Mercoledì 17 luglio è andato in scena al Teatro Marconi di Roma “D – La principessa Diana e la palpebra di Dio”, uno spettacolo di Cesare Catà con Paola Giorgia, per la regia di Luigi Moretti
La principessa Diana, una delle figure femminili più controverse del Novecento, racconta se stessa in un’atmosfera in bilico tra sogno e realtà, in un universo etereo e inafferrabile, come in fondo apparivano la sua personalità e il suo sguardo, pieno di luci, di ombre e di emozioni contrastanti.
Nella visione di Cesare Catà, la sfera intima e privata si confonde con quella istituzionale, tanto stretta a Lady D, sempre sul punto di esplodere e spesso intollerante ai dettami e alle regole della corona.
In un luogo indefinito dopo la sua morte, la principessa si attacca con forza alle uniche certezze che sente di aver avuto in una vita terrena, i suoi figli Harry e William, che riemergono spesso nei ricordi e nelle sue parole.
Lo spettacolo si sviluppa su più piani narrativi: sola sul palco, davanti al pubblico, Lady D si denuda e lascia trapelare la sua natura, le sue insicurezze e in fondo la sua grande resistenza e forza; dietro la tenda semitrasparente, la principessa si scontra con l’inflessibile regina, con suo marito Carlo, e con i “mostri” generati da una vita imposta dall’esterno che rispecchia poco o per nulla la sua natura di donna “libera” e inquieta.
Di sottofondo, risuona la tromba di Maria Chiara Orlando, capace di scandire musicalmente i momenti più significativi, tragici, felici e dolorosi della donna: Diana, infatti, è prima di tutto una donna desiderosa di affetto e alla ricerca di un’evoluzione personale il cui desiderio di andare oltre viene bloccato dalle rigidità imposte da un matrimonio frutto di convenienza e non di amore.
Lei, però, all’amore non ha mai rinunciato: lo ha sempre sognato e lo ha rincorso fin da bambina e, non trovando affetto, calore e amore nel marito, è andata a prenderselo altrove, come una guerriera.
Emerge, nell’interpretazione di Paola Giorgi, una grande solitudine esistenziale difficile da colmare: sola interiormente e concretamente, Lady D ricerca briciole di emancipazione, nel difficile tentativo di conservare la sua essenza di donna.
Ritrarre una donna così complessa non è un compito facile, ma la protagonista di questo delicato lavoro riesce a far intravedere, con tenerezza e forza al tempo stesso, le mille anime di una donna meravigliosa e piena di dolore.
Sarah Mataloni
Marconi Teatro Festival 2019
16 luglio
La principessa Diana e la palpebra di Dio
di Cesare Catà
regia Luigi Moretti
con Paola Giorgi
Maria Chiara Orlando tromba
voci di Sonia Barbadoro e Gian Paolo Valentini
scene e costumi Stefania Cempini
compagnia Bottega Teatro Marche