Fino al prossimo 26 marzo, Lunetta Savino è in scena al teatro Quirino di Roma con ‘La madre’. L’opera è firmata dal prolifico autore francese Florian Zeller e racconta un lungo momento, estremamente squilibrato, nella vita di una donna che fa ruotare tutta la propria esistenza attorno al suo essere madre
Anna è una donna molto sola: suo marito Pietro e i figli Nicola e Sara non la coinvolgono minimamente nelle loro giornate. Una serie di diversi episodi familiari minano il già instabile equilibrio di Anna e la porteranno a non individuare più quella che è la realtà e quella che è l’immaginazione; Anna sprofonda allora in una spirale dove è vero e falso si confondono.
È la trama ellittica l’elemento più interessante di ‘La madre’: assistendo a questo spettacolo, il pubblico segue l’azione non riuscendo a capire quale sia la giusta sequenza degli eventi; ne rimane tuttavia affascinato e si domanda, scena dopo scena, in quale punto la narrazione troverà una chiave di lettura comune a tutti.
L’autore, Florian Zeller, i cui lavori sono sempre più spesso sui nostri palcoscenici, con ‘La madre’ si mette a qualche passo di distanza dal suo solito stile e inventa una storia che ha molto poco di verosimile e che, anzi, si colloca in una dimensione di impossibilità.
La madre: un’opera di contrasti
È proprio il titolo dello spettacolo a definire la protagonista e l’intero copione: Anna esiste in quanto materia materna e i tanti simbolismi, legati al colore rosso, che riempiono le scene della rappresentazione, evidenziano ancora di più quella sua natura così mobile e viscerale.
La recitazione di tutti gli attori, a partire dalla bravissima protagonista Lunetta Savino, tende a essere sempre sterile e ripetitiva ma questo non è un difetto né tantomeno una cifra che annoia la platea, al contrario, è una tecnica che intensifica ancora di più la circostanza così straniante che caratterizza tutta la messinscena.
La prestazione così singolare del cast si sposa benissimo con la scenografia, costruita da Luigi Ferrigno, che ricorda un’ambientazione futuristica – e altrettanto asettica – che cancella qualsiasi coordinata spaziotemporale.
Non è particolarmente riuscita la scena finale, la quale si barcamena paradossalmente fra uno strano senso di lentezza accompagnato da una conclusione sbrigativa che lascia il pubblico ancor più disorientato.
Gabriele Amoroso
Teatro Quirino
dal 14 al 26 marzo
La madre
di Florian Zeller
Regia Marcello Cotugno
con Lunetta Savino, Andrea Renzi, Niccolò Ferrero, Chiarastella Sorrentino
Scene Luigi Ferrigno
Produzione Compagnia Moliere in coproduzione con Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Accademia Perduta Romagna Teatri