Nel 2016 una multinazionale, per mano degli attivisti ambientali, viene colpita da un’attentato. Questo è solo uno scorcio de ‘La Rabbia’ di Daniela De Prato, libro vincitore del premio IoScrittore del Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Sfogliando tra le pagine del testo tuttavia troveremo molto di più. Toccherà andare indietro nel tempo, prima che la multinazionale nascesse e che gli attivisti si mobilitassero con le loro battaglie e ideologie
“La parola “futuro” andava bandita , in certe situazioni : cullarla in testa o lasciarsela scivolare tra i denti sarebbe stato come levare la sicura a una granata. Un’esplosione incontrollata.”
La questione ambientale oggi è molto dibattuta a livello mondiale. Si discute sulle energie rinnovabili, sul riciclo e sull’inquinamento, appunto, da debellare. Il cambiamento climatico infatti, da anni, inaspettatamente irrompe nelle nostre vite e gli attivsti ambientali si sono moltiplicati, mettondoci di fornte alle problematiche da affrontare.
Daniela De Prato, ne ‘La Rabbia’, si aggancia a tale argomento intrecciando una narrazione articolata.
La De Prato stessa mette in relazione diverse persone e le loro storie, attraverso vicende passate, presenti, remote e future, invitando il lettore a riflettere sui comportamenti che si adottano verso la natura.
Inizialmente si narra della leggenda di Giuseppe Di Pierri, il sindaco di Marsicovetere, per poi approdare nel 1917, periodo in cui conosceremo il giovane militare Angelo Montano.
Dal 1919, però, inizia l’era in cui la famiglia Serra sarà protagonista: Leopoldo il patriarca, insieme ad Alma sua moglie, e i loro figli gemelli Giacomo e Luigi, e la figlia Tina.
Di seguito si farà un salto di circa dieci anni per incontrare Adele Vaccavo, una veggente.
Gli anni tuttavia scorrono, nuovi personaggi verranno introdotti nel racconto e, lo sviscerarsi delle vicissitudini permetterà al lettore di conoscere anche la geografia del nostro Paese.
Un viaggio in giro per il Bel Paese
‘La Rabbia’ si può così definire un viaggio immaginifico e poetico, di cui si gode, in giro per la Penisola: paesaggi e luoghi visti con gli occhi dell’immaginazione grazie alla gestione degli spazi temporali ben delineati.
È una storia di privazioni, di scelte, di sentimenti negati, di ricordi di guerra che devono rimanere nel passato, di migrazione e di previsioni future, ma con dei risvolti che sono lo specchio di un’Italia del dopoguerra povera e piena di sogni.
Il racconto ha uno sviluppo nodale: interseca Novecento e la contemporaneità grazie a una scrittura che fluisce e danza al contempo, con qualche vezzo gergale inserito qua e là.
La Rabbia: la questione ambientale vissuta da vicino
Daniela De Prato fa confluire i differenti periodi storici esattamente all’interno di un’aula di un tribunale dove si aspetta il verdetto di Clara Pellegrini, Pierangelo Di Pierri e Alexndra Sarti.
“Ciò che accade in tempo di guerra, in tempo di pace non conta piu”
Clara, Pietrangelo e Alexandra sono giovani che hanno voluto lottare per la giustizia: tutte le loro azioni erano mirate contro la multinazionale che inquinava la Valle dell’Agri e per via di questo la terra non era piu fertile e molte persone sono morte.
I tre, stanchi di questo e vedendo che nessuno prendeva iniziativa, hanno creato un gruppo ambientalista, contando sui diversi esperti del settore e chiedendo inoltre aiuto ai politici. Nonostante l’idea fosse promettente, essa fu un buco nell’acqua,
La multinazionale poco a poco mise tutti a tacere, tanto che Clara , Pietrangelo e Alexandra si resero conto che dovevano fare qualcosa di più: le parole erano terminate ormai, era arrivato il momento dei fatti.
Un unico finale che collega passato e presente
Gli aneddoti, che l’autrice espone già nei primi capitoli del libro, possono sembrare non far parte di una vicenda più ampia, che collega l’inizio alla fine.
I brevi racconti, infatti, hanno dei punti di contatto tra loro, come i personaggi caratterialmente differenti e gli anni che si susseguono, i quali separano ognuno di loro.
Il lettore così viene guidato magistralmente verso un unico finale: il tribunale.
La scrittrice qui fa un’ampia descrizione di ogni soggetto presente in aula: dal gionalista Domenico Ceri al giudice Antonio Serra, da Iris a Ignio, i genitori di Alexandra, da Emilio Luzzi, lo psicologo dell’incriminata Clara, a Elena, moglie di Pietrangelo, da Francesco, marito di Clara, alla storia di ogni imputato e il motivo per cui hanno commeso il reato.
L’autrice dunque sviluppa la fabula in modo avvincente: riesce a mantenere alto il ritmo della lettura catturando l‘attenzione di chi legge, inducendolo e incuriosendolo al concatenarsi delle vicende.
Infine, è peculiare come la De Prato in ‘La Rabbia’ riesca a fare un’analisi approfondita della società e della corruzione, inserendo tra le righe la tematica dell’ambiente attualmente molto discussa.
Agnese De Luca
Biografia
Daniela De Prato è nata a Udine, ma la sua vita si è spostata spesso dai confini nordorientali dell’Impero a quelli più meridionali – la Sicilia, l’Appennino lucano e il centro Italia – fino alla sua capitale. Forse per questo l’Italia, con le sue piaghe e bellezze, l’umanità a volte sfregiata a volte santa dei suoi abitanti, è al centro della sua scrittura.
Ha pubblicato due romanzi: “Il sole negli occhi” ed “Exit”.
Oggi vive nuovamente ai confini nordorientali dell’Impero, dove si occupa di musei e del suo finalmente amato ambiente alpino.
La Rabbia
Quattro famiglie, quattro destini intrecciati sullo sfondo di un secolo scintillante e martoriato
Daniela De Prato
Edizioni IoScrittore
Collana La stagione
Genere Narrativa
Edizione 2022
Pagine 314