‘La Russia di Putin’, edito da Adelphi, è stato pubblicato per la prima volta nel 2004. Scritto dalla giornalista russa Anna Politkovkaja, racconta di una Russia infetta dal sovietismo, tuttora soffocato da un regime mascherato da democrazia, ancora insoluta e tanto agognata dalla popolazione. Un testo che si può definire attuale – ripubblicato a seguito dell’attacco militare in Ucraina – in cui, tra le pagine, sono raccolti “appunti appassionati a margine della vita come la si vive oggi in Russia”, come esprime la stessa autrice
“Che stiamo diventando giorno dopo giorno una nazione di uomini rozzi, primitivi, incapaci di cogliere le sfumature e dunque privi di morale.”
‘La Russia di Putin’, della giornalista moscovita Anna Politkovkaja, viene pubblicato per la prima volta nel 2004; in seguito ci sono state varie edizioni, di cui l’ultima è stata riproposta quest’anno a causa dell’attacco militare – operazione speciale, come viene definita dal Presidente russo -, messo in atto dalla Russia verso l’Ucraina.
In effetti questo libro può considerarsi un’introduzione, un’anteprima, quasi una premonizione, di ciò che sta accadendo attualmente, di preciso dal 24 febbraio scorso, tra i due Paesi confinanti.
“Io vivo la mia vita e scrivo ciò che vedo“: è una delle frasi memorabili di Anna Politkovkaja, e descrive il modo esatto in cui lei sviluppa il suo lavoro.
Il testo, infatti, non è un’analisi politica ma è una critica forte al governo russo che viene svolta non attraverso l’esposizione di idee personali, ma mediante la conoscenza dei fatti, quelli di cronaca.
Si prende in considerazione cio che accadde al Teatro Dubrovka, si approfondisce il funzionamento del sistema oligarchico, e si contestualizzano inoltre i processi farsa, subordinati a una struttura giudiziaria dipendente dai verdetti manovrati dalla politica.
I casi eclatanti sono quelli di Budanov e Alexei Navalny, quest’ultimo, il più grande oppositore russo, ora condannato a nove anni.
Se quindi, già al tempo della Politkovkaja, l’opera inquadrava un Paese che via via perdeva libertà di parola e democrizia, ora la situazione non se ne discosta molto.
La Russia di Putin: la sovranità popolare calpestata
L’autrice tratta l’argomento in modo dettagliato grazie ai racconti della gente, vittime a cui Anna dà un nome, esponendo al mondo i danni che lo stesso governo provoca e ne denuncia i colpevoli.
Tre sono i problemi di cui si parla in ‘La Russia di Putin’: la Politkovkaja inizia smascherando il sistema militare russo. Soldati maltrattati e malnutriti i quali, al ritorno dalla Cecenia, subiscono l’estorsione della paga. Soldati costretti a fare lavori forzati, di campo. Persone che diventano carne da macello all’interno di un metodo chiuso e schiavista, in cui l’essere umano non conta.
Sono tante le vicende narrate, tristi e macabre. Molti genitori, per esempio, non sanno dove sono finiti i loro figli: il caso di Nina Ivanovna ne è un esempio. Il suo scopo è sapere perché suo figlio sia stato abbandonato sul campo di battaglia.
A tal proposito si è creata un’organizzazione chiamata “Diritto di Madre”, che difende i diritti dei genitori dei militari.
“Tutto si fonda sull’entusiasmo dei singoli, sull’amore alla Patria. Niente soldi, niente gloria, niente futuro.”
La seconda questione esaminata è quella della mafia, che ha comprato la giustizia. I giudici lavorano per i capi mafiosi e chi prova a ribellarsi, a lavorare bene e con onestà, viene cacciato, oltraggiato e minacciato, e al contempo rischia la propria carriera.
Vicende che parlano di appropriazioni indebite con la connivenza dello stato.
Un dramma attuale
Rimangono così delle domande alle quali si fa fatica a dare risposte: a chi chiedere aiuto se le persone che dovrebbero difenderci non lo fanno? A chi ci si rivolge dunque per ricevere giustizia?
“Sono tutti apatici, si aspettano tutti il peggio. Sognano di fuggire all’estero per confondersi nella folla eterogenea e cosmopolita con il loro segreto, la loro nazionalità. Come ci siamo ridotti…”
Infine, il terzo argomento: la distruzione dell’ambiente. Nella periferia del villaggio di Pervomajskoe, distretto di Naro-Fominsk, provincia di Mosca, esiste un parco culturale e riserva naturale protetta.
Un luogo dove si trovano esemplari di alberi unici, come il pino di Weymouth, o specie pregiate come l’abete rosso della Siberia, il larice, il pioppo bianco; la legge vieta di toccare questi esemplari di flora boschiva. Quindi, per poter abbattere uno di questi alberi ci vorrebbe una circostanza eccezionale, servirebbe un permesso federale.
Tuttavia, per i nuovi ricchi questo non è un problema: se vogliono costruire delle villette nel parco Berg, lo fanno senza seguire le regole. Così, nonostante le denunce e i numerosi appelli da parte degli ecologisti, il parco, con più di un secolo di vita, ha visto maturare il suo abbattimento.
Punti chiave
Anna Politkoykaja, con ‘La Russia di Putin’, ha messo in luce le molte questioni che ancora oggi attanagliano la Russia, in cui Putin rimane la figura di uno sfondo drammatico. Lo fa tramite un’accurata inchiesta giornalistica, dalla scrittura puntuale, che funge da specchio della contemporaneità. Dal 2003 al 2022 poco è cambiato, dunque.
Vediamo ancora un Cremlino in balia di un Dittatore e che fa fatica a esprimere le sue idee, i suoi veri desideri, a battersi per una vita libera e una giustizia sana, Chi si ribella o cerca di farlo viene sbattuto in carcere o emigra all’estero.
La giornalista, che da sempre ha lottato per i diritti civili e delle donne, è stata assassinata per mano di due sicari nel 2006. Le sue opere sono conosciute a livello internazionale; in esse l’autrice espone le sue denunce in modo completo, con date esatte e testimoni e, in alcuni casi, lei stessa è partecipe delle storie.
Possiamo considerare pertanto che la Politkoykaja abbia dato la vita affinché metterci di fronte alle scomode verità di un Paese soggiogato dal suo attuale Presidente.
Agnese De Luca
Biografia
Anna Stepanovna Politkovskaja, nata a Mosca nel 1958, è stata una giornalista russa con cittadinanza statunitense.
Attiva sul fronte dei diritti umani, la Politkovskaja è nota per i suoi reportage sulla seconda guerra cecena, per le sue aspre critiche contro le forze armate e i governi russi sotto la presidenza di Vladimir Putin, per il mancato rispetto dei diritti civili e dello stato di diritto.
Il 7 ottobre 2006 è stata assassinata a Mosca mentre rientrava a casa. Il suo omicidio ha prodotto numerose mobilitazioni internazionali al fine di chiarire le circostanze della sua uccisione.
Nel giugno 2014 cinque uomini di etnia cecena sono stati condannati al carcere per l’assassinio della Politkovskaja, sebbene non siano stati individuati i mandanti.
La Russia di Putin
Anna Politkoykaja
Traduzione Claudia Zonghetti
Edizioni Adelphi
Collana GliAdelphi
Genere Reportage, Storia contemporanea
Edizione 2022
Pagine 384