‘Invitare gli spaventapasseri a ballare’ di Sara Comuzzo, pubblicato da Brè Edizioni, racconta un mondo complicato e dissonante, sospeso in una dimensione in cui la vita umana si aggrappa ferocemente a ciò che finisce per trascinarla ancora di più verso il fondo
A fare da sfondo alla raccolta sono le storie vere di uomini e donne che l’autrice ha incontrato lavorando in un centro di accoglienza a Dublino e in un rifugio per donne tossicodipendenti e vittime di violenza a Brighton.
Persone abituate a vivere ai margini diventano qui le protagoniste, emergendo dallo sfondo sul quale sono state relegate da una società che non può – o forse non vuole – comprenderle appieno.
Con delicatezza e rispetto, Comuzzo dona a queste anime incrinate e imperfette, spazzate in un angolo come polvere, una voce che forse hanno sempre e solo potuto sognare.
Invitare gli spaventapasseri a ballare: una dimensione autentica
La suddivisione in cinque atti e la presenza di un prologo e un epilogo conferiscono alla raccolta una struttura che ricalca quella della vita stessa, con il suo fluire tragicomico e inesorabile.
I personaggi che si muovono sul palcoscenico hanno nomi di fantasia, ma pur sempre nomi; l’autrice sembra voler ricordare al lettore che, nonostante il taglio spiccatamente metaforico dei versi, quelle raccontate sono esperienze reali, mondi interiori che esistono e coesistono davvero.
I risvolti più tetri, spietati e nauseanti di questi vissuti vengono messi a nudo con una schiettezza disarmante, senza ambiguità o edulcorazioni a fare da filtro. Anche ciò che sembra essere normale perde la maschera, e ciò che resta non è altro che l’ipocrisia di “dentisti [che] mettono a posto sorrisi da pubblicità Mentadent su gente che di sorridere non ne vuole sapere.”
Il risultato di questo esercizio di realtà è una poesia cruda ma sincera, sfrondata di ogni convenzione, coraggiosa nel suo proposito di farsi portatrice del vero.
Invitare gli spaventapasseri a ballare: dolore e speranza
Non è certo un microcosmo sereno e gioioso, quello che prende forma tra le pagine della silloge: c’è chi porta dentro e fuori le cicatrici della violenza, chi non si ritiene più degno di possedere una vita, chi affoga sofferenze indicibili in fiumi di alcol, chi ha perduto qualcuno e poi anche sé stesso.
L’abbandono di ogni illusione è il leit motiv di queste esistenze travagliate, che hanno dovuto confrontarsi con il lato più impietoso della vita: “Gli aeroplani di carta / che abbiamo piegato da bambini / si sono schiantati. / Non vorrei sbagliarmi ma è successo davvero. / Lo so perché sono io ad averli raccolti da terra.”
Comuzzo fa immergere il lettore anima e corpo negli abissi oscuri della malattia mentale e della dipendenza, creando un’atmosfera stridente, incalzante e disperata.
Tuttavia, in questo pranzo pasquale privo di cioccolato, incredibilmente si riesce ancora a trovare un senso ultimo alle cose e a gustare la dolcezza di un avvenire migliore: “Nessuno ha voglia di stare a guardare i detriti / ma tutti lasciano l’immondizia fuori dai cassonetti. / Eppure, lontano da tutto questo c’è bellezza.”
Sophia Dalla Costa
Biografia
Sara Comuzzo (Udine, 1988) ha vissuto in Canada, Scozia, Australia, Nuova Zelanda, Africa, Irlanda e Inghilterra. Al lavoro nel sociale, principalmente con senzatetto, bambini di strada, tossicodipendenti e adolescenti problematici, accompagna l’insegnamento di italiano a stranieri.
Ha pubblicato varie raccolte di poesie, tra cui “Mentre loro parlano di non so cosa” (Thauma, 2012), “Invecchiano anche le rose” (Il Rio, 2014), “Una Bellezza Lontana” (Gnasso Editore, 2018), “Dove i Clown Vanno Quando Sono Tristi” (Brè, 2020) e “Parlando su un’Altalena Arrugginita” (Brè, 2024). Le sue poesie sono apparse su siti, riviste e blog e sono state tradotte in portoghese, spagnolo, russo e inglese.
Invitare gli spaventapasseri a ballare
Sara Comuzzo
Edizioni Brè Edizioni
Collana Poesia
Genere Poesia
Anno 2023
Pagine 139
Luca Pillon
Aprile 30, 2024 @ 7:45 am
Raccolta poetica dalle tematiche forti e interessanti. Mi è piaciuto molto, ma seguo l’autrice da un po’ quindi sono di parte perché il suo modo di scrivere mi piace molto. Attenta e precisa questa nota di lettura.