Tre volti di Catania al Roma Fringe Festival
Debutta durante la prima settimana del Roma Fringe Festival lo spettacolo “La felicità”, diretto da Nicola Alberto Orofino e prodotto dall’associazione culturale Madè. In scena le attrici Roberta Amato, Giorgia Boscarino e Luana Toscano sono tre donne della Catania del ‘68, ognuna alla ricerca della propria dose di felicità
Sul palco vediamo le postazioni dei personaggi: tre sedie da cucina su cui le donne lavorano e leggono. La più anziana va avanti e indietro tra la sedia e le quinte, indaffarata con le camicie; la più giovane pulisce i fagiolini. Intrattengono tra loro e con il pubblico un lungo dialogo-racconto. Le interrompe la televisione, irrompendo con la sua forza calamitante.
A poco a poco dalle azioni quotidiane la loro vita si srotola in parole: il rapporto con gli uomini, le loro speranze e sofferenze. La platea diventa così la confidente a cui rivelare quei pensieri che fanno tremare le ginocchia e che si inceppano tra le dita indaffarate. Le tre catanesi sono donne di casa, abitanti di una gabbia dorata, che hanno ricevuto come un regalo e che continuano a scegliere ogni giorno.
Pulita, accogliente e piena di gingilli di tendenza (il corredo della Paoletti, la dispensa piena, il giro di perle), qui la felicità viene pesata in grammi e venduta in elettrodomestici, dove però ogni tanto bussa piano una voce interna, che fa venire il groppo in gola e che riesce anche a parlare attraverso le riviste sulle lotte femministe, che si leggono un po’ in segreto.
Gli uomini, invece, questi mariti che ritornano a casa come degli eroi dopo la guerra, sono raccontati e si animano nelle mani delle donne quasi per gioco, con le loro camicie bianche, immacolate e senza grinze perché le donne, sono sempre lì ad occuparsene.
Grazie ai soliloqui scopriamo il velo di quieta disperazione che c’è nell’illusione di avere tutto quello di cui si ha bisogno per essere felici. Oosserviamo quindi le forme bizzarre che assume la devozione per il proprio sangue e l’amore fraterno, la lenta nascita e la crescita del desiderio di evadere, di emanciparsi, che per una delle protagoniste si riesce a realizzare.
La città fa da sfondo e da cassa di risonanza del sentimento di esaltazione che l’Italia ha vissuto con il boom economico. La Catania del ‘68 è ambiziosa, determinata nella sua espansione e nella ricerca di una felicità fatta di oggetti; lotta e combatte, ma per mantenere integra la propria realtà a misura familiare.
Quello di Orofino è uno spettacolo che ha il sapore della terra madre e che sceglie di raccontare la nostra storia recente perché, lo sappiamo bene, lo sguardo sul passato è sempre uno sguardo sul presente. La recitazione, espressiva al punto giusto come sa esserlo il dialetto, schietta e aperta, senza mai risultare enfatica, contribuisce insieme alla regia precisa ed essenziale a mantenere il fuoco sulla narrazione, che il pubblico segue con gusto fino alla fine.
Maria Costanza Dolce
Roma Fringe Festival 2019
10, 11 e 12 gennaio
La felicità
di Madè
regia Nicola Alberto Orofino
con Roberta Amato, Giorgia Boscarino e Luana Toscano
costumi e attrezzeria Vincenzo La Mendola
assistente alla regia Gabriella Caltabiano
progetto grafico Maria Grazia Marano
produzione Madè