Uno degli ultimi imperatori del fashion design, del ventunesimo secolo, Karl Lagerfeld, lascia al mondo intero la sua immensa eredità: i suoi disegni e la sua arte. La personalità poliedrica sarà così ricordata per i suoi schizzi, le sue fotografie e la sua vasta cultura artistica
Muore il 19 febbraio, all’età di 85 anni, lo stilista e direttore creativo di Fendi e di Chanel (ora in mano a Virginie Viard): Karl Lagerfeld. Il designer e fotografo tedesco, nato nel 1933 ad Amburgo, esordisce molto presto nel mondo della moda. Due concorsi gli valsero, l’uno (1954) il lavoro da Pierre Balmain, per un bozzetto di un cappotto, l’altro la vittoria di un premio in vestiti. Il primo era sponsorizzato dall’Associazione Internazionale della Lana, il secondo da Yves Saint Laurent.
Divenuto famoso, Lagerfeld, si è fatto immediatamente riconoscere per il suo inconfondibile stile, capace di coniugare le sue idee visionarie al classico e al contemporaneo. Grazie alla sua spiccata versatilità sperimenta e attinge alla moda parigina, alla quale unisce stili casual e rock–chic.
La prima casa di moda Lagerfeld Gallery, dopo Karl Lagerfeld, di cui lo stesso era direttore creativo, consacra la fervida attività del designer consegnandola alla storia. La prima linea di abbigliamento di uno degli stilisti più celebri al mondo assume così un’identità: le collezioni, basate principalmente sul lifestyle, includono anche il ready-to-wear e accessori femminili e maschili.
Queste ultime vengono indossate dalle più famose modelle, tra le quali riconosciamo la bellezza e il carisma di Claudia Schiffer. L’artista eclettico ha inoltre strizzato l’occhio all’ambiente musicale, creando inoltre alcuni completi per artisti di fama internazionale come per esempio Madonna (in Re-Invention Tour) e Kylie Minogue (in Showgirl Tour): qui è costumista nei tour delle cantanti e più in là negli anni riveste lo stesso ruolo a La Scala di Milano.
Il marchio omonimo è dunque un biglietto da visita: ci invita a scoprire il “mondo Lagerfeld”. Egli, considerato impenetrabile ma dallo spirito sagace, dalla smisurata cultura e con prospettive all’avanguardia, viene identificato come un’ispirazione: una persona che ha sempre puntato al futuro.
“Più che un dettaglio di stile, la moda è uno stato mentale”
Karl Lagerfeld: gli esordi
Le prime esperienze lavorative lo vedono collaborare sia in Francia, sia in Italia con Krizia, Ballantyne, Cadette e Mario Valentino, grazie alla nascita del prêt-à-porter, mentre in precedenza collabora anche con Wolford, disegnatore di calze e intimo per un alto target di riferimento. Lagerfeld, tuttavia, non disdegna affatto il pronto–moda tant’è che collabora con la casa svedese H&M che, nel 2001, promosse un’edizione limitata di creazioni del raffinato disegnatore dedicata sia alle donne, sia agli uomini. I vestiti, inutile dirlo, sono andati a ruba.
Lo stilista tedesco emigrato a Parigi nel 1953 dunque non ha mai avuto il timore di sperimentare: sia dal punto di vista delle linee, sempre innovative, sia perché, appunto, il confronto con il prêt-à-porter non lo ha mai spaventato.
Nell’ ’80 fonda il marchio Lagerfeld destinato a una linea di profumi e di abiti ma la sua collaborazione più longeva è quella con Chanel che nasce nel 1982.
Chiamato dal presidente Alain Wertheimer, il designer tedesco venne nominato direttore artistico della maison, capo esecutivo dei disegnatori, responsabile del prêt-à-porter, dell’alta moda e delle linee di accessori. Lagerfeld qui rivisita i pezzi classici ovvero i famosi completi di lana bouclé con giacchino e gonna, proiettando il marchio verso l’avvenire.
Come freelance lavora in Francia, Italia, Inghilterra e Germania e nel 1965 disegna per Chloè, realizzandone l’intera collezione; nello stesso anno inizia la collaborazione con la casa di moda italiana Fendi, di cui rivoluziona la famosa linea di pellicce e disegna il logo attuale.
Insieme a Silvia Venturini Fendi, lo stilista era il direttore creativo. L’attenzione qui è rivolta all’artigianalità del prodotto attraverso i bozzetti che hanno sovvertito la tecnica di realizzazione dei pelami, svecchiandoli. Oggi infatti sono intrisi di fantasia: colori, intarsi, rasati, reversibilità, li rendono unici, combinati a chiffon, plastica e a lavorazioni in laser.
Dall’elegante allo sportivo il poliedrico stilista nel 2006 lancia la nuova collezione uomo-donna nominata K Karl Lagerfeld, una linea casual comprensiva di magliette attillate e jeans. Da fotografo, al contrario, immortala Marilyn Manson e produce “Visionaire 23: The Emperor’s New Clothes”, una serie di scatti di nudi di modelle e di celebrità. Foto di immagini sono invece destinate alle campagne pubblicitarie delle case che dirigeva.
La figura utopica e dalla cultura pop, che ha abbracciato gran parte del secolo scorso e dell’attuale, era appassionato di architettura e piuttosto amico di Zaha Hadid; infine, nel 2010 firma le collezioni Hogan per quattro stagioni, per cui ha rivisitato le ballerine e le sneaker, i modelli classici del brand.
“Per me, creare è come respirare. Non chiedi di respirare, succede e basta”
L’artista a tutto tondo
Il percorso artistico porta Karl Lagerfed a girare anche cortometraggi per le sue case di moda, a progettare le scenografie delle passerelle ma soprattutto a dare ampio spazio alla fotografia: firma il calendario Pirelli dal tema “Mithology” nel 2011, per dare vita a eroi e divinità greche e romane attraverso scatti multiformi; in seguito firma anche le campagne Chanel.
In veste di art director e di fotografo realizza servizi di moda per magazine internazionali grazie alla conoscenza di varie tecniche; è regista di “Once and forever”, in cui dirige Kristen Stewart nel ruolo di Coco Chanel.
Lagerferld afferma di avere ” […] la possibilità di catturare un momento che è andato per sempre, che non si ripeterà uguale” e ancora “Oggi la fotografia è parte integrante della mia vita. Oramai percepisco il mondo attraverso l’obiettivo. Questo contribuisce a un distacco critico del mio lavoro, e mi aiuta più di quanto potessi immaginare“.
Il talento visionario dello stilista quindi ha superato i confini della moda: dall’arte all’illustrazione (crea, nel 1992, 60 illustrazioni per la fiaba “I Vestiti Nuovi dell’Imperatore” di H. Christian Andersen), dalla fotografia allo styling, dalla regia all’editoria: apre nel ’99 una libreria a Parigi, la “7L”; l’anno successivo diviene editore con il lancio della casa editrice “Editions 7L”, specializzata in libri di arti visive e fotografia.
Insomma un artista a tutto tondo che, anche in qualità di consumatore, ha lasciato un archivio incalcolabile di libri, di riviste e di abiti, definendo nel tempo una sua filosofia, il “Karlismo”, tanto da mantenere un’idea indipendente dall’omologazione e pertanto “[…] a imprimere al suo lavoro uno stile riconoscibile, al di là delle case di moda per cui ha lavorato: sembra più un grandioso regista cinematografico che uno stilista – scrive O’Hagan – Non ha mai voluto un’azienda tutta sua, voleva solo infondere al suo lavoro un carattere bello e riconoscibile. Ed è proprio quello che continua a fare. Ha l’attenzione di un regista per il dettaglio, la storia e il fascino, ed è questo che lo rende, a 82 anni, l’incarnazione dello stilista geniale“.
Annalisa Civitelli
Foto dal web