Siciliani pieni di paura: ognuno sa qualcosa. Sanno la verità, ma nessuno è cosi coraggioso da affrontarla, e a quei pochi che hanno provato a parlare li hanno fatti tacere. In ‘La mafia nello zaino’, attraverso gli occhi di un bambino, si parla di questo “brutto male” che soffoca sempre di più. Ma Picciriddu che ne sa di queste cose? Pensa che da solo potrà trovare la verità e liberare tutti. Tuttavia lui deve ancora scoprire che non tutti vogliono essere liberati
“Sulle facce di altri, invece, il disgusto nascosto male, insieme a una specie d’indifferenza che, a essere siciliani, s’impara vivendo.”
Questa è una storia che parla della Sicilia, di Colapesce – una delle più famose leggende siciliane –, della mafia e di un picciriddu molto curioso, che cerca di rispondere a domande a cui nessuno vuole dare risposte. Per questo bambino, che oltre a pedalare amava porre molti interrogativi, uno dei momenti più noiosi era quando andava dal suo barbiere e normalmente si distraeva leggendo Topolino.
Ma un giorno in particolare, mentre picciriddu era a tagliarsi i capelli, la Gazzetta del Sud ebbe la meglio: il protagonista non fece in tempo a leggere il titolo dell’articolo, perché il giornale gli venne strappato dalle mani, tanto da far aumentare la sua curiosità.
Infatti, non appena picciriddu finì dal barbiere cercò il modo per procurarsi il quotidiano. Rimase sorpreso da quello che lesse circa la morte di Giulio: il ragazzo che conosceva era stato ucciso in maniera macabra.
E questa non sarebbe stata l’ultima morte che picciriddu avrebbe dovuto incontrare nella sua vita.
“La verità fa paura. E fa paura la strada che percorriamo tutti i giorni per trovarla: ma dopo che l’avremo trovata, allora potremo conoscerla e proporla alla gente, cosi che tutti noi non si abbia più paura”.
Picciriddu, prendendo esempio dal suo idolo, il detective Nero Wolfe, è dominato da una grande voglia di conoscere e intraprende da sé un’indagine, approfondendo la tematica della mafia ponendosi dei quesiti molto mirati: “Cosa è la mafia?“, “Qualcuno l’ha mai vista?”
Il protagonista intende così trovare le riposte a queste e altre domande, poiché sono state coperte dall’omertà sicula, come ricatti e morti, seminati da persone del suo stesso paese, con il suo stesso sangue.
Con ‘La mafia nello zaino. Il bimbo, il nano e l’assassino’, Alessandro Cortese, attraverso una scrittura lineare, si mette nei panni di un bambino innocente catapultato nella vita adulta, mentre affronta situazioni dure e prova a spiegare quelle che sono le regole di un mondo mafioso: l’ingiustizia, i soprusi familiari e la violenza, e non solo.
Il libro edito da Il ramo e la foglia è consigliato a tutte le persone che vogliono sapere del brutto male che affligge la Sicilia da più di cinquant’anni.
Agnese De Luca
Biografia
Alessandro Cortese è nato a Messina nel 1980 e vive a Montesilvano. Lavora a Pescara come insegnante di Matematica e Scienze per scuole medie e superiori. Nel dicembre del 2007 ha pubblicato il racconto storico “Vita e ricordo di Mary Ann Nichols. Prostituta”, sull’antologico “Concept – Storia” di Arpanet. Col medesimo editore ha pubblicato, nel luglio del 2010, il suo primo romanzo fantasy “Eden”, e nel febbraio 2011 il racconto “A Mani Strette”, sull’antologico “Fedeltà&Tradimento”.
Ancora con Arpanet ha pubblicato, nel dicembre 2012 “Ad Lucem”, seguito del fortunato romanzo d’esordio. Nel dicembre 2013 pubblica la storia di vita “Ore 1: Barcellona P.G.”, sull’antologico “E tutti lavorammo a stento” di Arpanet. Nel marzo 2014, con Edizioni Saecula, ha pubblicato “Polimnia. Di 300 Spartani, una Grecia e dei Persiani di Serse”, il suo primo romanzo storico.
Alessandro Cortese
La mafia nello zaino – Il bimbo, il nano e l’assassino
Edizione Il ramo e la fogila
Collana Romanzo
Genere
Pagine 304