Est e ovest senza tempo
In anteprima nazionale, il 12 ottobre, sul palco dello splendido teatro Argentina della capitale, ‘Jerusalem Romeo Juliet’ di Paolo Alessandri è la dimostrazione di come i testi di William Shakespeare, se riadattati con intelligenza, continuino a confermare la loro forza immutabile nel tempo, evidenziando come anche l’uomo, probabilmente, nei secoli non è cambiato affatto
Montecchi e Capuleti diventano cristiani e musulmani durante quello che sembra essere un assedio di Gerusalemme durante una delle tante crociate compiute in pieno medioevo: anche in quelle terre a metà tra oriente e occidente due ragazzi vivono un amore impossibile così come accadde a Verona.
‘Jerusalem Romeo Juliet’ dimostra che, con ispirazione e intelligenza, i lavori di Shakespeare possono essere attualizzati e usati come contesto universale per descrivere i più significativi archetipi dell’umanità.
Nel caso dell’interessante spettacolo scritto da Paolo Alessandri e diretto da Fabio Omodei (anche interprete di un viscerale Mercuzio) il conflitto fra Montecchi e Capuleti diventa lo scontro fra mori e crociati che ha caratterizzato gran parte del medioevo durante le spedizioni in Terrasanta.
In realtà, ciò che succede nel copione di Alessandri non ha una cronologia specifica e potrebbe rappresentare una circostanza ben radicata nel passato così come uno scenario tanto futuristico quanto mortificante e soprattutto verosimile, provando ulteriormente l’immortalità delle opere shakespeariane.
Le battute originali del copione vengono modificate senza essere stravolte, alcune restano addirittura immutate e lo svolgimento dell’azione ne beneficia non inciampando mai in momenti morti o inutili e appagando, anzi, anche i più puristi tra gli spettatori.
È da sottolineare però come la regia di Fabio Omodei, seppur creativa e ispirata, tenda a essere in qualche modo prudente, cauta, non compiendo mai nessun passo azzardato. Questa comfort zone registica è tuttavia in qualche modo compensata dalla recitazione del cast di attori tutti giovani e senza dubbio bravissimi (un bel gruppo di allievi dell’accademia Sofia Amedolea di Roma) e, nonostante in non poche circostanze alcuni di loro vadano troppo sopra le righe, le loro prestazioni sono tutte di ottima qualità.
L’esperimento di Alessandri e Omodei è comunque senza dubbio riuscito e nella sua globalità la rappresentazione si fa seguire con estremo interesse e coinvolgimento: trattandosi di una prima nazionale si può anche sperare che i quasi insignificanti difetti della messinscena vengano corretti per fare di ‘Jerusalem Romeo Juliet’ uno spettacolo perfetto.
Gabriele Amoroso
Teatro Argentina
12 ottobre
Jerusalem Romeo Juliet
da William Shakespeare
di Paolo Alessandri
regia Fabio Omodei
con Angela Ieracitano, Daniele Flamini, Fabio Omodei, Marta Iacopini, Ramona Genna, Flavia Martino, Vincenzo Paolicelli, Roberto Bonfantini, Lucrezia Coletti, Ilaria Arcangeli, Valentina Marturini, Beatrice Pellegrino e Raffaella Mancini
assistente alla regia Lodovico Zago
assistente alla produzione Emma Aquino
luci Giovanni Modonesi
consulente esterno Hebatallah Ramadan
immagini e video Elisabetta Mancini
organizzazione Monica Rapon
produzione LEGGE 180 TEATRO – Theatre Company Sofia Amendolea
Compagnia Giovani Sofia Amendolea