Fino al 20 novembre, il teatro Vascello di Roma ha ospitato ‘Kobane Calling on stage’, un riuscito esperimento teatrale che mette in scena uno dei fumetti più celebri di Zerocalcare, amatissimo autore romano. L’opera racconta con profonda intensità narrativa il viaggio che lo stesso Zerocalcare ha condotto tra Turchia e Siria nel 2014 mentre le forze dello Stato Islamico si opponevano ai curdi
Nel 2014 Zerocalcare, uno dei più amati fumettisti italiani, si è recato con un gruppo di volontari romani a Kobane, città nel nord della Siria assediata dai guerriglieri dello Stato Islamico, da sempre noto come ISIS. Kobane ha sempre rappresentato l’emblema dello spirito indipendentistico della regione del Rojava, popolata quasi esclusivamente da curdi, una delle più numerose etnie del mondo ancora prive di unità nazionale.
Attraverso uno stile critico e allo stesso tempo leggero, Zerocalcare ha tradotto quell’esperienza in graphic novel e quello stesso lavoro oggi diventa uno spettacolo teatrale singolare e ben strutturato.
La trama della vicenda è descritta con una narrazione vivida e ritmata e, ancora più importante, mette in condizione il pubblico più accorto di capire precisamente che tipo di complicate relazioni intercorrano tra curdi, turchi, siriani, autorità politiche europee e del resto dell’Occidente.
Un evento di attualità complesso e doloroso
La storia di ‘Kobane Calling on stage’ sembra quasi una grande pagina di un romanzo di avventura all’interno della quale, a volte, si cade in una retorica che evidenzia il giusto e lo sbagliato, i buoni e i cattivi in modo ovvio e prevedibile, ma che tuttavia presenta un evento di attualità complesso e doloroso.
La regia di Nicola Zavagli è l’aspetto più riuscito dello spettacolo: il regista concepisce una sequenza armonica di azioni che tendono a essere sempre fisse e senza alcuna dinamica apparente, trasformandosi poi proprio in scene quadro, come fossero tavole di un fumetto.
È azzeccato anche l’uso delle luci che, in maniera quasi impercettibile, cambiano così come cambia l’anima degli episodi narrati.
Ottima anche la prestazione dell’intero cast: gli attori sono spontanei e disinvolti, tra tutti Massimiliano Aceti, il protagonista, che nei panni di Zerocalcare mette in scena una performance ricca di energia, sentimento e precisione.
Kobane Calling: un nuovo codice di linguaggio teatrale
L’unico difetto davvero evidente di ‘Kobane Calling on stage’ è una romanità che seppur necessaria, poiché parte integrante della storia, è esasperata e insistente, senza privarsi neppure di un fastidioso e frequente turpiloquio che strappa facili risate soprattutto tra gli spettatori più giovani.
Nonostante questo, l’opera è un esperimento ben indovinato che coinvolge il pubblico e che getta le basi per un nuovo codice di linguaggio teatrale, un arricchimento che contribuisce a rendere ancora più efficace l’interazione tra forme di arte.
Gabriele Amoroso
Teatro Vascello
dal 15 al 20 novembre
Kobane Calling on stage
Tratto dall’opera “Kobane Calling” di Zerocalcare
Adattamento e regia Nicola Zavagli
con Massimiliano Aceti, Fabio Cavalieri, Marco Fanizzi, Michele Lisi, Carlotta Mangione, Alessandro Marmorini, Cristina Poccardi, Marcello Sbigoli e Pavel Zelinskij
e con Niccolò Tacchini, Martina Gnesini, Francois Meshreki, Matilde Zavagli
Assistente alla regia Cristina Mugnaini
Costumi Cristian Garbo
Fonica Alice Mollica
Luci Giovanni Monzitta
Maschere Laura Bartelloni
Musiche originali Mirko Fabbreschi
Video design Cosimo Lorenzo Pancini
Direzione artistica Teatri d’Imbarco, Beatrice Visibelli, Nicola Zavagli
Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Lucca Comics, Teatri d’Imbarco in collaborazione con Bao Publishing