‘La nave di Amleto. Essere e non essere della parola tra silenzio e poesia’ è il terzo volume di una trilogia poetica collettiva che vuole uscire dagli schemi delle tante antologie in commercio. Un progetto editoriale ambizioso che abbraccia tradizione e modernità chiamando all’appello tante voci contemporanee diverse. La poesia diventa strumento comune di sperimentazione e ricerca, un canto intenso e raffinato che sconfina nel silenzio
‘La nave di Amleto. Essere e non essere della parola tra silenzio e poesia‘ idea editoriale di Progetto Cultura si aggiunge a due pubblicazioni precedenti “Gabbia no” e “Amicizia Virale. Une entente secrète” progettate e e curate da Fabio Sebastiani, Luciana Raggi e Maurizio Mazzurco,realizzate dalla stessa casa editrice.
I tre volumi mantengono la volontà di rendere la poesia un’esperienza di condivisione e di collaborazione tra poeti con stili e percorsi di scrittura diversi.
È proprio questa dimensione comune a rendere ogni singolo libro originale per tematiche e contenuti. Se “Gabbia no” non è un’antologia, ma un lavoro in endecasillabi e terze rime, “Amicizia virale” si presenta come antologia sul tema dell’amicizia in ottave ariostesche, mentre “La nave di Amleto” è un poema di canzoni libere leopardiane.
Ai poeti chiamati a partecipare al libro viene chiesto di lavorare seguendo una traccia ben definita, in questo caso, il tema abbraccia il silenzio secondo il vincolo formale della canzone leopardiana.
La nave di Amleto: tradizione e modernità insieme
La classicità della poesia si intreccia quindi con la contemporaneità delle voci odierne. È sicuramente un esperimento particolare, non affatto semplice, piuttosto originale, se consideriamo la vasta produzione di antologie in versi in commercio.
Luca Benassi nella sua introduzione al volume ‘La nave di Amleto’ scrive: “Questo tessere e disfare la trama della poesia ci racconta dell’esibizione di un anonimato (mi si perdoni l’ossimoro) che va in direzione ostinata e contraria alla visibilità a ogni costo delle lettere contemporanee, che si nutrono di like e condivisioni social istantanee di versi” ed è proprio su questo aspetto che si delinea l’unicità di un’idea che tenta di riportare la poesia alla sua bellezza e natura.
La poesia dunque si riappropria di uno spazio, in questo caso, dei molteplici luoghi del silenzio. Se può sembrare lontano dalla modernità l’utilizzo di uno schema metrico imposto dalla canzone leopardiana con endecasillabo e settenario, troviamo in compenso la libertà creativa ed espressiva in cui ogni autore ha potuto affrontare il tema indicato.
Seguendo le orme dell’amato Leopardi i poeti scelgono di rompere gli schemi tradizionali sperimentando a seconda delle proprie intuizioni.
Pluriliguismo e dialetto
Silenzio, quindi, come dimensione da abitare, conoscere, esplorare. Il lettore si troverà ad incrociare diversi percorsi scelti dai poeti, magari si riconoscerà nei versi di alcuni e molto meno in altri, ma ogni parola diventerà esperienza globale, opportunità per apprendere e riflettere.
L’intervento a seguire di Sonia Gentili parte citando il volume di Recalcati, “Poesia e psicanalisi” Franco Angeli edizioni, per darci un punto di riferimento da cui partire su poesia e silenzio.
Nascono domande, momenti di riflessione, e poi una definizione: “Poesia è questa lingua di fuoco che brucia inesauribilmente sé stessa e brucia, nello svelarlo, ogni linguaggio ulteriore. Distruzione, rivelazione, approssimazione al mistero”.
La nave di Amleto: il canto di 82 poeti
Ancora una volta la lirica riesce a colpire in profondità, rimuove distanze, scuote attraverso il canto di 82 voci. I nomi degli autori non si trovano tra le pagine, ma solo alla fine, e questa particolarità consente di leggere il poemetto come se fosse composto da un’unica voce.
Il silenzio nei suoi mutamenti costanti prende corpo, diventa suono, assume un odore, si estende nel ricordo, si muove nella notte, nel giorno, tra luci e ombre, si riaccende nell’amore, risveglia e dialoga con chiunque voglia mettersi in ascolto: “Il silenzio non pesa come la pace, il silenzio è lieve” – poi muta in – “un silenzio di stelle, di luci tremolanti sulla città che dorme, come di lucciole che si dileguano quando cadono i sogni. La luna complice ci osserva, agli alberi illumina le chiome, il silenzio del freddo, quel lungo fiato di nebbia e parole tra le attese di cielo”.
‘La nave di Amleto’ prosegue sicura il suo viaggio a vele spiegate verso l’infinito, sa che le onde la porteranno lontano, poiché la poesia non ha confini e arriva anche dove sembra impensabile.
Michela Zanarella
Biografia
Gli autori del libro sono ottandadue
AA. VV.
La nave di Amleto
a cura di Maurizio Mazzurco, Luciana Raggi e Fabio Sebastiani
Edizioni Progetto Cultura
Collana
Genere Poesia
Edizione 2023
Pagine 114