L’inconsapevole scoperta della verità
Per la prima rassegna “R.Estate in scena” Daniele Pecci incanta la platea del Tempio di Giove Anxur a Terracina. Il pubblico viene di fatto trascinato dalla declamazione del testo di Dürrenmatt, ‘La morte della Pizia’, all’interno di una cornice suggestiva, intrisa di intrighi e di mistero
La voce calda e ben impostata dell’attore italiano con un preambolo anticipa il riadattamento della tragedia di Sofocle scritto dall’autore svizzero e pubblicato nel 1976. L’interprete, con vivacità, evidenzia il significato intrinseco del mito di Edipo, racconta della vita a Tebe, del Re Laio e della Regina Giocasta, del senso dell’immortalità e le funzioni degli oracoli espressi solo su richiesta a fini politici.
Sul palco, ad accompagnare Pecci, Chiara Di Benedetto (violoncello) e Anais Drago (violino) danno vita a un sottofondo musicale che segue il ritmo della lettura con estrema precisione. Le sonorità viaggiano nell’etere fluide: pizzicati, ritmi danzanti, oscuri e andanti danno voce alle situazioni della vicenda.
La Pizia, Pannychis XI, proferisce oracoli a casaccio, oltretutto prendendosi gioco delle persone. Uno dei suoi vaticini però si rivelerà realtà, tuttavia solo alla fine della sua vita la Pizia, attraverso le parole di Tiresia, scoprirà la vera storia. Edipo, che in greco significa dai piedi gonfi e malati, prova a fuggire dal proprio destino ma, provando a evitarlo, lo vivrà lo stesso: uccide Laio, si unisce a Giocasta e genera con lei quattro figli.
La voce narrante si distingue sia per l’armonia della declamazione sia per le voci che diversificano i personaggi e induce a comprendere le tante sfaccettature del testo dallo sfondo enigmatico. I toni ironici, sapientemente rimarcati dall’attore, alleggeriscono l’atmosfera intrisa di mistero, intrighi e svelamenti.
L’ascolto assorto della lettura de ‘La morte della Pizia’ ci aiuta a capire meglio che non ci si può sottrarre alla volontà degli Dei ne tanto meno agli imprevisti dell’esistenza; che “la verità è in quanto tale solo se non la si tormenta” e che ognuno fa propria la sua versione della stessa; che la società è corrotta in ogni epoca; infine, che il mondo immaginifico va a intrecciarsi con i pensieri arzigogolati della mente umana.
In conclusione vi suggeriamo di leggere il libro, lasciarvi coinvolgere dalle sue suggestioni e trovare la vostra personale chiave di lettura.
Annalisa Civitelli
Foto Civitas Creativa
Rassegna estiva R.Estate in scena
Terracina
Tempio di Giove Anxur
19 agosto
La morte della Pizia
di Friedrich Dürrenmatt
con Daniele Pecci
Chiara Di Benedetto violoncello
Anais Drago violino