‘Ipotesi del vero’ è una raccolta di poesie di Giorgio Ghiotti, strutturata in due parti che abbraccia due grandi temi: la morte e l’infanzia. È una sorta di canzoniere moderno con dediche a grandi voci poetiche femminili del Novecento e l’omaggio a un bambino, Pietro, che porta in sé la meraviglia e lo stupore per il mondo. La poesia si trasforma in eredità e lascito di memorie ed affetti, testimonianza preziosa che rimane oltre il tempo.
La nuova raccolta di poesie di Giorgio Ghiotti, ‘Ipotesi del vero’, pubblicata con LiberAria, si suddivide in due parti: “Ipotesi del vero” e “L’andare e l’addio”.
La prima diventa dominante, nelle sue dieci sezioni: “Ipotesi del vero”, “Questa eternità senza gloria”, “Ora che il sonno è perduto”, “Una tenera erba per i ritorni”, “La serratura della mente”, “Ipocondria fantastica”, “L’avventura”, “Sui ricordi”, “Il cane natufiano”, “L’altra ragazza”, “Mia nonna”, tanto da trasferire il titolo all’intero volume.
Ma entrambe le sezioni giocano un ruolo essenziale che conduce a un ricongiungimento poetico, potremmo dire esistenziale.
Troviamo due grandi temi: la morte e l’infanzia, ad indicare la fine e l’inizio, il principio e l’oltre.
Nella prima parte si respira l’atmosfera del tempo che sfugge e del ritorno, c’è un amore profondo per Roma e il quartiere Monteverde, in cui l’autore è cresciuto e ha mosso i primi passi da autore: “Facile leggere nei cieli -/tra ritorni propizi e nuvole frondose/distese intonate al mio quartiere”.
Ipotesi del vero: ricordando Patrizia Cavalli
Le poesie “Si piange per un mondo che scompare” e “Ma dove vai col tuo gilet blu mare” sono, come spiegato dall’autore nelle pagine finali del libro, dediche a Patrizia Cavalli, ricordando il loro primo incontro.
C’è un profondo rispetto per i poeti che ci hanno preceduto, per la poesia di oggi e per quella che verrà. Il poeta ci porta ad approfondire la concezione delle cose, a volte esiste una distanza, uno scarto impercettibile tra ciò che si pensa delle persone care e di come sono realmente, diventa una concreta ipotesi del vero.
La nostra intuizione, il nostro pensiero non sempre corrispondono a quell’immagine che ci siamo prefissati. La vera natura, l’essenza magari sono leggermente diverse, o totalmente distanti.
In un testo compare una chiave, simbolo di libertà, scoperta, conoscenza, del potere di varcare una soglia, di aprire qualcosa di importante, di trovare la soluzione a qualcosa di inarrivabile: “La chiave gira, e non conto/più nemmeno le volte/che l’hanno dovuta cambiare”.
Ipotesi del vero: le dediche a Biancamaria Frabotta
Emerge la ricerca di risposte, conferme, è un voler ricomporre gli equilibri. Torna in superficie la poesia che diventa “un tempo chiuso dentro un altro tempo”, “l’animale da tiro nel folto del bosco”. Ci troviamo ancora di fronte a un omaggio intimo e sincero tra le poesie di “Una tenera erba per i ritorni” quarta sezione della prima parte, testi dedicati a Biancamaria Frabotta, diventata amica preziosa, saldo riferimento per il poeta.
Nella nona sezione troviamo l’amore per il cagnolino Oliver, amico a quattro zampe, in cui trionfa l’affetto in versi brevi, concisi, ma carichi di autenticità: “Mi tiri degli agguati che già so/se discosta dimentico la sedia/tuo trampolino di lancio verso/gli ambiti fornelli”.
La seconda parte, “L’andare e l’addio”, è dedicata a Pietro, nipotino acquisito dell’autore. Troviamo poesie che affrontano l’infanzia, un ripercorrere ricordi, ma anche lasciare in versi una sorta di eredità piena di sogni e luce per chi verrà.
Il cavallo a dondolo è un chiaro riferimento a situazioni e momenti dell’infanzia, simboleggia il legame con i familiari, si collega ad una nostalgia per i tempi trascorsi, o a qualche affetto perso in tenera età.
Con ‘Ipotesi del vero’ l’intenzione del poeta è trasmettere tutto l’amore possibile per la vita, per il sogno, per la meraviglia, che sia accolto, compreso e trasferito, affinché la poesia sia dono che prosegue oltre il tempo.
Michela Zanarella
Biografia
Giorgio Ghiotti (Roma, 1994) ha pubblicato, tra gli altri, “Dio giocava a pallone” (nottetempo), “Gli occhi vuoti dei santi” (Hacca, finalista ai premi Flaiano e Mastercard), “Atti di un mancato addio” (Hacca), “Le cattività domestiche” (Fve).
In poesia: “Estinzione dell’uomo bambino” (Perrone), “La città che ti abita” (Empirìa), “Alfabeto primitivo” (Perrone), “La via semplice” (Ensemble, Premio Paolo Prestigiacomo), “Biglietti prima di andare” (Ensemble).
Scrive sulle pagine culturali de “Il Manifesto”.
Ipotesi del vero
Giorgio Ghiotti
Editrice LiberAria
Collana Penne
Genere Poesia
Edizione 2023
Pagine 172