A sette anni di distanza dal suo esordio discografico con “Tutto il resto non so dove”, Chiara Vidonis, cantante e compositrice triestina, torna con un nuovo album ‘La fame’, in cui le parole dell’anima diventano canto, trasformando i pensieri in musica
Chiara Vidonis con un curriculun di tutto rispetto, ha una voce che incanta: leggera, ma al tempo stesso potente, ricorda un po’ la prima Carmen Consoli. Il suo canto non eccede mai in svolazzi e tecnicismi; anche nelle improvvisazioni la sua voce resta naturale e il suo timbro cristallino, limpido, dona precisione ed eleganza alle sue interpretazioni.
Nasce a Trieste, città di confine dove le influenze culturali non sono mancate e sicuramente hanno influenzato il percorso artistico di Chiara.
Ha partecipato a diversi Premi, tra cui “Emergenza Rock”, il “Premio Bianca D’Aponte”, vincendo nel 2011 il premio nella categoria “miglior interpretazione”, premio “l’Artista che non c’era”, al “Premio Pigro” nel 2014 che vince con il brano inedito “Comprendi l’odio”, e ha all’attivo numerosi concerti.
Una voce che incanta
Radicata nella propria identità, i suoi testi in italiano sono di ampio respiro. ‘La fame’ infatti è un percorso introspettivo, che la cantante compie, senza mai perdere di vista ciò che la circonda, raccontando le emozioni più profonde.
Il suo primo album è stato tacciato di essere molto urlato, di essere caratterizzato da una carica energetica molto forte, quello che non succede, invece, nella maggior parte dei brani di ‘La fame’. E la stessa musicista ne spiega il motivo:
“La differenza tra primo e secondo disco è dettata dal contesto in cui li ho scritti.Il primo nasce nel periodo in cui ho vissuto a Roma: sono stati dieci anni molto dolorosi della mia vita e l’album è pieno delle sensazioni che ho vissuto. Roma è stata una città in cui, a livello personale, mi sono sentita molto sola e inascoltata. Quindi, avevo l’esigenza di usare certe sonorità e di urlare moltissimo.”
La fame raccontata da Chiara
Prodotto da Karim Qqru, il batterista dei The Zen Circus, il nuovo album ‘La fame’ è composto da otto brani, di cui Chiara Vidonis è autrice dei testi.
L’album rappresenta un lavoro autoriale di grande rilievo, in cui la maturità artistica della musicista si dispiega compiutamente in ogni sua composizione.
“La fame è quello che ci fa sempre procedere in avanti, è quell’istinto che ci fa rispondere ai nostri bisogni più bassi ma anche a quelli più alti, la fame ci comanda e fino a che c’è la fame siamo vivi”, ha spiegato la cantautrice in occasione della presentazione del suo lavoro.
La fame che narra la Vidonis dunque non è quella fisica, quella di cui il corpo necessita, ma è un’esigenza soprattutto mentale. La fame di conoscere e capire entrando, anche, nella psiche degli altri, dosando i tempi, generando un proprio pensiero. È una fame dell’anima, è un istinto vitale.
Tutto questo traspare dalle parole dei brani che cavalcano le onde sonore agitate e calme. Parole mai banali, ma dettate dalle emozioni quiete e determinate, dolci e violente che planano in armonie moderate e ariose, con picchi acuti, ma contenuti.
Un album la cui protagonista è la voce: quella di Chiara.
Trame musicali: guida all’ascolto
Questi i titoli dei brani che compongono l’album:
La mia debolezza: canta le contraddizioni di una città, Trieste; liberarsi dalle proprie debolezze e avvicinarsi di più agli altri. Un brano con passaggi musicali intensi.
Quello che ho nella testa: non lasciarsi condizionare dalle idee altrui, cercare sempre qualcuno di cui fidarsi. Un brano agrodolce.
Lontano da me: induce a non aver paura di cambiare; la fame di desiderare altro o essere altro.
L’inizio: riflette su quanto siamo condizionati dai social, divorandoli senza aver veramente fame.
La mia fame: quella vera, quella che serve, assaporarla senza fretta e coscientemente.
Talento Naturale: cadere e rialzarsi “sopravvivere ogni giorno perché spesso so morire”.
Come i sassi: interrogativi sulla religione, che spesso la musicista si è posta ed esterna in questo brano. La preghiera vissuta come un obbligo, mai come un sollievo.
Era meglio quando non capivo niente: il brano più intimo. Voce, pianoforte e violoncello aprono gli occhi alla consapevolezza. Vedere quello che non vogliamo, sapere ciò che non vogliamo capire.
Ogni canzone ha una propria caratteristica. La musica si articola e spesso si contrappone, passando dal pop al rock, senza creare mai momenti di frattura.
Uno stile vocale e musicale in continuo cambiamento, ma con un unico liet-motive: la fame.
Abbiamo fame, ma di emozioni, di saperi, di condivisione e di socialità.
Quello che ci auguriamo è che questo album arrivi al cuore delle persone e diventi un compagno di viaggio per cercare se stessi e gli altri, e che lasci traccia di riflessione.
Giovanna Ferro
Link al videoclip ufficiale di “Lontano da me”: https://www.youtube.com/watch?v=gXhre0kflJU
Chiara Vidonis
La fame
1. La mia debolezza
2. Quello che ho nella testa
3. Lontano da me
4. L’inizio
5. La mia fame
6. Talento naturale
7. Come i sassi
8. Era meglio quando non capivo niente
Chiara Vidonis voce e testi
Karim Qqru produzione artistica, batteria, basso, synth e chitarra elettrica
Francesco Pellegrini fagotto in “Lontano da me”
Fabrizio Pagni piano e tastiere
Alice Micol Moro violoncello in “Era meglio quando non capivo niente” e “La Fame”