta forza servirà allo spettacolo dal vivo per riguadagnare terreno?
“Da parte mia inizierei a riconsiderare questi nemici come importanti alleati: questa situazione ci costringe a ripensare ai nostri paradigmi. Non penso che lo spettacolo dal vivo possa essere sostituito o superato dai mezzi digitali, ma iniziano a vedersi esperimenti importanti proposti da artisti nazionali di cui tener conto. Penso, ad esempio, anche a endorsement involontari come quello di Castellucci: ha condannato il teatro in video salvo poi promuovere con questa invettiva l’uscita di un documentario su di lui andato in onda su Rai 5 e lo streaming della ‘Tragedia Endogonidia’ trasmesso, in versione integrale, dal Roma Europa Festival. Oppure più espliciti, come la trasmissione proposta da Massini su Rai 3 che ha riportato il teatro nella televisione in chiaro. Sicuramente sono risultati ancora parziali e discutibili, ma con cui dobbiamo iniziare a fare i conti. Il nostro festival 2020 è stato un festival ibrido, parte del programma lo abbiamo trasmesso in diretta live dallo Spazio Rossellini, che ha i mezzi per garantire un prodotto di qualità. L’audience di questi eventi è stata appoggiata in tutta Italia da un pubblico piuttosto vasto e ha permesso la registrazione degli eventi stessi. Sono passaggi necessari che bisogna imparare a studiare con attenzione”.
Se saremo costretti ad altri mesi di distanziamento sociale quali saranno secondo lei le azioni concrete da intraprendere per permettere allo spettacolo dal vivo di sopravvivere?
“Ne ho appena fatto un esempio, ma credo anche che al di fuori dei mesi invernali vada ripensato e fortificato l’aspetto dei live per spazi urbani e nei grandi spazi aperti: con le giuste precauzioni è possibile fruire di spettacoli di qualsiasi genere in aree non convenzionali. In particolare nelle città stratificate come Roma si possono ripensare gli spazi all’aperto a partire dai parchi e dalle piazze pubbliche. Mentre cinema e teatri potrebbero garantire misure di sicurezza anche nei mesi invernali tanto quanto i ristoranti, se gliene venisse data la possibilità. Tutto questo senza snobbare anche la possibilità dello streaming”.
Tanta fatica nell’organizzare un evento del genere ma al contempo tante soddisfazioni: perché ‘Dominio Pubblico’ funziona ancora dopo sette edizioni? Qual è l’ingrediente segreto?
“Senza alcun dubbio sono i ragazzi e le ragazze che partecipano al progetto: ogni anno assistiamo ad un ricambio generazionale importante che contribuisce ad apportare nuove energie al gruppo di lavoro. Allo stesso tempo anche i tutor crescono e invecchiano, ma si fanno anche forti dell’esperienza accumulata che garantisce una migliore formazione e un’eredità culturale e professionale su cui le ‘Generazioni Z’ potranno sempre contare. In fondo l’unica vera scommessa è realizzare qualcosa di importante insieme, consapevoli che solo facendo gruppo è possibile garantire forza e visibilità ai progetti e agli artisti”.
Infine, da Direttore Artistico, di quali figure si avvale per far funzionare una macchina così grande?
“Mi ricollego al discorso di prima: ho iniziato questo percorso che avevo poco più di 25 anni (ora ne ho 35). Era una mia forte esigenza quella di trovare coetanei con cui condividere un percorso artistico e di crescita professionale. Forse sono riuscito a trasmettere questa necessità: oggi dentro l’Associazione Dominio Pubblico lavorano attivamente due ragazze che hanno dimostrato una forza straordinaria: Alin Cristofori, che ormai gestisce il progetto amministrativamente e organizzativamente in completa autonomia e con grande professionalità e Caterina Occulto, autrice di tutte le campagne di comunicazione e delle grafiche del progetto, per cui riceviamo continuamente complimenti. Entrambe sono giovani donne responsabili e consapevoli del proprio ruolo. Sono ormai in grado di trsamettere le loro competenze anche ai nuovi arrivati e sono in molti ormai che si fermano alla fine della formazione per continuare ad aiutarci a portare avanti questo sogno. Cosa serve di più per fare funzionare la macchina?”
Gabriele Amoroso